La Provincia vince il ricorso contro i cavatori
A Rosà non ci
sarà una nuova discarica. Ma, ciò che conta forse ancor di più,
non ci sarà una nuova cava. Perché di questo, in realtà, trattava
il progetto presentato in Provincia dal Consorzio Valorizzazione
Inerti di Fontaniva, che manifestava la volontà di realizzare una
nuova discarica di inerti su un’area su cui avrebbe preventivamente
asportato 500mila metri cubi di ghiaia in un’area di estensione
inferiore ai 50mila metri quadrati. Come dire che siccome in
quell’area non era possibile ottenere un’autorizzazione per la
gestione di attività di cava, la si chiedeva per una discarica, su
cui però bisognava prima scavare.
La Provincia, in
tutta risposta, aveva ritenuto doppiamente impattante il progetto,
sia per realizzare lo scavo che per riempirlo con rifiuti inerti, per
cui dapprima la Commissione Via Provinciale, poi la Giunta
Provinciale hanno bocciato il progetto.
Di qui il
ricorso del Consorzio Valorizzazione Inerti, che ha impugnato la
bocciatura e chiesto alla Provincia di risarcire un danno qualificato
“gravissimo” e quindi quantificabile in qualche milione di euro.
Il Tar Veneto ha
dato ragione alla Provincia, assistita dall'Avvocatura interna, e con
lei ai tre Comuni che l’hanno affiancata in quanto interessati al
progetto: Rosà, Tezze sul Brenta e Rossano Veneto.
“E’ una
vittoria prima di tutto dell’ambiente –sottolinea l’Assessore
Provinciale all’Ambiente Antonio Mondardo- visto il forte impatto
che l’opera avrebbe avuto sul territorio. Ci troviamo in un’area
molto delicata dal punto di vista idrico, ed è nostro dovere evitare
di esporre la falda acquifera a situazioni di rischio. Oltretutto,
vicinissime a questa zona si trovano ex cave dismesse di notevoli
dimensioni, per cui è opportuno colmare questi vuoti prima di
scavarne di nuovi. E’ una questione, prima di tutto, di buon
senso.”
“A ciò si
aggiunga -conclude il responsabile della Commissione Via Provinciale
Filippo Squarcina- che utilizzare cave abbandonate è un modo per
recuperare aree degradate, per cui la Provincia favorirà sempre
simili soluzioni, in modo da ridurre al minimo il consumo di
territorio e il degrado del paesaggio, limitando le opere che possano
avere effetti irreversibili sul suolo.”