L'Assessore Pellizzari appoggia la Martini nella verifica delle graduatorie degli insegnanti
“Sono così d'accordo con l'assessore provinciale alle politiche del lavoro di Belluno Stefano De Gan sulla sua denuncia che ho chiesto all'Assessore Provinciale alla Scuola Morena Martini di verificare attraverso l'ex Provveditorato la regolarità della documentazione inviata dai docenti meridionali che verranno inseriti nelle graduatorie provinciali”. Linea dura contro i furbetti dell'istruzione. A invocarla, con una formale richiesta - ed esprimendo totale solidarietà al collega bellunese - anche l'Assessore Provinciale al Personale Idriche Paolo Pellizzari sulla scorta di alcuni episodi accaduti nel recente passato.
“Uno in particolare, un'esperienza vissuta da vicino e che riguardava un insegnante vicentina precaria. E' successo qualche anno fa, c'era allora un altro Dirigente Scolastico Provinciale: alla riapertura delle graduatorie si è verificata la solita invasione in massa di insegnanti dal Sud e molti dei nostri precari, tra cui questa persona che conosco, si sono visti scavalcare. Si può immaginare la delusione profonda: sei lì, a pochi passi da una regolarizzazione lungamente attesa, ed eccoti ricacciato lontano anche da un minimo di stabilità, e mi riferisco alla supplenza annuale, da altri che sulla carta hanno sempre un punteggio migliore del tuo”.
Niente da dire di fronte al merito, ma il sospetto che cifre e titoli presentati fossero in qualche modo spropositati rispetto all'età e alle possibilità di punteggio convinse una precaria vicentina a rivolgersi all'ex Provveditorato di allora. “Costei fece una segnalazione verbale per richiedere la verifica della documentazione di una docente pugliese che l'aveva scalzata in graduatoria ma non ottenne alcuna risposta. Persino una lettera del suo avvocato, in cui sollecitava tale controllo, cadde nel silenzio. Il Dirigente Provinciale di allora non intervenne assolutamente, neppure per una risposta di prammatica. Ci volle un esposto in Procura per sbloccare la situazione e verificare che in effetti l'autocertificazione prodotta era falsa”.
La graduatoria fu corretta, l'anomalia sanata ma la giustizia rimase a metà. Sottolinea l'Assessore Pellizzari: “il Procuratore archiviò il caso, il falso in atto pubblico, che pure è un reato, non fu mai contestato all'insegnante. C'erano tutti gli estremi non solo per una radiazione dagli elenchi ma anche per un provvedimento giudiziario eppure si decise di non procedere pur in presenza di un clamoroso falso in atto pubblico. La sensazione che manchi la volontà di combattere un malcostume diffuso e che non ci sia nessuno che tuteli i legittimi interessi dei nostri insegnanti mi porta a chiedere un intervento diretto dell'Assessore Martini per il controllo delle graduatorie e la tutela dei nostri professori”.