Opere idrauliche prioritarie: la città di Vicenza nodo importante del nord est
27 gennaio 2011 - Fare squadra tra istituzioni perché non sfuggano
i finanziamenti per realizzare i lavori idraulici indispensabili. Individuare
le priorità. Sostenere il giusto indennizzo ai proprietari delle terre
dove sorgeranno i bacini di laminazione. Di questi temi hanno parlato a palazzo Trissino il sindaco di Vicenza Achille Variati, accompagnato
dall’assessore all’ambiente Antonio Dalla Pozza, e l’assessore provinciale
ai beni ambientali e alle risorse idriche ed energetiche Paolo Pellizzari,
che ha definito quello della città di Vicenza il nodo idraulico più complesso
di tutto il nord est.
“Quello con il sindaco del capoluogo –
ha detto Pellizzari - è il primo passaggio che fa la Provincia con il territorio
perché proprio su Vicenza insistono i corsi d’acqua che raccolgono i bacini
più piovosi d’Italia, dalla Val Leogra alla Valdastico. Risolvere il nodo
di Vicenza città vuol dire quindi risolvere il problema idraulico non solo
del Vicentino, ma anche del Padovano e in parte del Veronese. Per questo
è necessario ragionare insieme, tra enti del Vicentino e con le province
vicine. Le realtà sono diverse, ma l’acqua le unisce. La Regione, a Villa
Cordellina, ci ha presentato la sua proposta di intervento. La Provincia
e i Comuni dovranno ora apportare le proprie osservazioni. Dal punto di
vista strategico, se individueremo insieme le priorità, il problema si
risolverà per tutti. Se invece vincerà il campanilismo e si pretenderà
la soluzione di un singolo problema, esso verrà scaricato da un’altra
parte e noi non avremo fatto il nostro dovere di amministratori”.
“Il Comune di Vicenza – ha concluso l’assessore
– dimostrando molta intelligenza ha capito che serve uno sguardo più ampio,
perché la sua sicurezza non dipende solo dal Bacchiglione e dal Retrone,
ma anche dall’Astico-Tesina, che in caso di piena fa da tappo agli altri
fiumi. Il sistema è molto complesso e va affrontato nel suo insieme”.
“Nei prossimi giorni – ha aggiunto il sindaco
Variati – con il coordinamento della Provincia dovremo affrontare in via
definitiva due questioni. Primo, individuare in modo indiscutibile le priorità
che consentano di controllare le piene, lavori urgenti per i quali la Regione
deve darci la necessaria forza finanziaria. Secondo, pretendere un giusto
indennizzo per chi ha la terra che serve ai bacini e, a sua volta, ha il
dovere di non ostacolare interventi indispensabili per il più alto interesse
collettivo. Questi sono momenti grami per l’agricoltura, gli indennizzi
favorevoli sono giusti e noi dobbiamo batterci perché si ottengano. Ci
aspettiamo altrettanta collaborazione da chi ha la terra, perché non è
interesse di nessuno che si rinviino le opere o che per realizzarle
si ricorra a strumenti che nessuno di noi vuole utilizzare. Siamo vicentini,
siamo gente per bene e pertanto riusciremo a trovare la soluzione in tempi
brevissimi. Chi ha le terre non sarà lasciato solo. Non ci lasci soli.
E nessuno si permetta di fare strumentalizzazioni sotto qualche falsa bandiera”.
Quanto alle priorità, Pellizzari ha esplicitamente
indicato per il nodo di Vicenza il bacino di laminazione di Caldogno (3
milioni e 300 mila metri cubi di volume, opera in parte già finanziata
e ampliabile), le casse di espansione del Retrone a Creazzo (100 mila metri
cubi, finanziata) e a Sovizzo (500 mila metri cubi) e quella a nord-ovest
della città sul Dioma (500 mila metri cubi).
“Apprezziamo il ruolo di coordinamento –
ha concluso l’assessore all’ambiente Antonio Dalla Pozza - che sta svolgendo
la Provincia e il suo impegno nel far maturare una coscienza condivisa
su questo problema. Ora servirà lavorare anche con la popolazione per far
capire che si deve puntare a un bene collettivo non solo alla salvaguardia
del proprio territorio. Noi faremo la nostra parte, ma sappiamo che per
salvare Vicenza serve l’aiuto di chi sta a monte, così come la nostra
collaborazione è necessaria per salvare chi sta a valle”.