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Un accordo per il lavoro tra Provincia e Casa Circondariale

pubblicato il 29/06/2011, ultima modifica 29/06/2011

Sottoscritto questa mattina nella sala Giunta di Palazzo Nievo il Protocollo d'Intesa tra la Provincia di Vicenza e a Casa Circondariale per l'erogazione di servizi per l'impiego ai detenuti. “In pratica – sottolinea l'Assessore al Lavoro e alla Foremazione Morena Martini – si tratta di un accordo importante perché ci impegna a predisporre e gestire le procedure on line che consentono di raccogliere la dichiarazione di immediata disponibilità ed ogni altro documento atto ma determinare la condizione di disoccupazione, al fine di consentire ai detenuti l'adesione individuale alle attività di politica attiva. Ciò consentirà di azzerare i tempi disattesa per lo sportello acceso da Inps e gestito dal patronato Inca e anche per gli stessi detenuti”.


A sottoscriverlo, per l'amministrazione statale, il dottor Fabrizio Cacciabue, direttore dell'istituto di pena e detenzione vicentino. Accompagnato dal responsabile dell'Area giuridico-pedagogica Claudio Petruzzellis, spiega: “I nostri corsi di formazione come pure i tirocini formativi mirano a preparare personale in settori carenti di particolari figure professionali all'esterno (panificatori, saldatori, decoratori) o di sviluppo in prospettiva (agricoltura biologica, pasticceria) nonché a realizzare delle botteghe dei mestieri permanenti. Dall'inizio dell'anno abbiamo attivato 7 corsi. Ricordo che il lavoro rientra per legge nella rieducazione e nel recupero delle persone”. Obiettivo, una volta fuori, l'assunzione e dunque una prospettiva di vita normale. Un compito cui la Provincia di Vicenza non si sottrae. Grazie proprio all'intervento e all'intuizione dell'Ente all'interno del carcere oggi funziona un forno che prevede una piccola forza lavoro è dà pane non solo alla popolazione carceraria berica ma anche a molti vicentini conquistati dal sapore e dalla fragranza del “PanPioX”.


“E con il Parolini di Bassano abbiamo attivato anche una sezione staccata dentro il carcere per permettere ai nostri ospiti di poter conseguire il diploma di scuola superiore”. Trasformare il tempo da attesa in attività: una sfida che le autorità ed i 350 detenuti del S.Pio X stanno raccogliendo con convinzione crescente.