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L'assessore ai Trasporti ribatte sull'apertura delle scuole nel bassanese

pubblicato il 16/02/2012, ultima modifica 16/02/2012

 

Non è con la demagogia che si fa buona amministrazione. E neppure corretta informazione. Dopo il comunicato firmato e spedito a tutte le scuole bassanesi, il dottor Gianni Zen è intervenuto nuovamente sulla vicenda della ventilata riapertura degli istituti superiori di Bassano e dell'Altopiano di Asiago nella giornata di mercoledì delle ceneri con una precisazione a mezzo stampa a dir poco cerchiobottista. Ovvero, dicendo in sostanza che la lettera è stata sì mandata, ma per colpa delle Poste Italiane non è mai arrivata. Bene, capisco tutto, capisco la necessità di cercare di uscire indenni da quella che si stava configurando sempre di più come una brutta figura e di salvare faccia e apparenze, ma è venuto il momento di una precisazione doverosa. Non ho mai amato le conclusioni “a tarallucci e vini”, men che meno quando queste lasciano zone d'ombra sull'operato di enti e persone il cui unico torto è quello di chiedere banalmente il rispetto delle regole.

 Ed allora, illuminiamole queste zone d'ombra e soprattutto queste benedette regole. Chiariamo subito un punto FONDAMENTALE. Lasciando perdere il tentativo, invero discutibile, di scaricare sul sistema postale nazionale la mancata consegna della richiesta epistolare – ma è stata poi spedita? E se sì, come mai non si è pensato a farlo per raccomandata? Misteri – mi permetto sommessamente di fare osservare che la stessa NON sarebbe comunque mai dovuta partire. Non lo dico io, ma quel calendario scolastico 2011-2012 che i dirigenti scolastici bassanesi a quanto pare non conoscono o non hanno mai letto. A pagina 2 della delibera di giunta regionale n.49 del 19 aprile 2011, infatti, si legge che sulle festività, specificate data per data, il “calendario descritto a seguire è vincolante per tutte le Scuole Statali e Paritarie del Veneto”. Riguardo al carnevale, indicato “da domenica 19 a mercoledì 22 febbraio 2012 compresi”, il paragrafo recita testualmente: “previo accordo con gli enti erogatori dei servizi e con le altre Scuole del territorio, si potrà operare la sospensione dell'attività didattica in altre date qualora specifiche tradizioni locali collochino il Carnevale in giornate diverse da queste, come fra l'altro suggerito nella citata comunicazione dell'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto”.

Sta di fatto che nel Vicentino la data di celebrazione del Carnevale è uguale per tutti, da Asiago e Noventa, e che pertanto non sussistono le specificità richiamate dal legislatore. Come si vede la richiesta era immotivata e completamente fuori luogo. Nonché inopportuna anche sotto il profilo economico dal momento che avrebbe comportato una spesa di quasi centomila euro. Ricordo infatti che sul comprensorio bassanese insiste una buona fetta di popolazione scolastica proveniente dalle limitrofe province di Treviso e di Padova, per cui si sarebbe dovuto aprire un tavolo economico anche con le aziende di trasporto di queste aree. Dunque non solo con Ftv. Per inciso, il sottoscritto ha anche provato a contattare le ditte in questione ricevendone da subito un No per la impossibilità di riorganizzare il servizio in una giornata comunque di festa. Insomma si sarebbe trattato di uno spreco sotto tutti i punti di vista, oltre che di uno schiaffo alle regole, alle quali invece tutte le realtà scolastiche del Veneto si sono attenute. Non solo. L'italiano insegna che la formula “previo accordo” è ben altra cosa da una comunicazione inviata non si sa come. Presuppone un tavolo di confronto circa la fattibilità della richiesta e non un'automatica accettazione della stessa. Cosa che invece non c'è mai stato neppure allo stato di intenzione, dal momento che Provincia ed Ftv, per ammissione dei richiedenti, avrebbero dovuto limitarsi a prendere atto e a garantire il servizio di trasporto scolastico per quel mercoledì. Non è così che funziona. Mi fermo qui e glisso, per carità di patria, sulle incongruenze e sui giudizi gratuiti e poco rispettosi della verità sull'operato di Provincia e Ftv contenuti nel comunicato stampa ricordato all'inizio. Affermare però come fa il dottor Zen che “le aziende di trasporto, emanazione degli enti locali, debbono mettersi al servizio delle scuole e delle famiglie, e non viceversa” è una forzatura per giunta poco responsabile in riferimento al momento storico, sociale ed economico che stiamo vivendo. Il Trasporto Pubblico Locale è al servizio di tutta la Comunità Veneta. Dunque “anche” della scuola ma non solo. Il TPL non può essere inteso come un mero pullmino scolastico ma rientra in una logica vasta quanto il territorio e le sue problematiche.

 Un sassolino sull'autonomia scolastica. Ben venga, lungi da me l'idea di una gestione centralista, ma non credo che sia una zona franca dove far ricadere tutto, anche cose che sembrano francamente capricci. L'autonomia scolastica è una grande occasione per studenti e famiglie soprattutto se si armonizza con il resto del territorio. Il “così è se vi pare” di decisioni come questa è proprio il contrario del dialogo e della collaborazione auspicati e finisce col rendere un pessimo servigio proprio a coloro che dovrebbero di contro beneficiarne. Per carità, qualcuno su cui scaricare le colpe si trova sempre, ma questo non cambierà comunque la sostanza delle cose. Semmai accentuerà il solco dell'incomprensione e non è di questo che hanno bisogno i nostri concittadini.