"Meno società partecipate e migliore organizzazione della PA"
Un incontro gratuito dedicato all’esame di un argomento tanto attuale quanto complesso e delicato, oggetto di dibattito nazionale ed europeo, per la ricchezza di implicazioni e ricadute pratiche nella pubblica amministrazione e nella gestione delle società partecipate, dal titolo: “Anticorruzione e trasparenza nelle amministrazioni e società pubbliche”.
Il convegno è stato inaugurato dal prefetto di Vicenza Eugenio Soldà e dal sindaco della città e presidente della Provincia e dell’Upi (unione province italiane) Achille Variati, che hanno portato i loro saluti. A seguire le relazioni di Francesco Merloni, componente dell’Autorità nazionale Anticorruzione (A.N.A.C), Tommaso Miele presidente dell’Associazione magistrati della Corte dei Conti e presidente Lega PRO calcio, Piergiorgio della Ventura, magistrato componente del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti e Giuseppe Piperata docente allo Iuav di Venezia, allo Spisa di Bologna e all’UPI Emilia Romagna. Era inoltre presente, fra gli altri, il procuratore aggiunto di Vicenza Orietta Canova.
Gli argomenti citati nel titolo del seminario sono stati affrontati a 360 gradi: l’evoluzione normativa dei reati contro la P.A. dopo le leggi n. 190 del 2012 e n. 69 del 2015, il ruolo della Corte dei Conti a tutela della legalità nella gestione della cosa pubblica, le responsabilità erariali e le azioni di prevenzione e controllo messe in atto da enti e società partecipate, evidenziando punti di forza e di debolezza delle norme e delineando alcune prospettive di sviluppo.
L’incontro è stato promosso dalla Provincia di Vicenza con il contributo della Fondazione Centro Studi amministrativi di Vicenza, la collaborazione della rivista moltocomuni.it, e il sostegno di Confindustria Vicenza, Gruppo Aim, Albo dei Cavatori del Veneto, Ferrovie Tramvie Vicentine, Acque del Chiampo SpA e Acque Vicentine.
Prefetto Soldà: «Il tema della trasparenza come deterrente ai fenomeni corruttivi è una proposta che risale all’inizio del secolo scorso, penso a Filippo Turati nel 1908 citato da Enrico Mattei, presidente dell’Eni, a proposito del rapporto fra potere e corruzione e l’idea della pubblica amministrazione come “casa di vetro”. Nulla di nuovo dunque, solo la necessità e l’urgenza di mettere in atto comportamenti correttivi al malcostume e alla mala gestio della cosa pubblica per recuperare il rapporto fra cittadini e stato, fra cittadini e politica».
Sindaco Variati: «Il sistema pubblico è ancora profondamente incrostato ed è un problema soprattutto culturale. Non fa sicuramente onore al nostro Paese essere fra gli ultimi, al 72° posto con Grecia e Bulgaria, per quanto riguarda la percezione negativa del cittadino rispetto al livello di corruzione nel mondo pubblico. C’è molto da fare, è importante dare piena responsabilità ai dirigenti responsabili dell’anticorruzione, che deve diventare un modus operandi, non un’imposizione burocratica e calata dall’alto. Poi va fatta pulizia, e ridotto il numero delle partecipate. Basti pensare al numero dei soggetti che indicono appalti, le stazioni appaltanti, che sono 36 mila ma ne basterebbero un centinaio. E ai 3176 consorzi, o alle 1.100 società di trasporto pubblico tutte in deficit. L’obiettivo è portare il peggiore nel migliore, e non viceversa, perché sappiamo purtroppo che in Italia un’autoambulanza costa 200 in un posto e 400 in un altro»
Professor Merloni (componente ANAC): «L’80 per cento dei piani per l’anticorruzione, basti pensare alla realtà del Comune di Roma, sono deludenti. Lo stesso si dica per i ministeri, i grandi enti, le università. Non sono solo piani inefficaci, ma interpretati come mera declinazione di direttive nazionali, non calati nella singola realtà dell’ente e soprattutto nel contesto sociale e geopolitico nel quale operano gli enti e le società. La normativa sull’anticorruzione va interpretata come occasione conoscitiva e auto analisi della propria organizzazione per mappare i vari processi, sviscerare quali rischi si corrono ai diversi livelli organizzativi e quali misure per prevenite la corruzione e le mazzette. Con la 190/2012, e già con il dlgs 231 per le imprese private, il concetto d’imparzialità dell’azione amministrativa è tornato al centro della pubblica amministrazione. Va ripristinato il valore della responsabilità disciplinare legata alla dignità del ruolo, e recuperato l’orgoglio del dipendente pubblico che rappresenta l’immagine lo Stato in ogni occasione, sia pubblica sia privata».
Presidente Miele (associazione magistrati Corte dei Conti): «L’oscurità e opacità nell’applicazione delle norme è purtroppo causata dall’enorme sovrabbondanza di leggi, regolamenti, procedimenti casistiche. Va semplificata la pa, e vanno premiati gli esempi e i comportamenti virtuosi. Il ruolo della Corte dei Conti non è solo sanzionatorio e di controllo, bensì di partnership con l’ente pubblico o la società partecipata, di mutua collaborazione».
Magistrato Della Ventura: «La corruzione è una tassa occulta che grava sui cittadini, e in questo la Corte dei Conti, tutta la magistratura contabile, ha svolto un ruolo propositivo e innovativo nel definire nuove figure e profili per contrastare il fenomeno. Basti pensare al concetto di danno all’economia nazionale, danno alla concorrenza, danno all’interesse pubblico, danno per tangenti emerso negli anni 90, e al danno all’immagine e da disservizio. E poi all’elevazione a livello normativo di un esempio di cattivo comportamento del dipendente pubblico, si pensi all’assenteismo che tanto viene deprecato dall’opinione pubblica».
Professor Piperata (IUAV e SPISA): «Dal momento in cui la PA ha spostato nel privato una serie di funzioni pubbliche d’interesse generale, il mondo delle società partecipate è diventato oggetto dell’applicazione del regime sull’anticorruzione; ma come non esistono soluzioni organizzative univoche valide per tutti gli enti, così non esistono criteri e linee guida validi per sempre. Va applicata la norma, e cambiata la cultura, la percezione della pubblica amministrazione, che è in larga parte negativa da parte dell’opinione pubblica, una percezione che supera la realtà dei fatti, e che è ben espressa dalla battuta del caratterista di un tempo Marchesi: “In Italia tra il dire e il fare c’è una busta da dare”. Il concetto di trasparenza non è contenuto solo nella legge 190/2012 bensì, seppur declinato in modo diverso, lo si ritrova già nell’ art. 22 della 241/90».
Ulteriori info: www.provincia.vicenza.it