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Tornano le anguille nei fiumi del Vicentino

pubblicato il 22/10/2013, ultima modifica 22/10/2013

Sedici quintali di anguille. Saranno reimmessi entro la fine dell'anno nei principali corsi d'acqua vicentini, almeno in quelli che si sono rivelati idonei ad accoglierle. Prima “semina” sabato scorso, alla presenza anche dell'ex assessore Marcello Spigolon, promotore durante il suo mandato, di questo progetto in chiave vicentina. Compresa in un più vasto programma europeo, l'iniziativa mira all'aumento di una popolazione ittica anche da noi in drastico calo, come pure i suoi pescatori. Eppure la pesca del bisatto è sempre stata una tradizione anche da noi. Anzi, nel suo “De Natura Animalium”, Claudio Eliano, filosofo e scrittore del III secolo dopo Cristo, magnifica le anguille del Bacchiglione, da lui chiamato Ereteno, come le migliori di tutto l'Impero Romano. “Oggi invece – sottolinea Francesca Zanotto, funzionario del Dipartimento Pesca della Provincia di Vicenza – non sappiamo neppure quanto siano e per questo abbiamo aderito a questo progetto europeo, per il quale abbiamo ottenuto un primo contributo di 50mila euro”. E altri 45mila potrebbero arrivare il prossimo anno.

Primo passo, allora, il censimento degli animali presenti. Realizzato da Aquaprogram sotto il coordinamento dei biologi Stefano Salviati, Thomas Busatto e Diego Spedicato e grazie all'intervento dei pescatori volontari del Pabat e del Bacino di Pesca B: “Un migliaio di esemplari – sottolinea il dottor Salviati – sono stati anche marcati proprio per capire meglio quello che accade a questa specie”. A queste prime operazioni ha collaborato anche Alfredo Adami, memoria storica del fiume, l'ultimo dei pescatori di anguille. A 85 anni, in “pensione” da due, conserva ancora, gelosamente, bertovelli, paletti e reti. E, felice come un bimbo, non si è tirato indietro quando la Provincia di Vicenza ne ha richiesto l'aiuto, al fine di individuare i luoghi migliori dove piazzare le trappole. Stavolta, però, non per portar via un gustoso capitone da dividere con gli amici del centro anziani, ma al contrario proprio per capire come e dove procedere nel ripopolamento. “Esperienza preziosa. E pensare che un tempo – ride Zanotto – lo rincorrevano per tutto il Bacchiglione”.

Pesce misterioso, che nasce e muore (senza venire a galla) nel Mar dei Sargassi, e che riesce a trasmettere, di genitore in figlio (o ceca), tutte le informazioni per fare lo stesso tragitto e tornare esattamente nel posto da dove è venuta la madre, (uscendo sulla terraferma, se è il caso, e strisciando per completare la migrazione) l'anguilla deve fare i conti non solo con i nemici naturali, ad esempio il pesce siluro, ma anche con alcuni ostacoli creati dall'uomo. “In qualche punto del Bacchiglione andremo a realizzare scivoli che permettano alle femmine di superare dislivelli e sbarramenti e raggiungere così l'Adriatico”.