Liberata a Recoaro un’aquila curata al Centro Rapaci della Provincia
Recoaro Mille, 28 aprile 2011
Un improvviso vento freddo sulle penne,
pochi colpi d’ali e in un istante è scomparsa dalla vista
dell’uomo. Una cerimonia tanto veloce quanto emozionante, che ha
avuto come protagonista un’aquila reale tornata questa mattina a
volteggiare sui monti di Recoaro dopo un periodo di riabilitazione
al
Centro Recupero Rapaci di Arcugnano.
Una protagonista schiva per un evento
eccezionale, tanto da attirare a Recoaro un nutrito numero di
turisti, telecamere e macchine fotografiche alla mano, nonostante
la
leggera pioggia quasi ghiacciata, un freddo e un vento invernali.
Condizioni climatiche che non hanno scoraggiato la Polizia
Provinciale, guidata dall’Assessore Marcello Spigolon, agenti del
Corpo Forestale dello Stato con il comandante Davide Simeoni, il
Presidente del Comprensorio Alpino Ivano Cornale, il Sindaco di
Recoaro Franco Perlotto, Alberto Fagan responsabile del Centro
Rapaci
e tanti giornalisti. Tutti desiderosi di prendere parte ad una
storia
che non ha molti precedenti.
Una storia iniziata il 1° marzo
scorso, quando nel centro abitato di Recoaro Terme un passante ha
avvistato una giovane aquila in evidente difficoltà: svolazzava,
ma
non riusciva a prendere quota e si era appollaiata sul parapetto
del
torrente Agno.
“Non è raro vedere le aquile ad alta
quota –precisa Simeoni- visto che i nostri monti sono un habitat
ottimale per loro, ma mai era capitato di vederne una in città.
Nel
primo anno di vita è alta la mortalità di questi rapaci e capita,
sulle cime, di recuperare piccoli corpi.” La nostra aquila invece
è
scesa in città a cercare aiuto. E l’ha trovato nel Corpo Forestale
dello Stato, che l’ha catturata per affidarla al Centro
Riabilitazione Rapaci gestito dalla Provincia di Vicenza e
dall’ATC
Vicenza SUD, in particolare alle cure di Alberto Fagan,
riconosciuto
come il maggiore esperto di rapaci a livello nazionale.
“L’aquilotto pesava 2,7 kg –ricorda
Fagan- aveva meno di un anno di vita e presentava le “barre di
fame” sulle penne, ossia un piumaggio non perfetto a causa della
denutrizione patita ancora nel nido. L’ho fatto visitare da un
veterinario specialista in rapaci, Massimo Vinelli, e l’ho
sottoposto ad esami e accertamenti alla clinica veterinaria
dell’Università di Bologna, diretta dal professore Mauro Delogu,
per escludere parassitosi, infezioni e altre gravi patologie”.
Fagan si è preso cura dell’aquila,
l’ha alimentata stimolandone l’appetito, fino a farle raggiungere
i 3,75 kg di peso, e soprattutto le ha fatto fare riabilitazione,
facendola volare tra le colline di Arcugnano in preparazione al
grande volo nel cuore delle Dolomiti.
Dopo due mesi, oggi, è arrivato il
grande giorno del ritorno a casa. Come tutte le star, l’aquila si
è
fatta precedere da due gheppi e una pojana, anch’essi curati nei
mesi scorsi al Centro Rapaci. Aperte le gabbie, i tre volatili si
sono sgranchiti le ali e sono volati via. Dando tempo agli
spettatori
di capire la probabile traiettoria di volo dell’aquila.
L’Assessore Spigolon, affiancato
dagli agenti della Polizia Provinciale e dal Sindaco Perlotto, ha
aperto quindi la gabbia più grande. Appena il tempo di essere
sfiorata dal vento freddo e l’aquila reale, imponente nella sua
apertura alare, si è diretta fiera e decisa verso il cielo più
alto.
“La terremo sotto controllo con un
radiotrasmettitore –spiega Fagan- ma sono certo che non avrà più
bisogno di noi.”
Per i prossimi cinque anni si sposterà
molto, afferma Cornale, percorrendo distanze che arrivano anche a
qualche migliaio di chilometri. Ma tornerà a nidificare e a
riprodursi sui monti di Recoaro, dove è nata e dove trascorrerà la
maggior parte della vita.
“Un epilogo felice –conclude
Spigolon- possibile grazie al Centro Rapaci, gestito dalla
Provincia
e sostenuto con i proventi delle licenze di caccia. Ci prendiamo
cura
di animali feriti, debilitati, denutriti, con l’obiettivo di
restituirli in forza al loro habitat. Anche questo è rispetto per
l’ambiente.”