Progetto di attività per il monitoraggio e il controllo di infestazione di cavallette in Provincia di Vicenza nel 2014 - Relazione finale
“Questo lavoro ha evidenziato che le soluzioni, per affrontare la problematica ci sono, ma che oggi più che mai è necessario fare squadra affinché non rimanga limitato al 2014. L'allarme si potrebbe ripresentare in forma massiccia anche nella prossima stagione”. Giovanni Antonio Gasparini, consigliere delegato provinciale all'agricoltura, mette le mani avanti e fa bene. Sul tavolo non solo il presente di una progettualità importante ma anche la speranza che questa possa avere un futuro.
E che insieme si vince, quantomeno si evita l'emergenza, lo ha confermato il convegno sul Progetto “Monitoraggio e controllo delle pullulazioni di cavallette nel territorio vicentino 2014” che ha visto il Servizio Agricoltura della Provincia di Vicenza capofila del team composto da Dafnae-Università di Padova, settore fitosanitario della Regione Veneto, dipartimento prevenzione della Ulss 6 Vicenza ed i Comuni di Brendola, Cornedo Vicentino e Nanto. Presentato nella sede dell'Istituto di Genetica Sperimentale “N.Strampelli”, è illustrato dagli esperti Sergio Carraro (Provincia) e Luca Mazzon, Filippo Giannone e Giacomo Cavaletto di Dafnae, ha ripercorso tutte le tappe dell'intervento, dall'individuazione e dal controllo delle grillare, allo studio delle contromisure, faraone ma anche prodotti non invasivi.
“Questo – continua Gasparini – è stato reso possibile anche dai contributi degli enti partecipanti. Ora però c'è da capire il futuro dell'iniziativa, che riguarda non solo le comunità locali ma anche i singoli. Non si sono solo le coltivazioni, ma anche i giardini, i piccoli orti, luoghi dove d'estate si svolge la vita di molte persone. E' necessario, pertanto, visti i tempi economici, che ognuno faccia la sua parte. Mi riferisco anche alle associazioni di categoria, di certo la Provincia da sola non è più in grado di sostenere economicamente il progetto. Del resto stiamo ancora aspettando di capire che fine farà un patrimonio così prezioso come lo “Strampelli”. Di sicuro, però, gli esiti dimostrano una grande attenzione al territorio”.