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A "caccia" di conferme: ecco il Piano faunistico

pubblicato il 26/09/2013, ultima modifica 26/09/2013

Presentate questo pomeriggio a Palazzo Nievo le due proposte di Piano Faunistico Venatorio, relative al prossimo quinquennio 2014-2019, elaborate dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Vicenza. Alla presenza di rappresentanti del mondo delle categorie economiche e produttive, agricole in particolare, delle sigle dei cacciatori e degli ambientalisti e di molti cittadini, sono state illustrate le novità che verrebbero introdotte nella programmazione una volta che questa sarà percepita dalle amministrazioni competenti.

“In effetti l'incontro di oggi – sottolinea il Dirigente Provinciale della Caccia Ferdinando Bozzo – si inserisce nelle procedure di VAS, Valutazione Ambientale Strategica, che prevedono la consultazione del territorio e la partecipazione dei portatori di interesse. Tutto ciò secondo un calendario regionale già programmato”. La tappa vicentina, molto partecipata, è stata introdotta dal dottor Mario Richieri, Dirigente del Settore Caccia della Regione Veneto, e da Marcello Spigolon, Presidente della Commissione Provinciale ed ha registrato molti interventi da parte del pubblico. In realtà ulteriori proposte, osservazioni e controdeduzioni dovranno essere inviate per iscritto, ai due Enti, entro il 29 ottobre.

“La gestione della fauna selvatica e l'organizzazione dell'attività venatoria – sottolinea il funzionario provinciale Adriano Bertoletti -sono i punti salienti di questi documenti. Dal punto di vista pratico, è il terzo Piano che la Provincia di Vicenza licenzia e non ci sono grosse differenze con i precedenti. La suddivisione territoriale delle zone faunistiche resta invariata come i due Ambiti di caccia, Alta e Bassa Pianura Vicentina, e la linea di demarcazione fra la pianura e la montagna. Le novità riguardano l'istituzione di un nuovo comprensorio alpino, nato dalla scissione di quello di Recoaro-Valli del Pasubio (si passa da 7 ad 8, dunque, con Crespadoro che resta collegata alle terme e Velo D'Astico che passa all'ombra delle fonti) e alcune modifiche relative a oasi e zone di ripopolamento e cattura che in qualche caso sono state rimodellati a seconda delle esperienza operativa ed in altri sostituiti con nuove realtà, mantenendo comunque la superficie di caccia intatta”.

E' un Piano, insomma, che punta sulla qualità e che sarà ora al vaglio dei protagonisti attivi. Il confronto è appena agli inizi.