Lavoratori italiani nelle basi Usa: tutela da parte della Provincia
La Provincia di Vicenza tira le somme dopo l'appello delle associazioni dei lavoratori italiani all'interno delle strutture militari statunitensi e l'incontro con il console generale degli Usa a Milano svoltosi il 13 marzo scorso.
“Ci eravamo impegnati a rappresentare le preoccupazioni in termine di occupazione e professionali dei nostri connazionali, nonché alcune problematiche economico-commerciali importanti per il nostro sistema produttivo, alle autorità diplomatiche statunitensi e lo abbiamo fatto. Circa l'esito della nostra iniziativa avevamo preso l'impegno di darne comunicazione ragione non appena avessimo maturato risposte concrete. Che per quanto ci riguarda sono pure molto positive. A cominciare dal riposizionamento dei 67 lavorati della Caserma Ederla considerati in esubero e la creazione di 200 nuovi posti di lavoro al Dal Molin nel 2013. Su questo il console generale Usa a Milano è stato chiaro”.
E’ questa la rassicurazione con cui Dino Secco, Vicepresidente della Provincia, Nereo Galvanin, Assessore al Patrimonio, e Roberto Cattaneo, consigliere provinciale, sono tornati dalla visita a Milano lo scorso 16 marzo al console Kyle Scott e al delegato per gli affari politico economici Richard Snellire.
“Da parte nostra – sottolinea Dino Secco – abbiamo sottolineato due aspetti. Il primo economico ovvero i rapporti commerciali che esistono tra Vicenza e gli Usa. Il saldo tra import ed export vede un attivo di oltre 828 milioni di euro ma tra il 2006 ed il 2011 abbiamo assistito anche ad un crollo dell'expo nel settore orafo, conseguenza della penetrazione di mercati che godono comunque di dazi migliori. Al riguardo abbiamo chiesto uniformità di trattamento e dunque una revisione degli attuali dazi doganali. La seconda questione è stata quella occupazionale ed anche in questo abbiamo ottenuto come detto buone risposte”.
Sulla situazione degli 833 lavoratori italiani già impiegati all'interno della Caserma Ederle e di quelli che andranno nella nuova base, interviene Cattaneo: “Abbiamo fatto presente al console che la loro condizione non è uguale a quella dei lavoratori tedeschi nelle caserme Usa in Germania. Questo, con molta probabilità, anche a causa dell’impossibilità per noi di ottenere la “Cac Card”. Un argomento che già abbiamo affrontato ma su cui è nostra intenzione tornare, anche e soprattutto con l’Autorità di Garanzia, perché è chiaro che chi ci rimette sono i lavoratori italiani.”
Ed è proprio all’Autorità di Garanzia, quindi, che si rivolgerà quanto prima la Provincia di Vicenza, attraverso Secco, Galvanin e Cattaneo, perché ai lavoratori italiani sia garantita parità di accesso e parità di garanzie nelle caserme statunitensi.
Proficua anche per Galvanin la trasferta milanese: “Il Console ci ha spiegato la filosofia della gestione globale Usa in Europa. Una filosofia che prevede una riduzione degli organici e delle strutture ma dalle quali l'Italia è esclusa. Prova ne sia che una volta completato il Dal Molin la presenza statunitense salirà a 15mila persone complessive, vale a dire il 14% della popolazione cittadina. Numeri che potranno avere un'importante ricaduta anche sull'economia locale, penso all'indotto, servizi in primis. Già oggi il Governo Usa spende 40 milioni di dollari l'anno per le locazioni”.
Grande soddisfazione per il lavoro svolto dalla Provincia di Vicenza è stata espressa dai Sindacati Cisl e Uil attraverso i loro rappresentanti Nicola Pegoraro, Ronald Carpenter e Roberto Frizzo: “L'intervento della Provincia ha consentito di riposizionare i 67 dipendenti ritenuti in esubero”.
A proposito di questo, dal vicepresidente Secco arriva un'ultima conferma: “Abbiamo chiesto che nei contratti che si andranno a firmare vengano inserite anche le norme di tutela e gli ammortizzatori sociali che oggi invece non sono previsti in caso di mobilità”.
Conclude Cattaneo: “Spero che vengano finalmente superate le posizioni ideologiche per affrontare assieme la realtà e trasformare in vere, concrete opportunità questa presenza”.