A Vicenza un convegno per parlare di autistici e lavoro. E uno Sportello che fa scuola.
Due giorni dedicati all'autismo nelle sue forme meno gravi, per dimostrare che le persone affette da questa patologia non solo sono in grado di lavorare, ma nei lavori di precisione hanno capacità superiori anche ai “normali”. L'appuntamento è venerdì 25 e sabato 26 settembre al Liceo Quadri di Vicenza (Viale Carducci 17), dove si confronteranno i massimi esperti nazionali e internazionali, prima fra tutte la canadese Isabelle Henault, docente di Psicologia all'Università di Montreal. Voluto e organizzato da Angsa Veneto (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), il convegno è a partecipazione libera previa iscrizione (angsaveneto@gmail.com oppure 335-1303112) e conta sulla collaborazione di partner istituzionali (Regione Veneto, Provincia e Comune di Vicenza), sanitari (le 4 Ulss vicentine, l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona), l'Ufficio Scolastico Provinciale, associazioni di categoria e tante associazioni che si occupano di autismo (Fondazione Brunello, Gruppo Asperger, Viviautismo, Primavera 85, Caritas) oltre che della Fondazione Cattolica Assicurazioni.
A Vicenza si contano circa 260 soggetti autistici in età evolutiva, cioè dagli zero ai 17 anni.
Grazie ad una rete pubblico-privata e alla sensibilità degli insegnanti, i ragazzi ricevono adeguato sostegno durante l'età scolastica, ma finita la scuola iniziano i problemi nel raffronto con una società che fatica a riconoscerne e ad accettarne le peculiarità.
Spiega Sonia Zen, Presidente Angsa Veneto: “Chi è affetto da autismo nelle sue forme meno gravi, tecnicamente definite autismo alto funzionamento e sindrome di Asperger, è spesso molto bravo a scuola, con memoria anche superiore alla media, ma con difficoltà relazionali che rendono complicato un inserimento lavorativo. Abbiamo quindi ragazzi diplomati brillantemente e anche laureati destinati a centri diurni con disabili molto più gravi. Questo significa non riconoscere un potenziale che la società potrebbe invece sfruttare, rendendo produttive persone che possono dare molto.” Un potenziale fatto di memoria e precisione, particolarmente adatto a biblioteche e archivi. Ma non solo, come dimostrerà il neuropsichiatra Leonardo Zoccante al convegno, portando casi pratici di inserimenti lavorativi riusciti. E come dimostrerà anche la Sap, azienda di software talmente soddisfatta dei propri lavoratori autistici che al convegno annuncerà di porsi come obiettivo l'assunzione entro il 2020 di una persona con sindrome di Asperger ogni 100 dipendenti.
Non è poi un caso che il convegno si tenga a Vicenza.
In questo territorio si è infatti formata una rete, il Gruppo Provinciale per l'Autismo di Vicenza, chiamata dal Ministero dell'Istruzione a fare scuola in tutta Italia. Costituito nel 2007 su iniziativa della Fondazione Brunello, ne fanno parte specialisti ed operatori dei servizi degli enti pubblici e privati accreditati: Servizi di Neuropsichiatria Infantile delle 4 Ulss, Presidio Riabilitativo La Nostra Famiglia, Centro Rieducativo Villa Maria di Vigardolo, Università di Verona, Ufficio Scolastico di Vicenza, Angsa Veneto e Autismo Triveneto.
Il primo impegno ha riguardato la formazione, rivolta sia ai genitori che agli insegnanti, in particolare delle scuole dell'obbligo, ma sempre più anche delle scuole per l'infanzia e degli asili nido visto che l'autismo si manifesta sempre più precocemente. In tanti anni di attività sono stati formati migliaia di insegnanti “che si sono dimostrati molto sensibili all'autismo e alle condizioni per facilitare l'apprendimento di ragazzi affetti da questa patologia” spiega Luciana Brunello, Presidente della Fondazione Brunello. Tanto che proprio a Vicenza è nato lo Sportello Provinciale Autismo, attivato dall'Ufficio Scolastico Territoriale, a cui fanno riferimento gli insegnanti non solo vicentini.
“Lo Sportello è un'eccellenza di cui dobbiamo essere fieri -commenta Morena Martini, Vicepresidente della Provincia che sarà presente al convegno- e lo dico non solo come rappresentante di un'Istituzione, ma anche come insegnante che ha potuto verificare in prima persona l'ottimo lavoro di un team preparato e professionale, ausilio fondamentale per chi si trova a confrontarsi con una patologia complessa come l'autismo e ha la volontà di promuovere le capacità dei ragazzi, e sottolineo di tutti i ragazzi. Ora però bisogna fare un passo in più, guardare oltre la scuola e creare le condizioni perché le conoscenze acquisite a scuola possano essere messe a frutto nel mondo del lavoro.”