Un convegno sulla qualità delle acque vicentine
Come stanno i nostri fiumi? A domanda, risposta. Anzi convegno.
Giovedì 3 marzo, a partire dalle ore 9, nella Sala Tiepolo di Villa Cordellina Lombardi (Montecchio Maggiore) importante ricognizione sulla qualità delle acque superficiali del Vicentino organizzata dalla Provincia di Vicenza, Assessorato all'Ambiente, e dal Dipartimento provinciale e Servizio Laboratorio dell'Arpav di Vicenza. Sul tappeto tutte le questioni riguardanti quello che, allo stato attuale, è il più grande bacino idrico di Europa. Un immenso ma non per questo eterno “tesoro blu” che sarà analizzato in termini di qualità e sicurezza, alla luce dei primi risultati rilevati dal progetto triennale “Monitoraggio Sperimentale degli Elementi di Qualità Biologica”.
Duecentosettanta le stazioni regionali monitotate nel 2009, anno di inizio di questo piano, 51 nel territorio di Vicenza. “Lo stato ambientale – ricorda l'Assessore all'Ambiente Antonio Mondardo – è stato suddiviso in 5 tipologie diverse che vanno dall'elevato al pessimo. A Vicenza la situazione è confortante con i livelli che si attestano fra il secondo ed il primo, ovvero fra il buono e l'elevato appunto, quest'ultimo rilevato nelle zone collinari. In alcuni casi è sufficiente e solo in un caso, nell'Ovest Vicentino, bacino del Chiampo, è scadente. Ma si tratta in questo caso di una situazione nota e che lentamente sta migliorando”.
Se i fiumi, storicamente luoghi di origine delle civiltà, sono diventati con il tempo anche collettori dei loro scarichi, la falda idrica rappresenta naturalmente il futuro. Importanti entrambi per ogni Comunità ma dagli equilibri delicatissimi per la nostra vita. Fondamentale conoscerne problematiche e stato. “Il primo parametro analizzato – sottolinea il Direttore Provinciale di Arpav Vincenzo Restaino – riguarda il livello di inquinamento espresso dai Macrodescrittori ovvero si sono studiate le percentuali di ossigeno disciolto, le concentrazioni di azoto, fosforo ed Escherichia coli. Un altro criterio è lo Standard di Qualità Ambientale che monitora le sostanze pericolose nelle acque”. La notizia importante ma non sorprendente è che nei fiumi vicentini non si è rilevata una presenza al di sopra degli standard anche se alcuni sono risultati superiori ai limiti di quantificazione: “E' stata registrata una maggior presenza di arsenico (50 stazioni), cromo (35) e nichel (46) ma in quantità non preoccupanti, legata nel primo caso alla natura dei suoli e negli altri due all'industria. Infine trend in miglioramento per i fitosanitari, la cui presenza è solo del 2,6%”.
Altri dati saranno resi noti negli interventi di Giovanni Gasparetto e Ugo Pretto e nella relazione di Lorenzo Altissimo, responsabile del Centro Idrico di Novoledo.