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Allarme lupo: la Provincia scrive al ministro Pichetto Fratin. Nardin: “Urgente un piano di contenimento”. Polizia Provinciale tra censimento e sopralluoghi

pubblicato il 17/12/2024, ultima modifica 17/12/2024

Vicenza, 17 dicembre 2024 – La misura è piena: la convivenza tra animali selvatici, uomo e relative attività produttive e turistiche nella provincia di Vicenza è gravemente compromessa.

Ad affermarlo è il presidente della Provincia Andrea Nardin, a nome anche dei sindaci vicentini nel cui territorio sono sempre più frequenti le predazioni ai danni di animali da allevamento e domestici.

I numeri sono chiari: 187 predazioni ad oggi, a fronte del centinaio dello scorso anno. L’ultima è di ieri, a Laghi, dove è stato attaccato un asino. I lupi presenti nel vicentino sono circa 80, 7 i branchi accertati. L’ultimo avvistamento è di ieri a Brogliano. Le lupe potrebbero generare a breve fino a 6/7 cuccioli a testa.

“Un trend di crescita fuori controllo -dichiara Nardin- gli episodi di predazione sono continui e sempre più vicini alle abitazioni, con aggressioni non solo a mandrie in alpeggio, ma anche ad animali domestici e da cortile, anche in presenza di persone. La preoccupazione è tanta, i lupi hanno preso confidenza con gli spazi umani e si sono verificati, anche se non a Vicenza, attacchi a bambini. Un punto di non ritorno a cui non vogliamo e non dobbiamo arrivare. Bisogna ristabilire un equilibrio che permetta una convivenza pacifica.”

Così il presidente ha preso carta e penna e ha scritto al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, oltre che, per conoscenza, alla Regione Veneto e agli onorevoli vicentini, per fare squadra e cercare una soluzione concreta alla crescita incontrollata del lupo.

Il monitoraggio del lupo è diventata una delle attività principali della Polizia Provinciale di Vicenza, guidata dal comandante Gianluigi Mazzucco in coordinamento con il vicepresidente Moreno Marsetti. Si seguono le tracce dei lupi, si fanno sopralluoghi nelle aziende che hanno subito aggressioni, si verificano le aree maggiormente interessate alla presenza dei lupi, per studiarne le abitudini e l’andamento demografico.

“La Polizia Provinciale di Vicenza può contare su personale esperto e professionale – spiega Marsetti- grazie a un lavoro di squadra abbiamo anche ottenuto l’autorizzazione ad utilizzare proiettili di gomma su alcune aree del vicentino per allontanare i lupi. Ma non è sufficiente. Stiamo lavorando con le associazioni di categoria e le associazioni venatorie per tutelare gli allevamenti e per cercare un equilibrio con il lupo che permetta la coesistenza. Il contenimento è l’unica via percorribile.”

L’eccessiva presenza dei lupi sta avendo conseguenze gravi sotto il profilo sociale ed economico. Dal punto di vista sociale, aumenta la percezione di insicurezza. Dal punto di vista economico, il fenomeno incide su due importanti fonti di reddito del territorio vicentino, quella turistica e quella agricola dell’allevamento. Quanto agli alpeggi, poi, la situazione è ormai diventata insostenibile per i gestori delle malghe, con il conseguente fenomeno di abbandono del territorio montano che si traduce in un aumento del rischio idrogeologico.

Come, lo indica la lettera, che individua strategie strutturali e azioni a breve termine.

Le strategie strutturali sono:

1. coordinarsi con le rappresentanze territoriali in Europa e proseguire l’iter di declassamento della specie lupo a livello europeo, portandola da particolarmente protetto a protetto;

2. approvare il Piano lupo nazionale che miri alla gestione e al contenimento della specie;

3. individuare “l’indice di sopportabilità” per provincia, ossia un livello di presenza numerico della specie lupo oltre la quale non è possibile andare. Questo indice deve considerare diversi elementi, in particolare il numero di esemplari di lupo, l’estensione territoriale, il numero dei capi di bestiame allevati, il numero di malghe, il numero delle predazioni effettuate, il numero di attacchi, la frequenza degli attacchi alle medesime aziende agricole, ecc.;

4. approvare “Protocolli di intervento pre-autorizzati” (dal Ministero competente) per intervenire immediatamente attraverso il personale formato (non solo istituzionale) al verificarsi di determinate situazioni (ad es. predazioni sui domestici, avvistamenti nelle vicinanze di allevamenti zootecnici e attività antropiche dell’uomo, ecc.) aumentando notevolmente l’efficienza e l’efficacia degli interventi di rieducazione.

Nell’attesa del raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo, le azioni da attivare nell’immediato sono:

1. politica fiscale agevolata per tutti gli interventi sul patrimonio agro-silvo-pastorale nei comuni classificati montani ove è accertata la presenza del lupo

2. supporto economico per ogni singolo malghese quantificato in euro 10.800 a stagione d’alpeggio come indicato nella DGR Veneto n. 1424 del 11 novembre 2022 per finanziare azioni di custodia dei bovini al pascolo, soprattutto durante le ore notturne;

3. favorire immediati interventi di dissuasione con proiettili di gomma, che hanno lo scopo di rieducare la specie a non avvicinarsi agli allevamenti, alle attività umane e antropiche e ai centri abitati. Per essere efficaci, devono avvenire tempestivamente. Per questo, data la carenza d’organico del personale istituzionale, tale attività dev’essere permessa anche ad altre figure debitamente formate (ad esempio cacciatori o allevatori).

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