Lettera aperta dell'Assessore Martini agli studenti
Vicenza, 3 gennaio 2011 - Lettera aperta agli studenti vicentini da parte dell'Assessore Provinciale alla Scuola Morena Martini.
Cari Ragazzi,
scrivo queste righe sull'onda emotiva dei fatti che hanno chiuso un 2010 difficile ed aperto un 2011 ancora da riempire di contenuti.
Scrivo per Matteo, un giovane come Voi ed un alpino come quasi tutti i vostri padri e nonni, partito volontario per una missione in cui credeva con tutte le sue forze e ritornato in un feretro di legno avvolto nel tricolore. Un eroe, certamente, ma ritengo più bello e giusto ricordarlo come un ragazzo consapevole che aveva deciso di adattare la sua vita ai Valori nei quali credeva: la famiglia, la bandiera, il cappello degli Alpini.
Tutte cose che qualcuno bolla come retorica ma che in realtà costituiscono il senso stesso della nostra Comunità Vicentina e la base più solida del nostro essere cittadini responsabili.
Matteo aveva fatto la sua scelta e non era certo quella di Rambo. Aveva scelto la Pace e non c'era contraddizione con la divisa che indossava, simbolo di Solidarietà.
Matteo Miotto era fiero di essere un alpino. Era quello che voleva fare, idealista com'era sebbene non fino al punto di non sapere che quel suo cappello piumato rappresentava anche un bersaglio. E che sarebbe potuto diventare in qualsiasi momento il confine sottilissimo tra la speranza di un futuro migliore e la crudezza, la spietatezza del quotidiano in cui viveva.
Sì, sapeva bene che la morte era in agguato non ogni giorno ma ogni secondo di quella esperienza, eppure non si è tirato indietro. Perché la sua era una scelta di vita, anzi, di Vita.
Un'altra riflessione. In questi giorni di articoli e servizi televisivi non ho potuto fare a meno di notare il contrasto stridente tra la storia di Matteo e la vicenda di Cesare Battisti.
Due scelte apparentemente consapevoli in realtà opposte, persino antitetiche.
Da una parte un ragazzo divenuto Uomo di fronte all'orrore della guerra e rimasto comunque puro nel cuore, dall'altra un assassino trasformatosi in scrittore senza mai esser diventato Uomo davvero.
Da una parte mani che tentavano di costruire un domani, dall'altra mani lorde di sangue che hanno invece spezzato il futuro di tante persone.
Cesare Battisti, lo spietato terrorista capace di freddare a sangue freddo quattro persone. Eterno fuggitivo paradossalmente grazie a quella istituzione, lo Stato, che voleva abbattere a colpi di P38. Senza preoccuparsi di chi c'era davanti alla canna della pistola ma premendo il grilletto con fredda determinazione.
Non è né un Uomo né un Eroe: Cesare Battisti disonora entrambe le categorie al pari del nome che porta e del Paese che continua a rinnegare.
E' solo un vigliacco. Di successo, ma sempre un vigliacco.
Al contrario di Matteo, lui non sa cosa sia la coscienza. Non l'ha mai avuta.
E non sa neppure cosa sia la giustizia. Non ne ha mai posseduto il senso.
Cesare Battisti non è un perseguitato, ma un fuggitivo. Un evaso scappato prima da sé stesso, facendosi scudo di un'arma, e poi dalle proprie responsabilità, complice la stolta superficialità di chi, in Francia come in Brasile, continua a scambiare questo criminale comune per un perseguitato.
Cesare Battisti ha calpestato e fa calpestare il nostro Paese, la sua Dignità, la sua Storia. E' TUTTO il contrario di Matteo che l'Italia l'ha amata e onorata con la semplicità delle sue parole, dei suoi gesti e dei suoi Valori.
Lascio a Voi, cari ragazzi, riflettere sulla lezione che la cronaca di questi primi giorni dell'anno ci mette davanti agli occhi. Da una parte il Dovere e la responsabilità delle proprie azioni, dall'altra la Fuga.
Ringrazio Matteo e ringrazio la sua famiglia per l'esempio che ha saputo essere per lui. Niente compensa e compenserà lo strazio del distacco perché non c'è nulla che per una madre ed un padre valga più del proprio figlio. Li porto con me, nel mio cuore, anche se non li conosco. E spero che anche Voi, cari ragazzi, facciate lo stesso. Riponeteli tutti in un angolo del vostro cuore, ogni famiglia è un po' anche la nostra famiglia.
Sappiate portare nel cuore Matteo. Lui siete voi, con la vostra generosità, la vostra voglia di vivere, la vostra sete di giustizia e di futuro. E' la strada migliore per diventare Cittadini e creare una Società più giusta dove i lupi lascino strada agli Uomini.