Riordino delle Province: siano garantiti i servizi ai cittadini
Una iniziativa nata dalla volontà dei presidenti delle Province del Veneto di avere un riscontro da parte dei candidati alla Presidenza del Veneto circa la situazione delle Province. La preoccupazione riguarda in particolare i servizi alla cittadinanza e al territorio. Servizi importanti che vanno dalle scuole superiori alle strade all'ambiente, ma che i troppi tagli mettono a rischio. E poi c'è il personale, con capacità e professionalità che rischiano di andare disperse.
Presenti i candidati alla presidenza della Regione Alessandra Moretti, Flavio Tosi, Alessio Morosin e Roberto Ciambetti delegato da Luca Zaia, i presidenti delle Province Venete e la presidente dell’Anci Veneto, Maria Rosa Pavanello. Inoltre, tra il pubblico sindaci e amministratori del Veneto, le RSU provinciali e una folta rappresentanza dei dipendenti (da Vicenza due pullman oltre a tante macchine, per un totale di circa 150 dipendenti in rappresentanza anche delle partecipate Ftv e Vi.Abilità e della cooperativa di assistenza dei disabili sensoriali Vi.Assiste).
La legge di stabilità prevede la riduzione della spesa corrente, per le Province e le Città Metropolitane, di un miliardo per il 2015, 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi per il 2017. Questa riduzione di spesa corrente è ripartita nella misura del 90% fra gli enti locali che appartengono alle Regioni a Statuto Ordinario e del restante 10% fra gli enti delle regioni Sicilia e Sardegna.
Tagli che si aggiungono a quelli consistenti già subiti dalle Province, tanto che nell’anno 2015 le Province del Veneto dovranno versare complessivamente allo Stato circa 165milioni di euro. Una situazione che determina il disequilibrio dei bilanci di tutte le Province venete.
Per quanto riguarda il personale, a decorrere dal 1° gennaio 2015 la dotazione organica delle province deve essere ridotta del 50% rispetto allo scorso anno.
Le Province del Veneto hanno già adottato i provvedimenti richiesti. Ora, sulla base del riordino delle finzioni provinciali, dovranno essere definiti i criteri per il riordino delle funzioni, che dovranno tradursi nella legge regionale che dovrà disporre anche sull’assorbimento del personale e sulle risorse. Si tratta di elementi essenziali per consentire alle Province, che già si sono attivate per rispettare gli obblighi di legge, di adottare i piani definitivi di riassetto organizzativo e finanziario di ogni Ente, sulla base delle funzioni fondamentali che restano alle Province: pianificazione territoriale, tutela e valorizzazione dell’ambiente, servizi di trasporto in ambito provinciale, costruzione e gestione delle strade provinciali, dell’edilizia scolastica, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e pari opportunità, stazione appaltante, organizzazione dei concorsi e procedure selettive, organizzazione dei servizi di rilevanza economica e delle funzioni non fondamentali oggetto di riordino da parte della Regione.
In assenza degli adempimenti da parte della Regione, tutte le funzioni restano in capo alle Province con il relativo personale, e questo comporterà a breve l’impossibilità economica di continuare a garantire i servizi.
I presidenti delle Province Venete hanno consegnato ai candidati un documento di impegno sulla Legge Regionale già proposta dall'Upi e dall'Anci.