Orientamento scolastico per evitare il numero chiuso a scuola
Ho letto con attenzione le dichiarazioni del Preside Zen in merito alla necessità di ricorrere al numero chiuso per limitare le iscrizioni al Liceo Brocchi di Bassano del Grappa. E con altrettanta attenzione ho letto la posizione dei “contrari”, di coloro cioè che invocano un intervento delle istituzioni per il recupero di altri spazi atti a contenere tutti i possibili iscritti, pena per i ragazzi “la mancata possibilità di inseguire il proprio futuro”.
Chiarisco subito che concordo pienamente con le considerazioni fatte dal Preside Zen. Per motivi tecnici innanzitutto, perché il ruolo della Provincia, in accordo con l’USP, è di offrire ai ragazzi scuole di qualità, intesa come spazi (vivibilità), opportunità (laboratori e palestre), sicurezza. Lo dice anche la riforma cosiddetta della Buona Scuola, che richiama anche i dirigenti scolastici a maggiori responsabilità in termini di raggiungimento di elevati livelli qualitativi anziché inseguire un’indiscriminata quantità, alla quale, se intacca la qualità, bisogna anche saper dire basta. Gli spazi del Brocchi sono sufficienti per ospitare gli studenti residenti nel Bassanese e nelle zone limitrofe, ma non quelli provenienti da Cittadella, Castelfranco e Comuni adiacenti, località dove sono già presenti percorsi liceali.
Ma mi spingo oltre, affermando che non è neppure necessario attivare il numero chiuso se alla base della scelta della scuola a cui iscriversi i ragazzi mettono le proprie inclinazioni e il proprio futuro. Perchè la valorizzazione degli studenti passa obbligatoriamente da un percorso di studio che ne interpreta esigenze e attitudini. Gli studenti non sono tutti uguali e come gli studenti anche le scuole. Per questo come Provincia abbiamo investito tanto, anche economicamente, per raggiungere la più ampia offerta formativa, a Bassano come in tutto il vicentino. L’importante è saper cogliere questa opportunità.
Perchè di opportunità si tratta, non di seconda scelta. Il Brocchi è certo una scuola di prestigio, ma altrettanto lo sono istituti tecnici piuttosto che professionali, che di diverso non hanno uno standard di qualità, ma un percorso di studio. Teniamolo bene a mente: la scelta sbagliata dell'istituto scolastico è la prima causa di dispersione scolastica. Perchè un ragazzo che ama le materie tecniche non si innamorerà di certo delle materie umanistiche se iscritto ad un liceo classico. Anzi, odierà la scuola e i continui insuccessi lo porteranno a non avere fiducia in sé stesso. Se vogliamo fare il bene dei nostri figli dobbiamo valorizzarne i talenti, dando ascolto alle indicazioni che ci danno i professori delle scuole medie inferiori, che per tre anni hanno seguito la crescita scolastica degli studenti e ne conoscono bene le inclinazioni.
Orientamento, come già affermato dal prof. Zen, è quindi la parola chiave per una scelta giusta, e il ruolo degli insegnanti è fondamentale per supportare le decisioni degli studenti e dei loro genitori.