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Un tavolo di confronto vicentino contro la disparità salariale tra maschi e femmine

pubblicato il 02/05/2011, ultima modifica 02/05/2011

Vicenza, 27 aprile 2011

Una borsa rossa, come sono in rosso le tasche delle donne: è questo il simbolo scelto per la campagna di sensibilizzazione contro le disuguaglianze di retribuzione lavorativa tra uomini e donne.
Un tema su cui vuole attirare l’attenzione la consigliera provinciale di parità Grazia Chisin, che questa mattina ha radunato nella Sala Giunta della Provincia i protagonisti attivi del mondo del lavoro vicentino: l’Assessore Provinciale al Lavoro Morena Martini, la Presidente ApiD Vicenza Pinella Grimaldi, la Presidente Aidda Mara Borriero, la Presidente Fidapa Francesca Ruta, la Presidente della Commissione Pari Opportunità della Provincia Ornella Galleazzo, la Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Vicenza Cristina Balbi e rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil.

I dati
Nonostante una normativa di riferimento che assicura tutela, i numeri reali non lasciano spazio a dubbi: a parità di posizione professionale, le donne italiane percepiscono un salario inferiore a quello degli uomini pari al 4,9%, che si traduce in una media di 200 euro mensili in meno. La differenza aumenta se si calcola anche la produttività, visto che l’incentivo è collegato ad indicatori che escludono la maternità anticipata e facoltativa, le assenze in permesso per la cura dei figli e di altri famigliari, l’assistenza a persone diversamente abili.
Di conseguenza, le donne hanno pensioni più basse degli uomini, tanto che il 22% è a rischio povertà.
Il tasso di occupazione maschile è pari al 69%, quello femminile al 46,1%. Le donne che compongono i Consigli di Amministrazione delle società quotate sono solo il 6,8%, le parlamentari donne il 19,9%.
La maternità continua a essere il motivo principale di discriminazione sui luoghi di lavoro, sia per l’accesso che per la differenza salariale. A causa dei supporti sociali spesso insufficienti, il 17% delle donne lascia il lavoro dopo la nascita del primo figlio.

La campagna Equal Pay Day
Anche Vicenza, quindi, aderisce all’Equal Pay Day, celebrato in tutta Europa il 15 aprile ma che deve sviluppare i suoi effetti non in un giorno, ma a lungo termine. “L’obiettivo –spiega Grazia Chisin- è stimolare il dibattito sul tema, aumentando la consapevolezza di chi è chiamato concretamente ad agire a livello normativo e contrattuale, ma sensibilizzando in generale la pubblica opinione, perché solo un cambio di mentalità è in grado di predisporre la società al reale cambiamento.”
Dal canto suo, la Commissione Pari Opportunità della Provincia sta facendo la sua parte: “Abbiamo modificato lo Statuto Provinciale –spiega Ornella Galleazzo- e ora stiamo analizzando i Regolamenti perché anch’essi recepiscano la parità di trattamento uomo-donna, in particolare relativamente alle nomine in enti e associazioni partecipate dalla Provincia.”
Un percorso che anche il Comune di Vicenza ha intrapreso e che, conferma Cristina Balbi, tutti i consiglieri stanno appoggiando senza distinzione di appartenenza politica.
“E’ da 20 anni che partecipo a confronti e scontri sulle pari opportunità –conclude Morena Martini- e mi pare che, molto lentamente, qualcosa stia cambiando. Non le differenze uomo-donna, che c’erano e ci sono, ma il diverso modo di affrontarle: negli anni passati erano accettate, anche dalle donne, mentre oggi si lotta per eliminarle.”
Due, in concreto, le azioni individuate come prioritarie e su cui si concentreranno gli sforzi del tavolo di lavoro:

  1. la maternità deve essere un costo sociale, non a carico delle aziende, altrimenti la tutela che la normativa italiana prevede diventa ostacolo all’assunzione di donne.
  2. quote rosa a tempo, ad esempio per dieci anni, il tempo necessario perché il valore e le capacità delle donne vengano testate e riconosciute.