Contro le esondazioni priorità idrauliche e soluzioni alternative
“Chiediamo alla Regione Veneto di farsi carico, assieme all'individuazione delle priorità idrauliche nel Vicentino, anche di alcune proposte di buon senso ma necessarie approvate in questi giorni dalla Giunta Provinciale”. Giovanni Forte e Paolo Pellizzari, rispettivamente Assessori alla Difesa del Suolo e ai Beni Ambientali, lanciano un appello allargando la visuale veneziana dall'asta Agno-Guà e dal Bacchiglione fino a tutto il reticolo di fiumi e corsi d'acqua che irrora il territorio dagli Altopiani ai confini con Padova.
Tre le proposte che saranno inviate in laguna. La prima riguarda l'invaso Bojadori di Meda, fra Velo d'Astico e Cogollo del Cengio. “Conterrebbe – confermano i due Assessori – fino a 2 milioni di metri cubi di acqua, con vantaggi innegabili a tutta l'area ma pure alla pianura visto che tratterrebbe a monte una massa liquida che altrimenti andrebbe ad ingrossare i rischi di piene ed esondazioni”.
Le due vere novità, però, sono la Quota Zero ed il Progetto di Esondazione Controllata. Nel primo caso si tratterebbe di riportare alla quota originaria, abbassandoli, i greti dei fiumi, innalzatisi con il tempo e a causa anche della mancata manutenzione degli alvei. “Con la conseguenza – sottolineano Forte e Pellizzari – che si sono dovuti alzare gli argini al punto che oggi abbiamo fiumi pensili, ovvero più alti del piano campagna. Chiediamo alla Regione che predisponga intanto studi idraulici per individuare la quota zero originario”. E poi, magari, anche qualche intervento per evitare sorprese come quelle dell'Orolo nel 2002. “Allora – ricorda l'Assessore Forte – Costabissara fu sommersa dalle sue acque e scoprimmo che non si erano più fatti interventi da 45 anni”.
Riguardo alle esondazioni controllate, Pellizzari invita a riconsiderare la politica delle casse di espansione con azioni mitigate, anche sotto il punta di vista economico, ma non per questo meno efficaci: “La Riviera Berica, le Valli di Fimon, sono zone che, con gli opportuni accorgimenti, poco costosi, possono essere usate come invasi dove far defluire le acque. Ad esempio il comune di Monteviale ci ha già fatto sapere di essere interessato a questa soluzione, meno invasiva delle casse di espansione. Ed a breve ne incontreremo il sindaco”.
Buon senso. Come quello dei costruttori stradali del passato che per le grandi arterie avevano previsto varchi naturali per consentire all'acqua di potersi espandere senza l'ostacolo invalicabile dell'arginatura stradale. “La Statale 46 – chiude Forte –ne è proprio l'esempio, nel bene e nel male”.