Il Presidente Schneck lancia il “federalismo delle cave”
La normativa regionale prevede che per
ogni metro cubo di materiale estratto il proprietario della cava
versi al Comune dove è ubicata l’attività un contributo che varia
a seconda del tipo di materiale e della quantità portata all’esterno
dell’area. Stesso discorso vale per le miniere, il cui materiale è
assoggettato al medesimo contributo secondo le stesse modalità.
La somma versata ai Comuni deve essere
prioritariamente utilizzata per la realizzazione di interventi e di
opere connesse al ripristino ambientale, alla riutilizzazione delle
aree interessate da attività estrattiva e alla viabilità.
Quest’ultima voce, in particolare, è
quella che maggiormente impegna le pubbliche amministrazioni, visto
che il passaggio di autocarri e bilici che trasportano materiale
scavato determina una rapida usura del manto stradale. A ben
guardare, tuttavia, le strade maggiormente interessate a questo
passaggio sono quelle provinciali, visto che, correttamente, i
trasportatori evitano i centri urbani preferendo la grande viabilità
periferica.
Di qui il continuo intervento
dell’amministrazione provinciale di Vicenza sui 1.300 km di propria
competenza, su cui transita un notevole carico di traffico pesante,
per cui l’usura è rapida e frequente. A fronte di ciò, però,
alcun ristoro è previsto come invece è previsto per i Comuni.
“Chiediamo –chiarisce il Presidente
della Provincia Attilio Schneck- che i soldi versati dai cavatori
siano destinati a chi è poi chiamato ad intervenire concretamente
per riparare i danni. E’ la logica del federalismo: vanno garantiti
i fondi all’Ente competente che direttamente interviene.”
In questo caso, spiega il responsabile
del Servizio Cave della Provincia Filippo Squarcina, il contributo
alla Provincia potrebbe essere determinato come quota di quanto già
previsto per i Comuni e calcolato sulla base del rapporto tra strade
comunali e provinciali utilizzate per il trasporto del materiale di
cava. Una quantificazione precisa è difficile, ma si stima possa
trattarsi di qualche centinaio di migliaia di euro.
“Naturalmente –sottolinea Schneck-
non vogliamo togliere nulla ai Comuni e ad un’entrata su cui fanno
conto per le proprie esigenze. Chiediamo invece alla Regione di
adeguare il valore del contributo dovuto dai cavatori, non più
aggiornato dal 1995, cosicché il maggiore introito possa essere
versato alla Provincia, senza minimamente gravare sulle casse
comunali.”
La Giunta Provinciale ha già espresso
parere positivo in merito alla richiesta da inviare alla Regione. Ora
spetta al Consiglio Provinciale pronunciarsi e poi, cosa più
importante, spetta alla Regione Veneto modificare la normativa. “Ci
facciamo portavoce –conclude il Presidente- di una esigenza che è
propria di tutte le Province, per cui ci auguriamo che il Veneto
faccia da apripista anche alle altre Regioni d’Italia”.