Parere

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   VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
           DEL 23/01/2025
L'anno 2025, il giorno 23 del mese di GENNAIO alle ore 16:45 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è
riunito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: DAL
MAISTRO S.R.L..- Progetto per Spostamento con modifiche dell’impianto di messa in riserva e recupero rifiuti non pe -
ricolosi - Localizzazione comune di San Vito di Leguzzano, Viale delle Arti e dei Mestieri.

All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO               Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA          Responsabile del Servizio         Presente con delega

BRADASCHIA MAURIZIO             Commissario                Presente

BUSATO FILIPPO               Commissario                Presente

CAMPAGNOLO MIRKO              Commissario                Presente

MENEGHINI ROBERTA              Commissario                Assente

MURARO TERESA                Commissario                Presente

PIVA MARCO                 Commissario                Presente

SVEGLIADO GIULIA              Commissario                Presente

VALVASSORI RIMSKY              Commissario                Presente

VICENTIN ALBERTO              Commissario                Presente

FERRARI CARLO                Commissario                Presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente prot.n. 3129 del
23/01/2025, che riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funziona-
mento del Comitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle in-
formazioni e preso atto della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata,
esprime congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.




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                 DAL MAISTRO S.R.L.
                       PARERE N. 01/2025

Oggetto: Spostamento con modifiche dell’impianto di messa in riserva e recupero rifiuti non pericolosi.
PROPONENTE:           Dal Maistro S.r.l.
SEDE LEGALE:           Via Gecchelina, n. 1 – Monte di Malo
SEDE INTERVENTO:         Viale delle Arti e dei Mestieri – San Vito di Leguzzano
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi.
PROCEDIMENTO:          Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                 infrastrutture - zb) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                 pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                 operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ad esclusione degli impianti mobili.
COMUNI INTERESSATI:       Marano Vicentino e Malo
DATA DOMANDA:          30 agosto 2024
DATA PUBBLICAZIONE:       11 settembre 2024
DATA INTEGRAZIONI:        19 dicembre 2024 e 20 gennaio 2025

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
            TITOLO               NOME FILE
Relazione Tecnica           Elaborato_1_Relazione_Tecnico_descrittiva
Studio Impatto Preliminare       Elaborato_2_Studio_Preliminare_Ambientale
                    Elaborato_3_Valutazione_Incidenza_Ambientale_
Valutazione Incidenza Ambientale
                    privacy
Relazione idrogeologica e geotecnica               Elaborato_4_Relazione_idrogeologica_e_geotecnica
Relazione paesaggistica                     Elaborato_5_Relazione_paesaggistica
Indagine Ambientale                       Elaborato_6_Indagine_Ambientale
Studio Impatto Viabilistico                   Elaborato_7_Studio_Impatto_Viabilistico
Sistema di intercettazione e trattamento acque
                                 Elaborato_8_Sistema trattamento acque meteoriche
meteoriche
Sistema di Gestione EoW – Inerti DM 152-2022           Elaborato_9_Sistema di Gestione EoW DM 152-2022
Sistema di Gestione EoW Caso per caso -Sabbia          Elaborato_10_Sistema di Gestione EoW -Sabbia
Sistema di Gestione EoW Caso per caso - Materiale        Elaborato_11_Sistema di Gestione EoW - Materiale
drenante                             drenante
Sistema di Gestione EoW Caso per caso -Terre Colonna       Elaborato_12_Sistema di Gestione EoW -Terre
A                                Colonna A
Piano di sicurezza                        Elaborato_13_Piano_di_sicurezza
Piano di ripristino                       Elaborato_14_Piano_di_ripristino_del_sito
Previsione impatto acustico                   Elaborato_15_Previsione_impatto_acustico
Layout                              Allegato_grafico_1_Layout
Planimetria scarichi                       Allegato_grafico_2_Planimetria_scarichi



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                    PREMESSE ED UBICAZIONE
L‘azienda svolge l'attività di gestione dei rifiuti , che consiste nel trasporto, deposito preliminare, messa in ri-
serva, selezione e recupero di rifiuti non pericolosi.
L'attività è stata autorizzata all'esercizio con determina n°162 del 31/01/2019 ai sensi dell’articolo 208 del
D.lgs 152/2006 con validità fino al 31/01/2029, successivamente volturata con determina n°117 del 27/01/2020.
L’attività è autorizzata per trattare un massimo di 550 ton/giorno di rifiuti, 70.000 ton/anno e una messa in ri -
serva (in ingresso) di 1.500 tonnellate.
Al fine di ottimizzare la propria attività, la ditta intende traslare il proprio impianto di trattamento rifiuti in
area adiacente all’attuale sede, ampliando la superficie a disposizione, passando a trattare un massimo di 600
ton/giorno di rifiuti, 80.000 ton/anno, 4.915 tonnellate di messa in riserva (in ingresso) e uno stoccaggio di
EoW di 12.940 ton.
L’emissione esistente (camino 1) afferente alla fase di separazione di frazione leggera, è mantenuta.
Le acque meteoriche sono trattate (sedimentazione) e riutilizzate, l’eccesso è scaricato in fognatura.
Il sito di progetto è ubicato nella zona produttiva “Rivalta” (Z.T.O. D2.2) del Comune di San Vito di Leguz -
zano, all’interno di un lotto attualmente già dotato delle opere di urbanizzazione primaria ed da attività pro -
duttive attive, il tutto così catastalmente identificato: Comune di San Vito di Leguzzano, Foglio 7, mappali n.
428, 435, 439, 100, 102, 431, 433, 437, 441, 449, 447, 445, 443, 446, 448, 451, 454, 456, per una superficie com -
plessiva di circa 8.700 m2.
Il lotto risulta in parte di proprietà della DAL MAISTRO SRL e in parte di proprietà del Comune di San Vito
di Leguzzano; la quota parte del Comune di San Vito di Leguzzano è attualmente in fase di definizione per
la concessione alla ditta Dal Maistro con regolare contratto di locazione, finalizzato alla realizzazione e
all’esercizio dell’impianto di stoccaggio e recupero di rifiuti speciali in esame.




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                          Ortofoto del sito

            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Paesaggistico Regionale d’Ambito P.P.R.A.;
• Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di San Vito di Leguzzano;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di San Vito di Leguzzano;
• Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (P.G.R.A.);
• Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Brenta Bacchiglione (P.A.I.);
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali (P.R.G.R.U.S.);
• Rete Natura 2000.
                          Valutazioni
Il Quadro Programmatico presenta un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area; in relazione “corridoio ecologico” indicato dal (P.T.R.C.) e dal (P.T.C.P.), si
rimanda a quanto riportato nel Quadro Ambientale alla matrice “Caratterizzazione delle Risorse Naturali ed
Agronomiche”
Al termine dell’analisi della pianificazione territoriale sopra riportata, si conferma l’appartenenza del sito in
studio all’interno di una zona artigianale e industriale e la presenza di un vincolo paesaggistico ai sensi
dell’art. 142 del D.Lgs. 42/2004 “Corsi d’Acqua”.
Per quel che riguarda la pianificazione atta ad inpiduare strumenti per la protezione e la conservazione
delle componenti ambientali si ritengono soddisfacenti le disamine eseguite.
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                          VALUTAZIONE

Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Il progetto prevede il trasferimento delle attività del soggetto proponente dall’attuale sede operativa al sito
limitrofo in Viale delle Arti e dei Mestieri, Z.A.I. del Comune di San Vito di Leguzzano, con dismissione
delle attività nel sito attualmente in uso. Il trasferimento della sede operativa è finalizzato all’ottimizzazione
delle attività, anche nell’ottica del miglioramento della qualità dell’EoW, potendo sfruttare un’area di
maggiore estensione (circa 8.935 m2).
Le attività della ditta rimarranno di fatto invariate e consisteranno nelle attività seguenti:
   a) R13: messa in riserva;
   b) R13/R12/R5: messa in riserva e successivo trattamento di recupero mediante fasi meccaniche e
     tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione
     della frazione metallica e delle frazioni indesiderate.
L’impianto avrà le seguenti caratteristiche dimensionali:
   a) Quantità massima giornaliera di rifiuti sottoposti a trattamento (attività R5): 600 ton/g di rifiuti non
     pericolosi;
   b) Quantità massima annua di rifiuti sottoposti a trattamento (attività R5): 80.000 ton/anno di rifiuti non
     pericolosi;
   c) Quantità massima istantanea di rifiuti in stoccaggio (in ingresso): 4.915 ton di rifiuti non pericolosi;
   d) Quantità massima di rifiuti in stoccaggio (prodotti dall’attività): 290 ton di rifiuti non pericolosi.
Rispetto alle quantità attualmente autorizzate (550 ton/g, equivalenti a 70.000 ton/anno), nell’ambito del
progetto si richiede un incremento della quantità giornaliera di rifiuti non pericolosi sottoposti a trattamento
pari a 50 ton/g, per consentire il recupero di terre (codice EER 17.05.04; si veda in seguito).
La quantità massima di EoW in stoccaggio è pari a 12.940 ton, così sudpiso:
- EoW - Riciclato inerti DM 152/2022: 9.240 ton
- EoW - Caso per caso “Sabbia da sottoservizi”: 1.075 ton
- EoW - Caso per caso “Materiali drenanti”: 1.225 ton
- EoW - Caso per caso “Terre Colonna A”: 1.400 ton
Per loro natura, le EoW prodotte (inerti e terre e rocce) non sono deteriorabili.
Al fine di ottenere EoW ai sensi del DM 152/2022, EoW caso per caso “Sabbia da sottoservizi” ed EoW caso
per caso “Materiali drenanti”, viene richiesta la possibilità di mettere in riserva (attività R13) e trattare
(attività R13/R12/R5) i rifiuti non pericolosi identificati ai seguenti codici:
    EER 01.04.08 - Rifiuti prodotti dalla lavorazione della pietra, persi da quelli di cui alla voce
     01.04.07*
    EER 01.04.10 - Polveri e residui affini, persi da quelli di cui alla voce 01 04 07*
    EER 01.04.13 - Rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della pietra, persi da quelli di cui alla
     voce 01 04 07*
    EER 10.13.11 - Rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, persi da quelli di
     cui alle voci 10 13 09* e 10 13 10*
    EER 17.01.01 – Cemento
    EER 17.01.02 – Mattoni
    EER 17.01.03 - Mattonelle e ceramiche

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     EER 17.01.07 - Miscugli di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, persi da quelle di cui alla
     voce 17.01.06*
   EER 17.03.02 - Miscele bituminose perse da quelle di cui alla voce 17.03.01*
   EER 17.09.04 - Rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, persi da quelli di cui alle voci
     17 09 01*, 17 09 02* e 17 09 03*
   EER 19.12.09 - Minerali (ad esempio sabbia, rocce)
Per il rifiuto identificato con codice EER 17.05.04 viene richiesta l’attività di messa in riserva (R13) e la
possibilità di ottenere EoW caso per caso “Terre in Colonna A” (attività R13/R12/R5).
Per il rifiuto di cartongesso, identificato con codice EER 17.08.02 (Materiali da costruzione a base di gesso,
persi da quelli di cui alla voce 17 08 01*) è prevista la sola attività di messa in riserva (attività R13), anche
da produttori persi e con eventuale separazione delle impurezze (attività R13/R12).
Come indicato nella seguente planimetria, l’impianto sarà realizzato prevalentemente all’aperto, sia per
quanto riguarda gli stoccaggi, sia per le lavorazioni. Sull'area verranno sistemati i macchinari utili alle
lavorazioni (vaglio, frantoio), una pesa, un box che fungerà da ufficio (posizionato in prossimità
dell’ingresso). Le aree coperte saranno due: la prima è una struttura in carpenteria metallica coperta da un
telo impermeabile, che avrà un ingombro in pianta di circa 150 m 2. La seconda è una struttura per la
copertura parziale di circa 700 m2 dell’impianto destinato al recupero di terre e rocce da scavo.
L’impianto di frantumazione avrà una capacità di trattamento di 190 ton/h e sarà operativo al massimo per 3
ore/giorno; la capacità di trattamento massima sarà di 550 ton/giorno e 70.000 ton/anno. Le terre e rocce da
scavo saranno trattate solamente con pala meccanica dotata di vaglio e la capacità di trattamento (vagliatura)
sarà di 50 ton/gg e 10.000 ton/anno.
L’attività si svolge solo in orario diurno, indicativamente nella fascia oraria dalle 8:00 alle 18:00.




             Planimetria generale di impianto (Allegato grafico 1 Layout)

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L’area verrà idraulicamente isolata dal sottosuolo mediante la posa di guaina impermeabile; per ottenere il
volume di laminazione necessario a garantire l'invarianza idraulica, potranno essere adottate le soluzioni
indicate dal Progettista con le seguenti due stratigrafie tipo: un invaso sotterraneo costituito da condotte
forate immerse in un vespaio di natura ghiaiosa; un invaso sotterraneo costituito semplicemente da
materiale di natura ghiaiosa. In entrambi i casi lo spessore del pacchetto è pari a 1,4 m.




        Tipologie previste delle stratigrafie atte a realizzare il volume di laminazione

L’impianto sarà recintato con rete metallica sui quattro lati e l’accesso avverrà dal lato ovest, direttamente da
Viale delle Arti e dei Mestieri, attraverso un cancello dedicato. In prossimità dell’ingresso, saranno
posizionati il box ufficio per il ricevimento dei mezzi ed il controllo dei formulari e la pesa per la verifica dei
quantitativi in ingresso.
La messa in riserva dei rifiuti in ingresso sarà costituita da (si faccia riferimento alla planimetria generale di
impianto Allegato 1):
   Area I1 per la messa in riserva di rifiuti inerti da costruzione/demolizione e da cave: si tratta di
     superficie pavimentata in cls di superficie pari a circa 700 m 2; parte di quest’area sarà coperta da una
     apposita tettoia (estensione di circa 150 m 2). All’interno dell’area I1 potranno essere posizionate delle
     barriere mobili per l’eventuale separazione delle varie tipologie di rifiuto ivi previste; tali barriere
     potranno essere liberamente spostate a seconda delle esigenze lavorative, pur rispettando sempre la
     quantità massima di rifiuti prevista in stoccaggio.
   Area I2 per la messa in riserva delle terre e rocce da scavo, identificate con codice EER 17.05.04: si
     tratta di un’area coperta da apposita tettoia (700 m2 circa);
   Area I3 per la messa in riserva del cartongesso, identificato con codice EER 17.08.02: trattasi di un
     cassone.
L’intera area dell’impianto (ad esclusione dell’area pavimentata I1 di messa in riserva rifiuti in ingresso) sarà
dotata di una geo-membrana impermeabile, in modo da escludere il rischio di infiltrazione delle acque di
dilavamento verso gli strati profondi del terreno e, come sopra descritto, per garantire l’invarianza idraulica,
per una superficie complessiva di circa 7.535 m 2. L’impianto sarà dotato di un sistema di recupero delle
acque piovane, che saranno utilizzate a ricircolo per la bagnatura dei cumuli di materiali in stoccaggio, in
modo da evitare la dispersione degli strati superficiali di polvere dai cumuli in seguito ad azione eolica.
Anche l’impianto di triturazione sarà dotato di idro-eiettori posizionati in prossimità della tramoggia di
carico e del mulino trituratore al fine di abbattere le polveri generate dal processo di frantumazione.
Le macchine operatrici genereranno rumore, che sarà attenuato con opportune barriere acustiche, come
dettagliato nel seguito nella sezione dedicata al rumore.
La ditta proponente svolgerà nel sito di progetto anche attività commerciale di materiali da costruzione
vergini, costituiti da sabbie e ghiaino di varia granulometria. Tali materiali esulano dal trattamento rifiuti. La


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loro posizione di stoccaggio in impianto sarà mantenuta separata da quelle dei rifiuti (si veda l’Allegato
grafico 1: area posta in prossimità di Viale delle Arti e dei Mestieri, a sud dell’ingresso all’impianto).
DESCRIZIONE DEL CICLO DI LAVORAZIONE
Il trattamento dei rifiuti è sudpiso su 5 linee e sarà eseguito con un frantoio ed un vaglio, oltre che con una
pala gommata dotata di vaglio (dedicata alle terre e rocce da scavo). La movimentazione dei materiali sarà
effettuata con una pala gommata Hitachi Lx 209-E.
Si riportano di seguito le descrizioni delle linee di trattamento complete degli schemi di flusso dei processi di
trattamento delle perse tipologie di rifiuto, comunque presenti negli allegati Elaborato 9, Elaborato 10,
Elaborato 11 ed Elaborato 12.
Linea 1 – rifiuti inerti da costruzione/demolizione e da cave autorizzate:
I rifiuti sottoposti ad attività di recupero per l’ottenimento di EoW ai sensi del DM 152/2022 sono stoccati in
area I1 pavimentata. L’attività di recupero R5 consiste in (si veda lo schema a blocchi seguente):
    selezione: viene effettuata manualmente se necessaria, con l’ausilio di una pala meccanica per la
     movimentazione degli inerti.
    frantumazione: i rifiuti vengono movimentati mediante pala meccanica e caricati al mulino a
     mascelle OM ULISSE 96 F (dotato di relativo trasportatore a nastro); questa macchina è mobile e
     dotata di cingoli per la movimentazione (potenza motore diesel 6 cilindri = 168 KW a 2200 rpm), ma
     nell’impianto in progetto sarà collocato in posizione fissa, in prossimità dell’area pavimentata di
     stoccaggio rifiuti. Il frantoio è dotato anche di un sistema di aspirazione per la separazione delle
     eventuali frazioni leggere (impurezze di plastica, carta e legno); inoltre alcune tipologie di cemento
     (alleggerite) possono avere una significativa presenza di polistirolo.
     In prossimità del nastro trasportatore verrà posizionato un sistema di aspirazione che convoglierà
     all’interno di un ciclone separatore (già presente nell’attuale sede): l’aria uscirà da un piccolo camino
     di emissione, mentre la frazione leggera rimarrà all’interno del ciclone per poi essere scaricata al
     bisogno.
     La frazione leggera eventualmente presente potrà essere separata anche per mezzo di un apposito
     separatore per gravità ad umido, modello Beyer WS1200; il materiale viene introdotto dall’alto in
     una vasca di acqua (circa 5 m3): la parte pesante si deposita sul fondo e viene da lì estratta per mezzo
     di un nastro trasportatore; la parte leggera (polistirolo, legno, plastiche) galleggia e viene estratta per
     mezzo di un nastro a spazzole che raschia la superficie dell’acqua.
     La frazione pesante passa quindi alle successive lavorazioni, mentre la frazione separata leggera
     viene stoccati in area dedicata e quindi conferita a terzi.
     A servizio dell’impianto di frantumazione vi è un sistema di abbattimento polveri ad acqua,
     costituito da:
        o una vasca di accumulo con pompa;
        o ugelli nebulizzatori sull’entrata e sull’uscita del frantoio;
        o regolazione della quantità di acqua tramite rubinetti a sfera.
    vagliatura: se necessario, al fine di ottenere una frazione di granulometria omogenea, il materiale
     frantumato potrà essere sottoposto operazione di vagliatura mediante apposito vaglio, modello
     Extec S-4 Fulltrac (motore diesel di potenza massima = 74,9 kW a 2200 rpm).
Il materiale trattato è accumulato in 7 cumuli identificati in Allegato grafico 1 come da EoW1 a EoW5 e
EoW10 e EoW11.
Il ciclo di lavorazione, riportato nella figura a seguire, risulta il medesimo per tutti i processi di lavorazione,
la cui differenza è costituita dal perso tipo di End of Waste prodotto, che prevede anche recuperi “caso per
caso” così come sopra inpiduati, oltre che alla gestione del cartongesso, limitato alla messa in riserva con
eventuale cernita e/o accorpamento:

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                            Valutazioni.
In relazione all’intervento strutturale si rileva:
• l’assenza di una chiara indicazione dell’area adibita al parcheggio mezzi (pala gommata, escavatori ..) e
   della logistica interna dei conferimenti e spostamenti dei mezzi all’interno dell’impianto; alcuni cumuli
   di rifiuto lavorato sono sovrapposti all’area di transito dei mezzi. Si chiede, pertanto, la presentazione di
   una planimetria di progetto dedicata alla rappresentazione:
   ◦ dell’area adibita a parcheggio mezzi,
   ◦ dell’area di sosta per le operazioni di carico e scarico,
   ◦ della viabilità interna dei mezzi, con volumi di ingombro, differenziata tra percorsi in ingresso e uscita.
• la mancanza di una descrizione delle caratteristiche strutturali delle n. 2 nuove tettoie collocate lungo i
   perimetri del sito al fine della copertura parziale dei rifiuti conferiti in impianto; pertanto si chiede un
   approfondimento sulla progettazione delle nuove strutture in relazione alle verifiche sull’analisi di
   stabilità laterale delle pareti al carico di rifiuti, alla funzione di contenimento delle emissioni diffuse in
   atmosfera, alla funzione di copertura dei rifiuti conferiti dalle acque meteoriche e alla funzione di
   mitigazione degli impatti acustici.
In relazione alla gestione dell’impianto, si richiedono i seguenti approfondimenti:
• procedura di campionamento del rifiuto lavorato in attesa di caratterizzazione ai sensi dell’art. 5, comma
   4 del DM 127/2024, con indicate le modalità di prelievo del campione, il tipo di analisi/verifica tecnica a
   cui deve essere avviato il campione prelevato, il quantitativo prelevato, il quantitativo complessivo di
   materiale da cui si è prelevato il campione, le generalità e la qualifica del personale addetto al prelievo,
   nonché ogni altra informazione atta a collegare il campione prelevato con il materiale che rappresenta;
• procedura gestionale di tracciabilità del lotti; i rifiuti in impianto devono essere gestiti per lotti chiusi, in
   modo che ne sia garantita la tracciabilità dal loro ingresso in impianto, all'uscita dall'impianto come
   rifiuto selezionato e/o raggruppato e/o macinato ovvero alla cessazione della qualifica di rifiuto e alla
   successiva cessione come prodotto;


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•  il concetto di lotto massimo di EoW; chiarire se ogni cumulo rappresentato nel layout di progetto
  rappresenta un lotto singolo di aggregato recuperato su cui applicare il controllo prestazionale e
  ambientale previsto dall’Allegato 1 del DM 127/2024;
• chiarire se gli EoW1, EoW2, EoW3, EoW4, EoW5, EoW10 ed EoW11, recuperati ai sensi del DM
  127/2024, si distinguono univocamente per norma tecnica di certificazione e idoneità tecnica.
• approfondimento sulla gestione interna dei rifiuti E.E.R. 17 08 02 in quanto nel layout non è inpiduata
  l’area oggetto dell’operazione R12 di selezione/eliminazione frazioni estranee;
• approfondimento sulla gestione dei lotti non conformi; inpiduare in planimetria un’area per la loro
  gestione o altresì riformulare le procedure relative già presentate, esplicitando più approfonditamente
  in quale caso sia attribuito il codice E.E.R. 19 12 12 e in quale E.E.R. 19 12 09.
                      Valutazioni post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

        111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Data la presenza di mulini per la riduzione volumetrica di rifiuti inerti, sono generate emissioni diffuse di
polvere che sono abbattute con idroeiettori per la nebulizzazione di acqua.
Il frantoio sarà inoltre dotato di un sistema di aspirazione della frazione leggera (carta, legno, plastica, etc…),
con relativa emissione dotata di sistema di abbattimento (ciclone per la separazione dei materiali solidi) per
una portata massima di 4500 Nm 3/h. Nel nuovo sito si provvederà a traslare il sistema di abbattimento
esistente nel sito attualmente in uso. Il punto di emissione ha diametro 300 mm e si trova a un’altezza di
circa 10 m dal suolo.
Vi sono inoltre le emissioni dei motori endotermici diesel delle macchine operatrici, che sono in attività entro
le 8 ore giornaliere di attività dell’impianto.
                          Valutazioni
Si richieda la seguente integrazione:
• in riferimento alla macchina separatrice per gravità ad umido, modello Beyer WS1200, per la quale si
   indica che non sono previste emissioni in atmosfera, si chiede conferma che questa sia ad azionamento
   mediante energia elettrica, poiché dalla scheda tecnica presente in Allegato 4 all’Elaborato 1 non è
   desumibile la tipologia di motorizzazione ed esiste sia nella versione ad alimentazione con motore
   diesel sia nella versione ad azionamento elettrico.
                      Valutazioni post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
L’impianto di progetto insisterà su un lotto produttivo interno alla zona D2.2 del Comune di San Vito di
Leguzzano, dove non son presenti corsi d’acqua.


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Gli interventi edilizi previsti dal progetto, relativi alla realizzazione dell’impermeabilizzazione del lotto (geo-
membrana) e alla realizzazione del sistema di raccolta, trattamento e riutilizzo delle acque di dilavamento
meteorico, insisteranno all’interno di un lotto produttivo, su superfici urbanizzate (zona industriale dotata
delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria), poste all’esterno di corsi d’acqua.
Il sito sarà collegato alle reti fognarie di acque meteoriche e acque nere (questo allacciamento sarà a servizio
del box ad uso ufficio) presenti in Viale delle Arti e dei Mestieri.
Nella seguente figura si riporta lo schema a blocchi che riporta la modalità realizzativa del sistema di
raccolta e trattamento delle acque di pioggia. Per i dettagli dimensionali e realizzativi si rimanda
all’Elaborato 8.




Come sopra schematizzato, il sistema è composto da:
   platea in cemento di intercettazione acque meteoriche per lo stoccaggio dei rifiuti in ingresso;
   tettoia per lo stoccaggio delle terre e rocce
   impermeabilizzazione delle restanti aree di trattamento e di stoccaggio materiali in attesa di
    caratterizzazione ed EoW attraverso geomembrana;
   trattamento delle acque meteoriche incidenti sullo stoccaggio rifiuti in ingresso mediante sistema di
    sedimentazione in continuo (sedimentatore 1);
   accumulo per bagnatura (bagnatura 1) rifiuti in ingresso, di capacità pari a 5 m3;
   laminazione (laminazione 1) dedicata alle acque meteoriche incidenti sullo stoccaggio rifiuti in
    ingresso, con relativa pompa di rilancio (pompa 1);
   laminazione (laminazione 2) dedicata alle acque meteoriche incidenti sull’area di trattamento e di
    stoccaggio materiali in attesa di caratterizzazione ed EoW, con relativa pompa di rilancio (pompa 2);


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    trattamento delle acque meteoriche incidenti su tale area mediante sedimentatore dedicato
     (sedimentatore 2);
    accumulo per bagnatura (bagnatura 2), di capacità pari a 5 m3;
    conferimento delle acque di dilavamento trattate (con sedimentatori 1 e 2) in fognatura nera, previo
     misuratore della quantità totale conferita (contatore) e pozzetto di campionamento fiscale;
    conferimento diretto delle acque meteoriche incidenti sulla tettoia in fognatura bianca;
    Le acque del servizio igienico nel box ufficio saranno collettate allo scarico, a valle del pozzetto di
     campionamento fiscale.
L’impianto non determinerà la produzione di acque di processo (le acque non più utilizzabili nel processo di
separazione dei materiali leggeri saranno smaltite come rifiuto) o l’immissione di acque nel sistema della rete
idrica locale.
Nello SPA (Elaborato 8 e schema sopra riportato) il soggetto proponente indica che le acque di dilavamento
in esubero saranno inviate presso la rete delle acque nere consortile, ritenendo che, stante il loro quantitativo
estremamente modesto, non determinerebbero criticità nei confronti della regolare regimazione delle acque.
Da quanto indicato nello SPA, il bacino di laminazione risulta essere dimensionato per trattenere il volume
massimo di precipitazioni meteoriche che possono incidere su tale area.
In considerazione anche del fatto che le acque meteoriche sono continuativamente utilizzate nelle fasi
operative per la bagnatura dei materiali e delle aree di lavoro pavimentate, per la separazione di materiali
leggeri per l’eventuale innaffiatura delle piante della barriera verde e che parte di tale acqua è persa per
evaporazione, si ritiene che il sistema possa non generare esuberi da smaltire.
Nello SPA si indica che l’acqua in esubero su base annua possa avere una volumetria estremamente limitata
(sull’ordine di 1÷5 m3).
L’acqua utilizzata nella fase di separazione dei materiali leggeri, non più utilizzabile dopo plurimi cicli di
lavoro, è smaltita come rifiuto.
Nei periodi di siccità o bassa piovosità, qualora il quantitativo di acqua disponibile nel bacino di
laminazione non fosse sufficiente per gestire correttamente le lavorazioni, la ditta ricorrerà all’utilizzo di
acqua recata dall’acquedotto pubblico, cui la ditta sarà comunque allacciata.
                          Valutazioni
In considerazione del fatto che non risulta opportuno lo sversamento di acque di dilavamento in fognatura
(cfr. Osservazione Viacqua), si richiede pertanto la predisposizione di un bilancio idrico che tenga conto di
quanto sopra riportato, cui dovranno seguire specifiche valutazioni sulle soluzioni tecniche che consentano
un riciclo completo delle acque di dilavamento, senza la necessità di prevedere scarichi residuali nella rete di
raccolta acque meteoriche da destinarsi al corso d’acqua superficiale.
Al contempo si ritiene debba essere quantificato l’eventuale fabbisogno idrico da acquedotto nei periodi di
scarsa o nulla piovosità, avvalendosi anche dei dati storici relativi all’impianto attualmente in funzione.
                     Valutazioni post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto. In particolare, avendo aumentato la capacità
dell'invaso di laminazione (volume totale 2600 m3, volume minimo garantito 2200 m3), risulta adeguatamente
affrontata la questione del totale riutilizzo dell'acqua, con fuoriuscita dal troppo pieno solo per eventi
meteorici particolarmente intensi con tempo di ritorno > 50 anni).

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Il progetto è corredato dell’Elaborato 4 “Relazione idrogeologica e geotecnica”.

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La suddetta indagine ha permesso di accertare la compatibilità degli interventi previsti dal progetto con
l’assetto geologico, geomorfologico, geotecnico, idrogeologico e sismico locale. Nel seguito si forniscono
alcuni dettagli.
L’area interessata dall'intervento ha un assetto geologico, geomorfologico, geotecnico, idrogeologico e
sismico che la accomuna a gran parte dell'alta pianura vicentina e che, pertanto, ben si presta all'edificazione.
Come indicato anche nella cartografia del quadro conoscitivo del PAT, parte dell'area oggetto dell’intervento,
la quale è costituita da una spessa coltre di depositi quaternari (il lotto di terreno si trova a cavallo tra due
aree nelle quali sono rispettivamente presenti depositi di materiali granulari fluviali e/o fluvioglaciali a
prevalente tessitura ghiaiosa e di materiali alluvionali fluvioglaciali, morenici o lacustri a prevalente tessitura
limoso-argillosa), si trova all'interno di un'area interessata da escavazione, poi ripristinata mediante riporto.
Integrando le informazioni cartografiche con le risultanze delle indagini effettuate per la redazione
dell’Elaborato 4, è stato accertato che l'area è connotata da un assetto stratigrafico complesso ed articolato.
L'area oggetto dell'intervento può essere sudpisa in due settori: nella parte orientale (verso il torrente
Leogra) sono presenti terreni di riporto di natura argilloso-limosa (questi terreni di riporto sono
caratterizzati dalla presenza di un rado scheletro ghiaioso-sabbioso, da blocchi e ciottoli immersi nella
matrice fine. La frazione antropica, che dà la certezza si tratti di terreni di riporto, è costituita da frammenti
di laterizio, piuttosto rari ed isolati), in quella occidentale è stata invece riscontrata la sequenza stratigrafica
originaria (si veda la figura seguente). Sulla base del sondaggio effettuato, si è riscontrato che i terreni di
riporto si spingono fino a 14 m dal piano campagna nell’area di interesse.




In riferimento alla sequenza originaria presente nella parte occidentale del lotto, i sondaggi hanno
dimostrato che, partendo da piano campagna, sono dapprima presenti terreni a prevalente tessitura
argilloso-limosa, che lasciano il posto, in modo peraltro piuttosto netto a quote variabili fra circa 0,5 m e 2 m,
ai tipici terreni granulari grossolani di natura ghiaiosa e ghiaioso-sabbiosa dell'alta pianura. I terreni ghiaiosi
sono inoltre caratterizzati sia da abbondanti ciottoli e blocchi, sia da una matrice limoso-argillosa interstiziale
presente in percentuale molto variabile.
Come indicato nella carta idrogeologica del PAT, il sottosuolo è saturato da acque sotterranee che, tuttavia,
sono presenti a profondità maggiori di 35÷40 metri dal piano campagna, con oscillazione dei livelli della
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falda dell'ordine di qualche metro. Dal database dell’ISPRA, si riscontra che la profondità della falda freatica
è piuttosto variabile nell’area di interesse, essendo compresa tra -55 m fino a circa -70 m.
Quindi l'assetto idrogeologico locale non pare essere quello tipico dell'alta pianura, ossia una falda freatica
immersa in un materasso ghiaioso, bensì si propone un modello idrogeologico costituito da una successione
di orizzonti con permeabilità persa, che contengono una falda in parte confinata, o perlomeno protetta da
orizzonti poco permeabili (acquitardi) presenti a debole profondità dalla superficie.
Sulla base di quanto riportato sopra, l’intervento progettuale non comporta impatti sulle acque sotterranee.
Il terreno originario e il terreno di riporto sono dotati di caratteristiche geotecniche tali per cui non sono
necessari interventi di stabilizzazione ai fini della realizzazione del progetto. Questo tanto più, in quanto non
è prevista la realizzazione di edifici, bensì solamente la realizzazione della struttura coperta da 150 m 2,
realizzata in carpenteria metallica, coperta da telo impermeabile e ubicata nell’angolo a nord del lotto, le cui
fondazioni saranno posizionate all’interno dello strato di riporto che sarà posizionato sopra la guaina
impermeabile.
Non sono previsti scavi di entità significativa: verrà svolto lo sbancamento generale dell'area per consentire
la posa della guaina impermeabile e del pacchetto di sottofondo (secondo le modalità già precedentemente
descritte) necessario a garantire sia il volume di laminazione di progetto, sia la stabilità geotecnica dei
piazzali alle lavorazioni previste, sia la barriera all’infiltrazione delle acque di dilavamento nel sottosuolo.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
La valutazione previsionale di impatto acustico si concentra sull’abitazione più vicina, posta ad ovest (R1), in
quanto per gli altri ricettori non è previsto un aggravio di impatto e dunque rimane a riferimento il collaudo
del dicembre 2022.
La nuova sede è inserita in classe V dal Piano di Classificazione acustica e così il ricettore R1 mentre ad est vi
è classe III.
Come sorgenti di rumore sono stati considerati: n.1 frantoio, n.1 vaglio, n.1 pala gommata e il passaggio di 4
autocarri all’ora.
In sede di calcolo tramite software previsionale, Predictor LIM-A, sono state inserite 2 opere di mitigazione,
e in particolare 1 barriera di 6 metri di altezza per tutta la lunghezza del confine ovest fino al cancello di
accesso al sito e 1 barriera ad U posta frontalmente al frantoio stesso di altezza pari a 3 m.
L’impatto è stato studiato in 2 scenari, uno con frantoio + pala ed autocarro e l’altro con vaglio + pala ed
autocarro. Vaglio e frantoio non possono dunque essere messi in funzione contemporaneamente.
Da quanto riportato il limite differenziale di immissione non risulta applicabile e i limiti assoluto di
immissione e di emissione sono rispettati.
                          Valutazioni
Il rispetto dei limiti è strettamente vincolato al tempo di funzionamento indicato (3 ore per il frantoio e 1.5
ore per il vaglio, nonostante nel SIA siano indicate 3 ore), al posizionamento delle 2 macchine che non
potranno essere avvicinate al ricettore R1 e alla non contemporaneità dell’uso delle macchine sopra indicate.
In aggiunta si evidenzia che – non essendo stati forniti dettagli tecnici - il pannello sandwich inpiduato per
le opere di mitigazione dovrà essere caratterizzato da un potere fonoisolante tale da farlo rientrare nella
definizione di ‘barriera acustica’, per cui può essere trascurata l’energia che si tramette attraverso la barriera
stessa. Come indicato dovranno essere curati i giunti per evitare fessurazioni o punti deboli che di fatto
ridurrebbero l’efficienza teorica del sistema.


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In fase di collaudo dovranno essere chiaramente indicate le posizioni limite di frantoio e vaglio (che non
potranno essere avvicinate al ricettore R1) e l’orientamento delle stesse macchine che non dovrà essere
modificato se non in termini di riduzione dell’impatto.
Dovrà essere fornita una documentazione progettuale (disegni) e fotografica in merito alle opere di
mitigazione che non potranno essere rimosse. Il collaudo dovrà essere effettuato in fase di avvio impianto e
dopo il primo anno e poi con periodicità da stabilirsi.
                     Valutazioni post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto e la documentazione fornita è a riferimento per la
definizione dei tempi di funzionamento, per la posizione delle macchine, per la modalità di costruzione della
tettoia; non dovranno inoltre essere azionati contemporaneamente vaglio e frantoio.
Nella fase di collaudo ed esercizio provvisorio dovrà essere effettuata idonea verifica post operam, nella
condizione di massimo carico.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI ED EFFICIENZA ENERGETICA
Lo SPA riporta un capitolo di approfondimento relativo agli agenti fisici, di cui si sintetizzano i contenuti.
Il territorio comunale di San Vito di Leguzzano (classe 1-10) non ricade all’interno degli ambiti a rischio
radon.
Il progetto in esame non prevede la realizzazione di locali chiusi ritenuti a rischio radon (interrati,
seminterrati), ma l’utilizzo di spazi aperti e di un capannone aperto le cui caratteristiche costruttive e
gestionali garantiranno un continuo ed efficace arieggiamento e ricircolo dell’aria.
Per quel che riguarda le radiazioni non ionizzanti, l’attività non prevede la generazione di questo tipo di
radiazioni.
Per quanto concerne l’inquinamento luminoso, al fine di non determinare potenziali interferenze
significative negative nei confronti della componente ambientale in analisi, sulla base di quanto indicato
dall’art. 9 dalla LR 17/2009, l’impianto di progetto:
    non farà uso di apparecchi illuminanti rivolti verso l’alto;
    durante le ore notturne saranno attivi dispositivi per la regolazione dell’intensità luminosa, di
     accensione e spegnimento automatico in funzione delle necessità di utilizzo.
Non viene effettuata invero alcuna valutazione in merito all’efficienza energetica.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
L’area di progetto ricade all’interno dell’ambito “Paesaggio a connotazione urbana”; trattasi di un ambito
che occupa le parti più densamente urbanizzate del territorio comunale. Si caratterizza per l’edificazione
densa, diffusa e continua, localizzata prevalentemente nel capoluogo e nella Zona Industriale. Trattasi di
aree che presentano ridotta vegetazione naturale, assenza o limitata bio-permeabilità, forte interclusione dei
coni visuali, numerosi elementi detrattori.
Il contesto paesaggistico comprende dunque prevalentemente la zona produttiva (ZTO D2.2) di San Vito di
Leguzzano; trattandosi di insediamenti realizzati in epoche recenti non si segnala la presenza di elementi di
particolare valenza paesaggistica. Trattasi in effetti di un territorio interessato da un’espansione urbanistica
ancora in atto, che dalla SP 46 “del Pasubio” si sviluppa in direzione del torrente Leogra e da qui verso nord.
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Gli insediamenti sono di tipo produttivo-artigianale, capannoni industriali e delle relative infrastrutture a
servizio (viabilità, reti tecnologiche, ecc.).
Gli elementi paesaggistici più importanti della zona sono:
    la zona agricola posta a cintura alla zona produttiva, dove si riscontrano gli elementi tipici e
     caratterizzanti del paesaggio agrario;
    la mancanza di elementi arborei rilevanti e diffusi fa sì che l’ambito aziendale e la zona produttiva di
     appartenenza risultino monotoni e piatti, specialmente durante i mesi invernali, quando i limitrofi
     campi destinati a seminativo vengono arati e le alberature stradali sono prive di fogliame.
La tipologia di vincolo paesaggistico che insiste all’interno dell’ambito di intervento è riferibile alla presenza
di aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del D.lgs 42/04:
    aree tutelate per legge ai sensi dell’art. 142 del DLgs 42/04: i fiumi, i torrenti, i corsi d'acqua iscritti
     negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici,
     approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative sponde o piedi degli argini per
     una fascia di 150 metri ciascuna.
Lo SPA precisa che l’area di intervento fa parte di un piano di lottizzazione per l’insediamento di attività
produttive, realizzato previo l’ottenimento di specifica autorizzazione paesaggistica, essendo buona parte
dell’ambito produttivo compreso all’interno del vincolo paesaggistico disposto, non per particolari
peculiarità del bene tutelato, ma ope legis dall’art. 142 del D.Lgs 42/2004.
Lo stesso piano di lottizzazione in parola prevede specifiche misure di mitigazione paesaggistica al fine di
favorire il corretto inserimento delle soluzioni architettoniche e formali nell’ambiente circostante e mitigarne
efficacemente l’impatto visivo nei confronti dello specifico ambito vincolato.
L’impianto avrà carattere di precarietà in quanto temporalmente legato alla durata della locazione dell’area
alla ditta Dal Maistro SRL da parte del Comune di San Vito di Leguzzano, proprietario dell’area.
Dai punti di osservazione localizzati lungo l’argine del torrente Leogra, l’intervento, pur risultando
parzialmente visibile da punti di osservazione relativamente prossimi, non modifica in modo significativo
l’attuale percezione dei luoghi già assorbiti dal contesto produttivo locale.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Sia la sede operativa attuale dell’impianto di recupero del soggetto proponente, sia l’adiacente sito di
progetto si collocano entrambi al margine orientale del territorio comunale di San Vito di Leguzzano (VI),
all’interno della sua Zona Artigianale Industriale (Z.A.I.) “Rivalta”, in Viale delle Arti e dei Mestieri.




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La viabilità di afferenza interessata dell’intervento è la seguente:
    S.P. 46 “del Pasubio” (via Schio) e la sua diramazione di accesso alla Z.A.I. “Rivalta”;
    Via delle arti e dei mestieri;
    Viale dell’Artigianato;
    Via Leogra.
Oltre agli assi stradali principali riportati, si devono prendere in considerazione anche le intersezioni che essi
formano tra di loro e, in particolare:
    l’intersezione a raso tra la diramazione di accesso alla Z.A.I. “Rivalta” della S.P. 46 “del Pasubio”
     (via Schio) e l’asse principale della stessa (oggetto di verifica);
    l’intersezione a raso classica di tipologia a “T” tra la diramazione di accesso alla Z.A.I. “Rivalta”
     della S.P. 46 “del Pasubio” (via Schio), via delle arti e dei mestieri e viale dell’Artigianato;
    l’intersezione a raso classica di tipologia a “T” tra la S.P. 46 “del Pasubio” (via Schio) e via Leogra;
    l’intersezione a raso tra via Leogra e viale dell’Artigianato.
Per la ricostruzione del quadro conoscitivo attuale è stata organizzata una campagna di rilievi sulla viabilità
oggetto di verifica, prendendo in esame una giornata infrasettimanale lavorativa “tipo” (il giovedì) in cui
l’attività oggetto di studio risultasse operativa. Sono stati effettuati due rilievi automatici dei flussi delle
arterie stradali più rilevanti (S.P. 46 “del Pasubio”, che nei pressi della sede operativa della Proponente,
assume il toponimo di via Schio, e la sua diramazione di accesso alla Z.A.I. “Rivalta”, che prosegue poi in
Via dell’Artigianato) ed un rilievo manuale delle svolte in corrispondenza del loro incrocio, l’unico utilizzato
consuetudinariamente dai mezzi afferenti all’impianto. I dati raccolti sono comprensivi del traffico veicolare
da e per l’impianto del soggetto proponente, in quanto questo era operativo.
I risultati ottenuti dallo studio hanno dimostrato come nelle ore di punta rilevate nella giornata
infrasettimanale “tipo” del giovedì, dalle ore 08:00 alle ore 09:00, del mattino, e, dalle ore 16:30 alle ore 17:30
del pomeriggio, la situazione viabile dell’intersezione e degli assi stradali analizzati, appartenenti alla rete
viaria di afferenza, sia sostanzialmente fluida.
Il traffico veicolare indotto dalle attività della proponente è stimato in circa 30 passaggi al giorno (carico
medio dei mezzi di trasporto pari a 28 ton), corrispondenti a circa 4 passaggi all’ora, considerando che
l’impianto sia attivo per 8 ore al giorno.
La verifica effettuata ha permesso di stabilire che l’impatto derivante dall’attività della Committente, e dalle
modifiche richieste, sia da considerarsi marginale e tale da non generare criticità sul sistema infrastrutturale
limitrofo.
In estrema sintesi i Livelli di Servizio della viabilità afferente e dei nodi è di tipo A e B già comprensiva del
traffico dell’attività in oggetto per la quale il progetto prevede una rilocalizzazione fondiaria ma con le stesse
capacità di trattamento di 550 Ton/giorno e 70.000 Ton/anno.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
Gli interventi a verde, attuati dal Piano di Lottizzazione e previsti dal progetto, svolgeranno una efficiente
azione di mitigazione. Le soluzioni progettuali consentono quindi di integrare le nuove opere all’interno del
paesaggio unitario, caratterizzato da un’attenta ricucitura del verde esistente e del verde di progetto.
In particolare, al fine di mitigare gli effetti relativi alla percezione visiva di contesto dell’impianto, il progetto
prevede la realizzazione di una siepe arboreo-arbustiva lungo i confini nord e est del lotto come indicato
nella TAV.1 - Layout. A seguire si riportano le specie:


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Gli elementi vegetazionali così descritti, oltre a minimizzare la percezione visiva dell’impianto, andranno a
collegare direttamente alla fascia vegetazionale della lottizzazione e alla vegetazione perifluviale esistente
del torrente Leogra, implementando la rete ecologica dell’area.
In totale la siepe di nuovo impianto, di lunghezza pari a circa 90 metri, sarà monofilare a funzione
schermante, naturalistica e paesaggistica.
Sulla base delle azioni previste dal progetto in esame, il proponente ritiene che quest’ultimo non possa
introdurre fattori aggiuntivi di interferenza, all’interno di un’area già caratterizzata dalla presenza di attività
produttive in atto (il sito di progetto ricade all’interno di lottizzazione in Zona Territoriale Omogenea
produttiva D 2.2 industriale artigianale di espansione). L’attività aziendale insisterà, inoltre sui piazzali
aziendali esistenti, già urbanizzati. L’attività in parola non prevede, inoltre, la sottrazione di superficie
agricola o in qualche misura interessata da ecosistemi, elementi vegetazionali o habitat faunistici, ma
insisterà in un’area urbanizzata.




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                          Valutazioni
Nonostante la presente richiesta insista su piazzali esistenti e già urbanizzati, si ritiene necessario, anche in
relazione alla presenza di un corridoio ecologico riportato in persi strumenti di pianificazione, che il
progetto del verde sia dettagliato con specifici elaborati e precisamente:
a) tavola delle indicazioni progettuali che metta in evidenza lo stato di fatto e gli elementi progettuali della
   lottizzazione, oltre agli interventi di nuovo impianto, con relativo sesto d’impianto e indicazione delle
   specie. Si consiglia di inserire anche altre specie arboree autoctone oltre al Carpinus betulus per
   aumentare l’effetto schermante;
b) una descrizione sintetica degli interventi, computo metrico estimativo delle nuove opere che tenga conto
   anche della manutenzione per un periodo di almeno tre anni.
                     Valutazioni post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto; andrà in ogni caso prevista la sostituzione
dell’utilizzo del biancospino, essendo esso facilmente attaccato da fuoco batterico, malattia che potrebbe
espandersi ad altre rosacee presenti nel territorio. Si prescrive altresì che il materiale di propagazione da
utilizzare debba essere di provenienza certificata, ai sensi della DGR 3263 del 15/10/2004, in applicazione del
D.Lgs. 386/03.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA E V.INC.A
Il sito produttivo aziendale ricade all’interno della zona industriale di San Vito di Leguzzano, confinante a
est con l’ambito del torrente Leogra. Non si rileva la presenza di specie faunistiche e floristiche di pregio,
attesa la destinazione e la preminente vocazione produttiva del contesto territoriale in esame.
L’area non è interessata dalla presenza di habitat ed habitat di specie tutelati elencate negli allegati della
Direttiva 92/43/CEE e della Direttiva 2009/147/CE.
Le modifiche progettuali non determineranno sottrazione significativa o frammentazione di habitat
faunistici, non saranno interessati direttamente o indirettamente gli elementi della rete ecologica locale,
provinciale e regionale, in quanto si concentreranno all’interno di un ambito produttivo dove
l’urbanizzazione risulta consolidata.
L’intero territorio del comune di San Vito di Leguzzano non rientra nella Rete Natura 2000.
I siti della Rete Natura 2000 più prossimi all’area in oggetto sono indicati nella tabella che segue:




Dall’analisi degli impatti, come riportato nella Valutazione di incidenza ambientale, si esclude il verificarsi di
effetti negativi sul raggiungimento e il mantenimento di uno stato di conservazione favorevole e di
preservazione delle specie e habitat presenti nella rete Natura 2000, con particolare riferimento ai siti
IT3220008, IT3220039 e IT3220013.




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                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Non risulta che nello SPA sia stato trattato il tema degli impatti sulla salute dei lavoratori e delle persone, in
particolare per gli aspetti dell’esposizione al rumore, alle polveri e alle vibrazioni (per gli operatori dei
macchinari).
Questo tema si ritrova affrontato nell’Elaborato 1 “Relazione Tecnica” alla sezione “2.18. Sicurezza e salute
dei lavoratori”, in cui però si riscontra solo una analisi dei rischi di incidenti e infortuni che possono
verificarsi (il soggetto proponente provvederà alla redazione del documento di valutazione dei rischi, ai
sensi della D.Lgs 81/08 e s.m.i.), mentre non è effetuata alcuna analisi relativamente agli aspetti concernenti
la salute.
                          Valutazione
Si richiede un’integrazione allo SPA che prenda in esame anche gli impatti sulla salute dei lavoratori e delle
persone.
                     Valutazioni post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.


              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non risultano presenti condizioni di contrasto rispetto ai vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati, anche a seguito delle integrazioni fornite, possono essere considerati adeguati alle finalità che il
proponente intende conseguire.
Non sussistono altre osservazioni contrarie e/o ostative rispetto alla prosecuzione dell’attività.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto, salva la necessità di verifica/monitoraggio degli effetti dell’intervento.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza
di rischi ambientali, sanitari ed ecologici.
                       Tutto ciò premesso si esprime
                            PARERE
            al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
In sede di presentazione dell’istanza di autorizzazione ex art. 208 del D.Lgs. n. 152/2006 dovranno essere
trasmesse:



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1. La relazione tecnico descrittiva dell'attività di recupero in conformità alla vigente normativa e le relative planimetrie
di layout (gestione rifiuti e scarichi idrici). In particolare, la documentazione tecnica deve essere redatta in aderenza al
Decreto Ministeriale n. 127/2024 e secondo le indicazioni previste da ARPAV per gli EoW "caso per caso"
(https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/rifiuti/end-of-waste-1),.
2. Il Piano di Gestione Operativa (PGO) in conformità alla vigente normativa. Il Piano dovrà, inoltre, specificare i
requisiti di qualità dell’aggregato recuperato e i controlli attuati previsti dalle lette d) ed e) dell’Allegato 1 al DM
127/2024, calati sugli utilizzi specifici già dichiarati dalla ditta e confermare puntualmente tali scopi specifici di utilizzo
del materiale recuperato. Nel caso dell’utilizzo specifico c) ovvero realizzazione di miscele bituminose per sottofondi
stradali specificare se si rispetterà la sola idoneità tecnica UNI 11531-1 o si intende avvalersi della specifica estesa
“Capitolato tecnico dell’opera”. In questo secondo caso dovranno essere forniti gli affidamenti di incarico e la
dichiarazione del Direttore Lavori dell’opera che attesta la conformità di ciascun lotto di materiale recuperato rispetto al
capitolato dell’opera in questione, formulando una procedura specifica all’interno del PGO per tale scenario.
3. La documentazione aggiornata del progetto del verde che non preveda l’utilizzo del biancospino e che preveda, invece,
l’utilizzo di materiale di propagazione di provenienza certificata, ai sensi della DGR 3263 del 15/10/2004, in
applicazione del D.Lgs. 386/03.
In sede di collaudo si dovrà procedere con i seguenti adempimenti/obblighi:
4. La verifica puntuale di tutti gli aspetti progettuali ed ambientali oggetto di approvazione, i cui esiti ed evidenze
dovranno essere riportati nel certificato di collaudo da presentarsi al termine del periodo di esercizio provvisorio (es.
rifiuti, scarichi, EoW, etc.).
L’eventuale autorizzazione all’esercizio ricomprenderà, pertanto, solo gli aspetti per i quali l’effettiva operatività avrà
consentito di attestare la coerenza/conformità con le previsioni progettuali.
5. Impatto acustico
La compatibilità acustica mediante indagine di verifica del rispetto del limite ai ricettori critici da effettuarsi in periodo
diurno con massima attività in essere , da ripetersi poi con frequenza triennale:
a) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti di
misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate con congruo
preavviso ad Arpav;
b) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una specifica
progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, saranno stati comunicati i
risultati delle analisi;
c) l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previsionale di
Impatto Acustico.

Vicenza, 23 gennaio 2025


  F.to Il Segretario                                      F.to Il Presidente
dott.ssa Silvia Chierchia                                    Andrea Baldisseri




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