Precisazioni dell'Ass. Martini in merito all'Istituto Artusi
L’Assessore Provinciale all’istruzione Morena Marini intende precisare quanto segue in merito alle dichiarazioni dei Sindaci della Valle dell’Agno sull’attivazione dell’indirizzo di studio alberghiero all’Istituto Da Schio di Vicenza apparse oggi sulla stampa locale
Leggo oggi sui giornali la gioia dei Sindaci della Valle dell’Agno che dalla Regione hanno avuto rassicurazioni in merito al fatto che un nuovo indirizzo alberghiero sarà attivato a partire dal prossimo anno scolastico a Vicenza ma non sarà una filiale dell’Artusi di Recoaro. Premetto che quando, ormai qualche tempo fa, ho proposto di ampliare nel vicentino l’offerta didattica quanto all’indirizzo alberghiero, l’ho fatto in risposta ad una esigenza del territorio e dei suoi studenti. Da un lato, infatti, c’è richiesta da parte dei ragazzi di formazione specifica in ambito turistico ed alberghiero, dall’altra c’è un territorio dove proprio il settore turistico e quello alberghiero possono rappresentare una concreta opportunità occupazionale. Mai, però, ho voluto che una scelta in ambito scolastico potesse penalizzare un territorio e la sua comunità. Per questo ho consigliato che il nuovo indirizzo alberghiero fosse attivato in una sede staccata dell’Istituto di Recoaro, in modo che spettasse all’Artusi la gestione unitaria, con la facoltà non solo di verificare la bontà dell’insegnamento, ma anche, e soprattutto, di organizzare le iscrizioni. Un esempio per tutti: un ragazzo che abita a Schio preferirà di certo iscriversi a Vicenza, meglio servita dal servizio di trasporto pubblico, piuttosto che a Recoaro. E nessuno glielo potrà impedire, perché rientra nella libertà di scelta del ragazzo e nell’autonomia scolastica degli istituti. Cosa che non avrebbe potuto accadere se la gestione delle iscrizioni fosse stata a carico di un unico istituto, diviso in due sedi ma con la possibilità di indirizzare i ragazzi nell’una o nell’altra.
L’obiettivo del mio assessorato, l’ho già detto e lo ribadisco, è garantire agli studenti di Vicenza un’ampia offerta formativa. Ma salvaguardando un territorio per il quale un istituto superiore rappresenta un’opportunità oltre che un’eccellenza, come è l’Artusi per Recoaro. Per questo ho sempre sostenuto, e continuo a farlo, l’idea della sede staccata. Altrimenti davvero l’Artusi rischia di perdere un bacino di utenti importante per la sua economia e per il suo sviluppo.
Nel momento in cui il Ministero alla Pubblica Istruzione sta chiudendo tutti i convitti pubblici, trovo veramente strano, anacronistico, che si possa pensare ad una soluzione del genere, che sarebbe comunque auspicabile e che sarebbe dovuta partire già molti anni fa.
La Provincia ha svolto il suo ruolo di regia e di mediazione guardando alla salvaguardia della scuola Artusi e della risposta alla città di Vicenza in termini di offerta formativa alberghiera. Con l’apertura della libera concorrenza delle iscrizioni, questi stessi Sindaci che fino all’anno scorso non volevano nessun altro simile percorso di studi in città dovranno giustificare ai loro cittadini le eventuali diminuzioni di iscrizioni all’Artusi stesso.
Riguardo i percorsi termali, il Ministero della Pubblica Istruzione non prevede, per il momento, alcuna specificità del genere riguardo all’offerta formativa.