Al via tirocinio per cinque ragazzi
Alessandro, Alessia, Davide, Eleonora, Viviana. Cinque ragazzi alla ricerca del proprio futuro e di quella passione orafa un tempo caratteristica dominante della nostra provincia ed oggi alle prese con i venti della globalizzazione e della crisi.
D'età compresa tra i 18 e i 29 anni, preparazione scolastica diversa e speculare e provenienti da Vicenza, Padova e Milano, sono stati selezionati per il progetto “Bottega di Mestieri”, promosso dall'agenzia ministeriale “Italia Lavoro” nell'ambito del programma “Apprendistato e Mestieri a Vocazione Artigianale. “E' una iniziativa – sottolinea il Capo Gabinetto della Provincia di Vicenza – che ha la finalità di attivare percorsi sperimentali per favorire la trasmissione di competenze specialistiche verso le nuove generazioni. Da parte nostra abbiamo partecipato attivamente nella valutazione e nella selezione delle candidature, consapevoli che stiamo parlando di un settore che un tempo era il comparto per eccellenza della nostra economia”.
Sintesi di 79 domande ed avanguardia del manipolo di 25 aspiranti lavoratori - forse un giorno, chissà, imprenditori – suddivisi in tre corsi a cadenza semestrale, questi ragazzi si formeranno non solo sui banconi di alcune aziende – Imo srl di Vicenza, Microvalle srl di S.Pietro Mussolino, F.lli Bovo srl di Trissino, Ronco spa di Monticello Conte Otto, Misis srl di Vicenza e Orozen srl di Romano d'Ezzelino – ma anche sui banchi del Cesar di Vicenza dove una parte della formazione verterà sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, sull'organizzazione aziendale e sulla qualità in azienda. In cambio riceveranno una borsa mensile di 500 euro (250 euro per tirocinante invece andranno alla Bottega) non pochi se si considera che dalla Scuola alla fabbrica il passo non è più facile come un tempo. Anche perché nel Vicentino i percorsi di studio, vedi corsi del “Lampertico”, si sono prosciugati per mancanza di studenti.
Fondamentale allora, al riguardo, il ruolo di Confindustria e Confartigianato, che hanno raccolto di buon grado le sollecitazioni di “Italia Lavoro”. Spiega Giuseppe Corrado, orafo e presidente della sezione all'interno dell'associazione industriali: “C'è carenza di manodopera ma c'è stata anche un'evoluzione dell'attività che oggi richiede specializzazione e precisione come ad esempio nel comparto meccanico. E' vero, sotto il profilo creativo siamo ancora alla avanguardia, il guaio è che vengono da noi per i prototipi e poi se li fanno fare dove costa meno. Dobbiamo diventare svizzeri e farci pagare la nostra creatività”. Sulla stessa linea anche Franco Pozzebon, dell'associazione degli artigiani: “La formazione è fondamentale ed alla fine andremo a verificare i risultati del progetto”.