Attilio Schneck: “Solo profughi e impegni certi: queste le condizioni dell’ospitalità”
Vicenza, giovedì 19 maggio 2011
“Ospitalità
ai profughi a due condizioni: che siano effettivamente profughi,
cioè
provenienti da un Paese in guerra, e che ci sia un impegno scritto
del Governo che ne stabilisce termini e modalità.”
Il
Presidente della Provincia Attilio Schneck chiarisce la sua
posizione
mentre esce dalla riunione organizzata dal Prefetto per affrontare
con Provincia e Sindaci la questione profughi.
“Condivido
la rabbia della gran parte dei Sindaci vicentini -spiega- su cui,
ancora una volta, viene scaricata la responsabilità di risolvere
problemi di forte impatto sul territorio senza avere a
disposizione i
mezzi per farlo. Non sono arrivate circolari e non ci sono
certezze:
solo un ipotetico rimborso, promesso a voce, senza chiarire per
quanto tempo bisogna ospitare questi stranieri, che cosa dovranno
o
potranno fare, dove devono essere alloggiati, chi si occuperà di
loro, della loro vigilanza e di garantire la sicurezza delle
comunità
che li ospitano.”
Di
fronte a tanta incertezza e a tanta precarietà il Presidente si
schiera dalla parte dei Sindaci e, con loro, dei cittadini e del
territorio. Nel nome non tanto e non solo della solidarietà, che
appartiene senza alcun dubbio alla tradizione veneta e vicentina,
ma
della correttezza e del rispetto che devono essere alla base
dell'azione politica e amministrativa, a tutti i livelli di
governo.
“Bene
se ci sono Sindaci
che hanno strutture da mettere
a disposizione degli stranieri -prosegue Schneck- il Governo riconosca la loro
buona
volontà e li premi con incentivi e, perchè no, con la possibilità
di derogare al patto di stabilità, in modo da avere risorse per
dare
risposte concrete in tempi celeri sia agli stranieri che ai propri
cittadini. Ma, nello stesso tempo, il Governo rispetti quei Comuni
che non hanno la possibilità di prendersi carico di stranieri.”
Infine, una considerazione: “Senza distinguere tra profughi e non, si corre il rischio di aprire indiscriminatamente le porte dell'Italia all'Africa e gli arrivi potrebbero aumentare in maniera esponenziale: è questo che vogliamo? L'Italia è in grado, poi, di rispondere adeguatamente alle esigenze di tutti garantendo i suoi cittadini?”