Un tavolo di confronto vicentino contro la disparità salariale tra maschi e femmine
Vicenza, 27 aprile 2011
Una borsa rossa, come sono in rosso le
tasche delle donne: è questo il simbolo scelto per la campagna di
sensibilizzazione contro le disuguaglianze di retribuzione
lavorativa
tra uomini e donne.
Un tema su cui vuole attirare
l’attenzione la consigliera provinciale di parità Grazia Chisin,
che questa mattina ha radunato nella Sala Giunta della Provincia i
protagonisti attivi del mondo del lavoro vicentino: l’Assessore
Provinciale al Lavoro Morena Martini, la Presidente ApiD Vicenza
Pinella Grimaldi, la Presidente Aidda Mara Borriero, la Presidente
Fidapa Francesca Ruta, la Presidente della Commissione Pari
Opportunità della Provincia Ornella Galleazzo, la Presidente della
Commissione Pari Opportunità del Comune di Vicenza Cristina Balbi
e
rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.
I dati
Nonostante una normativa di riferimento
che assicura tutela, i numeri reali non lasciano spazio a dubbi: a
parità di posizione professionale, le donne italiane percepiscono
un
salario inferiore a quello degli uomini pari al 4,9%, che si
traduce
in una media di 200 euro mensili in meno. La differenza aumenta se
si
calcola anche la produttività, visto che l’incentivo è collegato
ad indicatori che escludono la maternità anticipata e facoltativa,
le assenze in permesso per la cura dei figli e di altri
famigliari,
l’assistenza a persone diversamente abili.
Di conseguenza, le donne hanno pensioni
più basse degli uomini, tanto che il 22% è a rischio povertà.
Il tasso di occupazione maschile è
pari al 69%, quello femminile al 46,1%. Le donne che compongono i
Consigli di Amministrazione delle società quotate sono solo il
6,8%,
le parlamentari donne il 19,9%.
La maternità continua a essere il
motivo principale di discriminazione sui luoghi di lavoro, sia per
l’accesso che per la differenza salariale. A causa dei supporti
sociali spesso insufficienti, il 17% delle donne lascia il lavoro
dopo la nascita del primo figlio.
La campagna Equal Pay Day
Anche Vicenza, quindi, aderisce
all’Equal Pay Day, celebrato in tutta Europa il 15 aprile ma che
deve sviluppare i suoi effetti non in un giorno, ma a lungo
termine.
“L’obiettivo –spiega Grazia Chisin- è stimolare il dibattito
sul tema, aumentando la consapevolezza di chi è chiamato
concretamente ad agire a livello normativo e contrattuale, ma
sensibilizzando in generale la pubblica opinione, perché solo un
cambio di mentalità è in grado di predisporre la società al reale
cambiamento.”
Dal canto suo, la Commissione Pari
Opportunità della Provincia sta facendo la sua parte: “Abbiamo
modificato lo Statuto Provinciale –spiega Ornella Galleazzo- e ora
stiamo analizzando i Regolamenti perché anch’essi recepiscano la
parità di trattamento uomo-donna, in particolare relativamente
alle
nomine in enti e associazioni partecipate dalla Provincia.”
Un percorso che anche il Comune di
Vicenza ha intrapreso e che, conferma Cristina Balbi, tutti i
consiglieri stanno appoggiando senza distinzione di appartenenza
politica.
“E’ da 20 anni che partecipo a
confronti e scontri sulle pari opportunità –conclude Morena
Martini- e mi pare che, molto lentamente, qualcosa stia cambiando.
Non le differenze uomo-donna, che c’erano e ci sono, ma il diverso
modo di affrontarle: negli anni passati erano accettate, anche
dalle
donne, mentre oggi si lotta per eliminarle.”
Due, in concreto, le azioni individuate
come prioritarie e su cui si concentreranno gli sforzi del tavolo
di
lavoro:
- la maternità deve essere un costo sociale, non a carico delle aziende, altrimenti la tutela che la normativa italiana prevede diventa ostacolo all’assunzione di donne.
- quote rosa a tempo, ad esempio per dieci anni, il tempo necessario perché il valore e le capacità delle donne vengano testate e riconosciute.