Crespadoro: presto i lavori per bloccare il rischio dissesti
Progetto definitivo per la sistemazione dei dissesti nel Comune di Crespadoro. La Giunta Provinciale ha approvato questa mattina un intervento di 250mila euro, grazie al quale sarà possibile sistemare diverse situazioni di criticità nelle località di Durlo, Ferrazza e Zanconati.
“Si tratta di tre situazioni che da tempo teniamo sotto controllo -spiega l’Assessore alla Difesa del Suolo Costantino Toniolo – ed anzi dopo una prima verifica abbiamo optato per la realizzazione di uno studio geologico approfondito che consentisse di individuare la soluzione più sicura e durevole per mettere in sicurezza queste aree.”
Diverse le condizioni emerse dalle relazioni tecniche. A Durlo a essere minacciata da cedimenti e fessurazioni della roccia è la Chiesa Parrocchiale di Santa Margherita, originaria del 1700, a ridosso di un versante in movimento e con le pareti a est e l’abside compromesse. Durlo si trova a 880 metri di altezza, a 8 chilometri dal centro di Crespadoro. Il versante est della piazza dove sorge la chiesa abbisogna di un intervento di consolidamento che verrà realizzato tramite la posa di 31 micropali e tiranti di ancoraggio di una roccia che, per la sua natura calcarea e per la pendenza del fronte, risulta in precario equilibrio.
Oggetto di intervento anche il quarto tornante della strada di collegamento tra le località Ferrazza e Pizzolati. Qui un dissesto lento ma progressivo porta una frequente caduta di massi di diverse dimensioni. Il fenomeno registra un aumento a causa della crescita del numero di transiti nel periodo estivo e del meteo avverso nei mesi invernali. Anche qui le analisi geologiche e le simulazioni hanno fatto rilevare un discreto grado di rischio da scongiurare tramite lavori di messa in sicurezza.
Infine in località Zanconati si trova un fronte roccioso a picco sulla strada. Si tratta di una parete scoscesa costituita da dolomia e calcare e quindi a forte rischio di frana, che non presenta vegetazione tale da poter frenare eventuali fratture. L’intervento prevede diverse fasi, a partire dal disgaggio dell’area fino alla chiodatura e ancora all’installazione di reti di protezione e di pannelli a fune per contenere le rocce in caduta. Previsto anche il rifacimento del manto stradale.
“Stiamo procedendo con la mappatura del territorio -spiega Toniolo- per poter tenere sotto controllo il grado di rischio di ciascuna zona. Sulle criticità già rilevate sono in corso diversi progetti per individuare le soluzioni più efficaci tramite apposite indagini, che puntano alla sicurezza e alla durata nel tempo”.