Parere

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     VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
             DEL 16/05/2024
L'anno 2024, il giorno 16 del mese di maggio alle ore 17:10 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è riuni-
to nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: .
BRENTA RECYCLING SRL Procedura di verifica assoggettabiltà a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale
per aumento della potenzialità di recupero di un impianto di recupero rifiuti non pericolosi costituiti da materie plasti -
che esistente.
Localizzazione – comune di Bolzano Vicentino

All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO               Presidente               Assente


BALDISSERI ANDREA          Responsabile del Servizio            Presente

BRADASCHIA MAURIZIO             Commissario             Presente on line

BUSATO FILIPPO               Commissario                Assente

CAMPAGNOLO MIRKO              Commissario             Presente on line

MENEGHINI ROBERTA              Commissario             Presente on line

MURARO TERESA                Commissario             Presente on line

PIVA MARCO                 Commissario             Presente on line

SVEGLIADO GIULIA              Commissario             Presente on line

VALVASSORI RIMSKY              Commissario             Presente on line

VICENTIN ALBERTO              Commissario                Presente

DEGAN PAOLO                 Commissario                Presente


La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente prot. 23195 del
15/05/2024, che riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funziona -
mento del Comitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle in-
formazioni e preso atto della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata,
esprime congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.

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                 Brenta Recycling S.R.L.
                       PARERE N. 08/2024

Oggetto: Aumento della capacità di trattamento rifiuti.
PROPONENTE:           Brenta Recycling S.R.L.
SEDE LEGALE:           Via Martiri della Libertà n. 16/A – Grantorto (PD)
SEDE INTERVENTO:         Via Marconi n. 3 – Bolzano Vicentino
TIPOLOGIA ATTIVITÀ:       Impianto di recupero di rifiuti non pericolosi..
PROCEDIMENTO:          Verifica di assoggettabilità a VIA ai sensi dell'art. 19 del D.Lgs 152/06
MOTIVAZIONE V.I.A:        ALLEGATO IV alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - 7. Progetti di
                 infrastrutture - z.b) Impianti di smaltimento e recupero di rifiuti non
                 pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante
                 operazioni di cui all'allegato C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del
                 decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, ad esclusione degli impianti mobili
                 volti al recupero di rifiuti non pericolosi.
COMUNE INTERESSATO:       \\\
DATA DOMANDA:          11, 12 e 13 dicembre 2023
DATA PUBBLICAZIONE:       18 dicembre 2023
DATA INTEGRAZIONI:        08 maggio 2024

DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
             TITOLO                               NOME FILE
STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE                  DE01_SPA

SCHEDE TECNICHE IMPIANTI                     DE02_SCHEDE IMPIANTI

STUDIO VIABILISTICO                       DE03_TRAFFICO

DOCUMENTAZIONE PREVISIONALE Dl IMPATTO ACUSTICO         DE04_DPIA

DICHIARAZIONE Dl NON NECESSITÀ Dl VALUTAZIONE Dl
                                 DGR1400-2017_ALL.E DICHIARAZIONE
INCIDENZA

VERIFICA DEI POSSIBILI EFFETTI SUI SITI NATURA 2000       DGR1400-2017_ALL.E_REL.TECNICA

ESTRATTI CARTOGRAFICI                      TAV.1_ESTRATTI

PLANIMETRIA GENERALE LAYOUT ATTIVITA’ - STATO Dl
                                 TAV.2_LAYOUT_SDF
FATTO

PLANIMETRIA GENERALE LAYOUT ATTIVITA' - STATO Dl
                                 TAV.3_LAYOUT_SDP
PROGETTO

PLANIMETRIA GENERALE PUNTI Dl EMISSIONE IN
                                 TAV.4_EMISSIONI_SDF
ATMOSFERA - STATO ATTUALE

PLANIMETRIA GENERALE PUNTI Dl EMISSIONE IN
                                 TAV.5_EMISSIONI_SDP
ATMOSFERA - STATO Dl PROGETTO

PLANIMETRIA GENERALE RETE SCARICHI                TAV.6_SCARICHI

PLANIMETRIA GENERALE ILLUMINAZIONE ESTERNA            TAV.7_ILLUMINAZIONE



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                      PREMESSE ED UBICAZIONE
La ditta Brenta Recycling Srl svolge attività di gestione rifiuti speciali non pericolosi in regime semplificato,
presso l’impianto sito nel comune di Bolzano Vicentino - via Marconi, 3, ed è autorizzata con il provvedi-
mento A.U.A n. 285/2022 del 16/12/2022 che ricomprende anche l’autorizzazione agli scarichi in recapito di-
verso dalla fognatura (prima e seconda pioggia con scarico su acque superficiali) ed alle emissioni in atmo-
sfera.
Il progetto proposto è finalizzato all’aumento dei rifiuti gestibili in impianto, incrementando il quantitativo
di rifiuti di plastica da sottoporre a recupero R3, in linea con le effettive potenzialità delle macchine a disposi-
zione.
Il progetto prevede in sintesi le seguenti modifiche rispetto allo stato autorizzato:
- passaggio in procedura ordinaria ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs 152/2006 smi e contestuale inserimento del-
le operazioni di pretrattamento consistenti in accorpamento, eliminazione impurezze, miscelazione non in
deroga e riduzione volumetrica;
- gestione esclusiva di rifiuti plastici, con eliminazione dei rifiuti di carta cartone;
- aumento della capacità di stoccaggio istantanea di rifiuti da 305 a 550 tonnellate;
- aumento della potenzialità annua di gestione rifiuti da 9.500 a 26.000 tonnellate;
- aumento della potenzialità massima giornaliera di recupero R3 da 10 a 100 tonnellate;
- aumento della potenzialità annua di recupero R3 da 2.600 a 26.000 tonnellate;
- modifica del layout organizzativo a seguito delle modifiche suddette e inserimento di una ulteriore porzio-
ne di capannone produttivo da destinare in parte allo stoccaggio di rifiuti da avviare a trattamento, in parte
ad una officina e deposito temporaneo rifiuti da manutenzione.
La zona produttiva è collocata all’esterno dell’area urbana a carattere residenziale, in prossimità alla SR53
“Postumia”, ed è circondata dalle aree agricole tipiche della pianura veneta con abitato diffuso, principal-
mente lungo le vie di traffico.
I confini dell’impianto sono: a Nord con altra attività produttiva, a Sud con altra attività produttiva, ad Ovest
con altra attività produttiva, ad Est con via Marconi e altre attività produttive.




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            QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO

STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Bolzano Vicentino;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Bolzano Vicentino;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvionali;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico presenta un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritiene di chiedere specifici approfondimenti, considerata la necessità
di rapportare analiticamente il progetto con le sotto elencate sensibilità ambientali, coordinando le stesse,
eventualmente, con il Quadro Progettuale e/o le matrici di riferimento del Quadro Ambientale, anche al fine
di inpiduare possibili mitigazioni.
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.)
Tavola 1b - Uso del suolo / Acqua: Area vulnerabile ai nitrati (DCR 62/2006 - Comune tot. Vuln.), prossima al
margine inferiore della zona delle risorgive (in parte all’interno della fascia delle risorgive ) area primaria
tutela quantitativa degli acquiferi. L’integrazione che verrà trasmessa dovrà essere inserita all’interno del
Quadro Ambientale “Caratterizzazione dell’ambiente idrico” e “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
Tavola 1c - Uso del suolo / Idrogeologia e rischio sismico: Superficie allagata nelle alluvioni degli ultimi 60 anni
(Angolo a sud-ovest del piazzale). L’integrazione che verrà trasmessa dovrà essere inserita all’interno del
Quadro Ambientale “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
Tavola 2 - Biopersità: Area impianto delimitata a ovest da affluente Fosso Pasini. Fascia di rispetto delle
risorgive (porzione est del piazzale). L’integrazione che verrà trasmessa dovrà essere inserita all’interno del
Quadro Ambientale “Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
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Tavola 9 - Sistema del territorio rurale e della rete ecologica : Ricognizione paesaggio Veneto: Area impiantistica
nel passaggio tra n.23 “Alta Pianura Vicentina” e n.29 “Pianura tra Padova e Vicenza”. L’integrazione che
verrà trasmessa dovrà essere inserita all’interno del Quadro Ambientale “Caratterizzazione dell’impatto
paesaggistico”.
PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE DI COORDINAMENTO (P.T.C.P.)
Tavola 2.3 – Carta idrogeologica: Presente una rete idrografica secondaria lungo il margine ovest
dell’impianto. Si rimanda al parere del consorzio di bonifica competente. L’integrazione che verrà trasmessa
dovrà essere inserita all’interno del Quadro Ambientale “Caratterizzazione dell’ambiente idrico” e
“Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
Tavola 3.1.B – Carta del Sistema Ambientale - Sud: Zona produttiva inclusa in un’area di rinaturalizzazione
(Art. 38 “SALVAGUARDIA E SVILUPPO DELLA RETE ECOLOGICA - RETE NATURA 2000 […] Area di
rinaturalizzazione). Ambito dotato di elementi naturalità diffusa, anche con presenza di nuclei naturali relitti.
Fanno parte di tale tipologia gli ambiti di risorgiva, fortemente caratterizzanti il territorio provinciale, e varie
aree agricole, soprattutto in destra Brenta.
4. DIRETTIVE PER LA RETE ECOLOGICA PROVINCIALE […] d) Per le restoration area gli strumenti
urbanistici dovranno incentivare gli interventi e le forme di conduzione che possano contribuire a tutelare ed
a riqualificare gli elementi di naturalità del contesto.).. L’integrazione che verrà trasmessa dovrà essere
inserita all’interno del Quadro Ambientale “Caratterizzazione delle risorse naturali ed agronomiche” e
“Caratterizzazione della flora e fauna e V.Inc.A.”.
Tavola 4.1.B – Carta del Sistema Insediativo Infrastrutturale - Sud : Ricade in un ambito definito come critico per
la viabilità. L’integrazione che verrà trasmessa dovrà essere inserita all’interno del Quadro Ambientale
“Caratterizzazione dell’impatto viabilistico”.
Tavola 5.1.B – Carta del Sistema Paesaggio - Sud : Area progetto fa parte dell’ambito Strutturale di paesaggio
del PTRC (Art.60) n.29 “Pianura tra Padova e Vicenza e in area agricola del PTRC definita come “Area
dell’agropolitano” (Art.24) . L’integrazione che verrà trasmessa dovrà essere inserita all’interno del Quadro
Ambientale “Caratterizzazione dell’impatto paesaggio”.
PIANO DI TUTELA DELLE ACQUE
Nello S.P.A. - Quadro Programmatico, nella parte relativa al Piano di Tutela delle acque, non è stato indicato
il fatto che l’area dell’impianto è all’interno:
- delle “Zone vulnerabili - Alta pianura – zona di ricarica degli acquiferi (Deliberazione del consiglio
regionale n. 62 del 17 maggio 2006)” (Fig. 2.3 - Zone vulnerabili da nitrati di origine agricola)
- di un area con “Grado di vulnerabilità Ee: estremamente elevato (Valori sintacs 80-100)” (Fig. 2.2 - “Carta
delle Vulnerabilità Intrinseca della falda freatica della Pianura Veneta”).
PIANO DI ASSETTO DEL TERRITORIO (P.A.T.) DI BOLZANO VICENTINO
Per gli aspetti sotto evidenziati, non viene fatta alcuna considerazione se non qualche rimando alle Norme
Tecniche ed una generica affermazione con la quale si indica il fatto che “Dall’analisi degli elaborati di Piano,
non emergono pertanto elementi ostativi alla realizzazione del progetto. “ (con eccezione di per quanto
riguarda la fascia di salvaguardia dei pozzi di prelievo idropotabile dove lo S.P.A. evidenzia solamente che
VIACQUA SPA con nota del 12/12/2022 prot. n. 2022.0016117 agli atti della Provincia di Vicenza con prot. n.
50172 del 13/12/2022 ha comunicato che: “non sono presenti pozzi o derivazioni pubbliche di acqua ad uso
potabile in gestione alla scrivente nel raggio di 200 metri dallo scarico dello stabilimento in oggetto”) .
Sistema dei vincoli
    Pozzi di prelievo idropotabile . L’impianto ricade parzialmente nella fascia di salvaguardia (dist. da
     pozzo pari a 150 m).
    Impianti di comunicazione elettronica ad uso pubblico. L’impianto ricade parzialmente nella fascia
     di salvaguardia.

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    Zona di attenzione idraulica. L’impianto ricade in una zona di attenzione idraulica per la quale le
     NTO del PAT prevedono quanto riportato all’art. 12.1.
PIANO DEGLI INTERVENTI (P.I.) DI BOLZANO VICENTINO
Nello S.I.A. - Quadro Programmatico, relativamente a detto piano, si afferma, di fatto, solo che “Dall’analisi
della cartografia e delle norme di Piano, non emergono elementi in contrasto con il progetto.“.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

             QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Stato di fatto
L’immobile in forze alla ditta Brenta Recycling Srl è costituito da due capannoni (Fabbricato 1 e 2) ad uso
artigianale di circa 1.500 mq cadauno, dalla porzione di un terzo capannone (Fabbricato 3), ad oggi non
autorizzata per la gestione di rifiuti, e da un piazzale esterno pavimentato in cls. L’impianto è delimitato da
una recinzione costituita da muretto in cls e soprastante orsogril (lati est e sud) o rete metallica (lati ovest e
nord). I capannoni sono così organizzati:
Fabbricato 1
    Settore di conferimento;
    Settore per la messa in riserva funzionale al recupero (R3) tipologia 6.1 e 6.2, in cumulo;
    Area di trattamento rifiuti plastici (R3) per la produzione del granulo tramite impianto di
     densificazione composto da densificatore, coclea, vaglio rotante e silos di raccolta;
    Zona deposito prodotto semilavorato/EoW generati dalle linee di trattamento presenti nel fabbricato
     1 e nel fabbricato 2.
Fabbricato 2
•    Settore di conferimento;
•    Settori per la Sola messa in riserva delle seguenti tipologie di rifiuti: tipologia 1.1 (carta cartone, in
cassone), tipologia 6.1 (rifiuti di plastica, in cumulo e/o cassone), tipologia 6.2 (sfridi, scarti di plastica, in
cumulo e/o cassone);
•    Settore per la messa in riserva funzionale al recupero (R3) tipologia 6.1 e 6.2, in cumulo;
•    Area di trattamento rifiuti (R3) sudpiso nelle tre linee:
     Impianto 1 composto da trituratore, mulino granulatore, vibrovaglio e porta big bags;
     Impianto 2 composto da trituratore, mulino granulatore e porta big bags;
     Impianto 3 composto da mulino macinatore con coclea per confezionamento in big bags.
•    Settore deposito rifiuti prodotti in cumulo.
Nell’edificio 1 è inoltre presente un impianto di estrusione del materiale plastico semilavorato, composto da
due estrusori e un silos di raccolta; tale lavorazione viene effettuata esclusivamente per un’eventuale
raffinazione delle materie plastiche costituite da EoW già corrispondenti alle norme UNI PLAST 10667 ed
acquistate da impianti terzi di recupero e/o prodotte dalle operazioni interne di recupero R3 svolte nei
capannoni 1 e 2 (depositate nell’apposita area verde).
La linea di estrusione non ha pertanto funzioni di recupero (R3), ma solo di un’eventuale lavorazione
aggiuntiva delle materie plastiche che hanno cessato la qualifica di rifiuto.
All’esterno dei fabbricati è infine presente un’area di deposito temporaneo di rifiuti non derivanti
dall’attività di gestione rifiuti. Il deposito è effettuato in cassoni.

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Stato di progetto
Per la realizzazione degli interventi previsti a progetto, si prevedono i seguenti interventi in relazione alla
gestione degli spazi e all’organizzazione generale dell’impianto:
    eliminazione della zona di messa in riserva dei rifiuti di carta cartone e della zona destinata alla sola
    messa in riserva R13 dei rifiuti plastici, per i quali si prevede l’avvio a recupero in impianto di tutti i
    rifiuti in ingresso;
    inserimento delle zone di pre-trattamento (R12) con accorpamento, miscelazione non in deroga,
    riduzione volumetrica e eliminazione impurezze;
    incremento delle zone di stoccaggio delle EoW prodotte;
    ampliamento dell’area impiantistica con l’inserimento dell’Edificio 3, già di proprietà della ditta, che
    sarà destinato in parte per lo stoccaggio dei rifiuti plastici rigidi e molli, funzionale al recupero R3, in
    cumuli in parte ad officina con area di deposito temporaneo dei rifiuti da manutenzione.
Il progetto prevede, altresì, il passaggio alla procedura ordinaria ex art.208 del D.Lgs n.152/2006 e la gestione
esclusiva di rifiuti a matrice plastica, escludendo, quindi, i rifiuti di carta e cartone.
Le operazioni previste saranno quindi le seguenti:
    (R13) Messa in riserva dei rifiuti in attesa di trattamento presso lo stesso impianto;
    (R12) Raggruppamento, miscelazione, riduzione volumetrica e eliminazione impurezze;
    (R3) Recupero delle sostanze organiche finalizzato alla produzione di EoW conformi alle specifiche
    UNIPLAST-UNI 10667.
Il progetto non prevede alcuna modifica in merito ai processi di recupero effettuati in impianto e alla
tipologia di EoW prodotte dalle lavorazioni, se non l’inserimento, possibile nell’ambito della procedura
ordinaria ai sensi dell’art. 208 del D.Lgs 152/2006, dell’operazione R12, così come sopra descritte
Nella tabella seguente si riporta il confronto tra i quantitativi autorizzati e i quantitativi previsti da progetto.




DESCRIZIONE DEL CICLO DI LAVORAZIONE
Ad oggi i rifiuti di materiale plastico e cartaceo in ingresso, dopo il controllo documentale, pesatura e presa
in carico, vengono conferiti, in funzione della tipologia di materiale e della tipologia di lavorazione prevista,
nel capannone 1 o 2; il progetto prevede l’eliminazione dei rifiuti di carta e cartone e la possibilità di avvio
dei rifiuti plastici in ingresso anche nella porzione dell’Edificio 3 dedicata agli stoccaggi.
I materiali plastici rigidi in ingresso, rifiuti conferiti generalmente in bancali o ceste, vengono scaricati dai
mezzi mediante l’uso di carrello elevatore nella zona di conferimento nell’edificio 2 e successivamente
depositati nelle aree dedicate in attesa dell’avvio alle linee di trattamento.
I materiali plastici vengono quindi prelevati dalle aree di stoccaggio e mediante il carrello elevatore sono
portati in prossimità delle linee di macinazione 1, 2 o 3, dove l’operatore provvede al caricamento del nastro

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trasportatore, effettuando contestualmente una selezione e cernita/eliminazione di eventuali rifiuti
indesiderati (operazione R12).
La plastica viene poi caricata su nastro trasportatore e subisce quindi i seguenti trattamenti:
•     linea 1: triturazione, vagliatura, macinazione e caricamento su silo di stoccaggio attraverso un
sistema pneumatico con coclea completamente chiusa
•     linea 2: triturazione, vagliatura e macinazione e caricamento su big bags
•     linea 3: macinazione e inserimento in big bags tramite coclea completamente chiusa
Le tre linee sono collegate ad un sistema di aspirazione che convoglia le emissioni prodotte, previo
abbattimento delle polveri con filtro a maniche, al camino 1, che si caratterizza per la presenza di polveri.
Il materiale plastico macinato raccolto in big bags risulta EoW conforme alle specifiche UniPLAST-Uni 10667
e viene stoccato nelle aree di deposito EoW/materiale semilavorato inpiduate nella planimetria del layout
organizzativo, in attesa della successiva commercializzazione o, in base alle richieste/esigenze dei clienti,
dell’eventuale processo di estrusione (nell’edificio 1).
Il progetto prevede l’aggiunta delle operazioni di pre-trattamento R12 consistenti nelle eventuali operazioni
di accorpamento, eliminazione impurezze e riduzione volumetrica con cesoia a ghigliottina dei rifiuti plastici
con dimensioni tali da non poter essere avviati alle linee di macinazione.
I rifiuti plastici da avviare a recupero nel fabbricato 1 sono costituiti da bobine e/o balle in foglia (film
plastici), materiali non polverulenti, con conferimento in bancali o ceste, il cui scarico avviene mediante l’uso
di carrello elevatore e successivo deposito nelle aree dedicate in attesa dell’avvio alle linee di trattamento.
I rifiuti plastici vengono caricati sul nastro trasportatore per alimentare la linea di densificazione per la
riduzione volumetrica e omogenizzazione.
Il densificatore sottopone i rifiuti a un processo combinato di azione meccanica e termica dal quale si ottiene
un prodotto densificato di adeguata granulometria che viene quindi raccolto nella tramoggia di scarico ed
inviato al vaglio rotante per la separazione del materiale; al termine del processo si ottiene materiale plastico
EoW conforme alla norma UNIPLAST 10667.
Il materiale plastico densificato, mediante un sistema meccanico di condotte munite di coclea completamente
chiuse, viene quindi avviato ad un silo di stoccaggio.
L’impianto di densificazione prevede un collegamento ad un sistema di abbattimento mediante scrubber e
convogliamento al camino n.3, con emissione caratterizzata dalla presenza di COT.
Le linee di trasporto e vagliatura e caricamento del silo sono invece collegate al sistema di abbattimento con
filtri a maniche prima dell’espulsione dal camino n.2 , con emissione di Polveri e COT.
Il progetto prevede l’aggiunta delle operazioni di pretrattamento R12 consistenti nelle eventuali operazioni
di accorpamento, eliminazione impurezze prima dell’avvio alla linea di densificazione.
Il materiale plastico semilavorato/EoW viene scaricato nelle tramogge di carico dei silos miscelatori ed il
caricamento in tali silos avviene attraverso un sistema meccanico di condotte mediante una coclea
completamente chiusa; dai miscelatori il materiale passa attraverso una tramoggia nella vite di estrusione.
Durante il trasporto nella parte anteriore della vite il materiale viene rammollito tramite delle resistenze
elettriche, quindi estruso, tagliato e raffreddato.
Il materiale viene quindi “pompato” all’interno dell’iniettore e portato a fusione ad una temperatura
variabile dai 180° ai 250° circa, a seconda della tipologia di materiale trattato.
Il materiale in uscita dagli estrusori viene tagliato in granulo e raffreddato mediante immersione in acqua.
L’acqua di raffreddamento dei granuli è contenuta in un circuito chiuso.
Una volta raffreddato, il granulo prodotto passa in una centrifuga per l’asciugatura e successivamente viene
inviato nei silos di stoccaggio attraverso un sistema di trasporto pneumatico.
Dai silos di stoccaggio il materiale viene inviato un sistema meccanico di condotte munite di coclea
completamente chiusa alla linea di imballaggio per la produzione di Big Bags di granulo.
Il prodotto in uscita dalle linee di estrusione è composto da granulo di dimensioni da 3 a 5 mm circa.
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Le linee di estrusione sono collegate ad un impianto di aspirazione con scarico finale dal camino 2, emissione
di polveri e COT, previo abbattimento.

                          VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

              QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
L’autorizzazione in essere (AUA n. 285/2022 del 16/12/2022 ricomprende le seguenti emissioni in atmosfera:
    Polveri generate dalla macinazione e granulazione convogliate al camino n.1, previo trattamento con
     sistema di abbattimento (filtro a maniche);
    Polveri e COT generate dalla fase estrusione materiale plastico semilavorato convogliate al camino
     n.2, previo trattamento con sistema di abbattimento (filtro a maniche);
    COT derivanti dal processo di densificazione dei rifiuti plastici convogliate al camino n.3 previo
     trattamento con sistema di abbattimento (scrubber).
Camino n.1
La plastica viene inizialmente triturata da macinatore/trituratore, il materiale triturato è successivamente
sottoposto a vagliatura mediante vibrovaglio e avviato mediante un nastro trasportatore al mulino
granulatore. La plastica granulata, attraverso un sistema pneumatico, viene raccolta nel silo di stoccaggio
dotato di ciclone separatore e filtro a maniche in feltro agugliato poliestere antistatico con grammatura del
tessuto filtrante 450 g/mq, con una superficie filtrante pari a 125 mq, velocità di filtrazione 1,6 m/min e con
una portata Q = 12.000 m3/h.
Camino n.2
Le emissioni derivano dala plastica proveniente dal processo di densificazione e caricata su silos , oltre che
dal processo di estrusione e si caratterizza per la presenza di polveri e COT; anche in questo caso è presente
un sistema di abbattimento con filtro a maniche, con una superficie filtrante pari a 139 mq, velocità di
filtrazione 1,5 m/min e con una portata Q = 12.600 m3/h.
Camino n.3
Le emissioni derivanti dal processo di densificazione del materiale plastico vengono invece convogliate al
Camino 3. Il materiale plastico che si presenta sotto forma di film in ingresso al densificatore, viene triturato
e, mediante un processo combinato tra azione meccanica e termica, si ottiene un prodotto densificato di
adeguata granulometria. In questo caso l’abbattimento delle sostanze organiche avviene tramite scrubber,
con sezione trasversale della colonna di 1 m e altezza colonna 3,6 m.
Emissioni diffuse
Le emissioni diffuse generate dall’attività sono invece riconducibili alla combustione dei mezzi d’opera in
funzione nell’impianto, dei mezzi di trasporto diretti e provenienti dall’impianto; per limitare tali emissioni i
mezzi saranno tenuti accesi solo durante se operativi e saranno manutenuti regolarmente.
Il progetto non prevede modifiche in merito ai punti di emissione in atmosfera che rimangono i medesimi ad
oggi autorizzati., né si prevedono variazioni delle portate e dei limiti autorizzati.
Per quanto riguarda i gruppi elettrogeni si prevede invece il mantenimento del solo gruppo da 800 KW e il
collegamento ad una nuova cabina elettrica.
Infine, per quanto riguarda le emissioni odorigene, il progetto non prevede alcuna sostanziale modifica
rispetto allo stato attuale. Le eventuali emissioni odorigene presenti rimangono confinate all’interno dei
capannoni in prossimità delle zone di lavorazione del materiale.
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                           Valutazione
Non essendo previste modifiche sostanziali rispetto allo stato attuale già autorizzato, si riporta che le
emissioni in atmosfera generate dall’impianto, diffuse e convogliate, non subiranno modifiche né in termini
di portata né di concentrazioni tali da superare i limiti autorizzativi; a tal proposito si ritiene comunque
necessario fornire le seguenti integrazioni:
   chiarire la natura delle emissioni di COT ( quali-quantitativa) relative al camino n. 2, considerato che
    l’aria afferente è pretrattata in filtro a maniche ( abbattimento delle polveri), ma non subisce alcun
    trattamento per il contenimento del COT;
   chiarire l’operatività dello scrubber che tratta le sostanze organiche afferenti al camino n. 3,
    specificando, in particolare, le caratteristiche della soluzione di abbattimento, i sistemi di controllo e
    regolazione dell’impianto, le quantità di reflui/rifiuti prodotti,, le procedure di gestione di eventuali
    avarie ed emergenze;
   per il fatto che si afferma che le emissioni odorigene sono confinate all’interno dei capannoni,
    chiarire la natura di tali emissioni e la loro compatibilità con gli operatori presenti. Si sottolinea che il
    fatto che le emissioni siano confinate all’interno dei capannoni si pone in contrasto con la necessità di
    provvedere ai ricambi minimi d’aria per garantire la salubrità del luogo di lavoro;
   si richiede una verifica ed eventuale adeguamento tecnico del separatore meccanico delle impurità
    posto a valle dell’estrusore (interno Edificio 1) allo scopo di escludere possibili emissioni diffuse che nel
    corso del sopralluogo non apparivano efficacemente captati dal sistema di aspirazione.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
L’autorizzazione in essere ricomprende l’autorizzazione allo scarico su acque superficiali delle acque
meteoriche di dilavamento di alcune zone dei piazzali esterni con presenza di deposito di rifiuti, quindi con
potenziale contaminazione delle acque, previo trattamento in continuo in impianto avente una portata
nominale pari a 30 litri/sec..
Gli scarichi soggetti ad autorizzazione presenti sono:
• scarichi civili (acque nere/grigie spogliatoi e servizi igienici);
• scarichi acque meteoriche di dilavamento piazzali.
Il recapito delle acque meteoriche di dilavamento di prima e seconda pioggia avviene nella Roggia Fontana
Pasini, con limiti di riferimento alla Tabella 3 “scarico in acque superficiali” dell’allegato 5 alla parte III del
D. Lgs 152/2006 e smi.
Le zone di dilavamento occupano una superficie circa 2.000 m2 e sono dotate di sistema di raccolta acque,
costituito da pozzetti con caditoia, e convogliamento al sistema di trattamento che prevede:
    Bacino di Dissabbiatura o Separatore Fanghi (DSB), avente lo scopo di trattenere le acque per un
     tempo sufficiente a favorire la separazione per precipitazione delle sostanze sedimentabili;
    Bacino di Separazione degli Oli e delle Benzine (DSL), finalizzato alla flottazione delle sostanze
     leggere e la loro successiva raccolta.
Il controllo analitico avviene con cadenza annuale.
Lo scarico delle acque depurate avviene in acque superficiali, in fossato tombinato a ovest del lotto, previo
passaggio in condotta acque bianche presente nella lottizzazione industriale/artigianale.



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Le acque dei tetti e le acque meteoriche dilavanti dalla restante superficie del piazzale, non soggette ad
autorizzazione, confluiscono in una rete differente e sono convogliate in parte nella rete fognaria acque
bianche in parte nel fossato tombinato sul confine ovest del lotto.
Lo scarico nel tratto tombinato della roggia Fontana Pasini è stato oggetto di concessione idraulica da parte
del Consorzio di Bonifica Brenta.




Non sono inoltre previsti ulteriori interventi di impermeabilizzazione in quanto l’ampliamento è previsto su
zona già edificata ed il progetto non prevede modifiche in merito al sistema di gestione degli scarichi che
rimane il medesimo ad oggi autorizzato.
In relazione allo sfruttamento della risorsa, l’attività di recupero in cui viene utilizzata l’acqua è la fase di
estrusione, in particolare la fase di raffreddamento del granulo; il ciclo produttivo prevede, tuttavia, il
completo riciclo delle acque con rabbocco al bisogno dell’acqua evaporata.
L’acqua utilizzata nella fase di estrusione viene prelevata periodicamente da ditte specializzate ed il liquido
avviato a smaltimento.
Gli altri consumi idrici sono connessi all’utilizzo dei servizi igienici e al lavaggio delle aree dello
stabilimento.
La fonte di approvvigionamento è il pubblico acquedotto, con concessione per l’emungimento delle acque da
falda sotterranea per uso industriale assimilabile all’igienico e antincendio e portata pari a 0,015 l/s (atto n. 22
del 24/01/2023 di durata 7 anni.
                          Valutazione
In base a quanto rilevato in fase di sopralluogo si ritiene di richiedere le seguenti integrazioni:
   chiarire la portata nonché la rete di distribuzione dell’acqua emunta dal pozzo ed effettivamente
     coinvolta nel ciclo produttivo;
   relazionare in merito allo stato di degrado del sito di captazione delle acque di falda e del significato
     del bypass rilevato a livello del misuratore di portata;
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    presentare una relazione sul bilancio idrico finalizzata a valutare la possibilità di un riutilizzo delle
    acque meteoriche opportunamente trattate per l’abbattimento delle polveri, allo scopo di eliminare il
    prelievo dalla matrice acque sotterranee;
   in relazione allo scrubber a servizio del camino n. 3 ( cfr. matrice aria), nella presente sezione non si fa
    alcun riferimento né al consumo della risorsa idrica, né alla produzione e conseguente gestione della
    soluzione esausta di abbattimento, né alle quantità e alle caratteristiche chimico-fisiche di tale
    eventuale refluo;
   i pozzetti di raccolta delle acque piovane di dilavamento devono essere sottoposti ad ispezione e
    pulizia periodica.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Dal punto di vista della litologia, l’ambito di indagine è caratterizzato da “depositi alluvionali e
fluvioglaciali”. I materiali alluvionali e fluvioglaciali sono prevalentemente a matrice sabbiosa.
Dal punto di vista dell’uso del suolo, l’area di progetto è collocata in una zona industriale consolidata, già
presente da 30 anni, il progetto prevede l’ampliamento dell’impianto in zona idonea, in una porzione di
fabbricato artigianale già edificato.
L’attività di stoccaggio e recupero dei rifiuti viene svolta all’interno dei capannoni, e tutte le superfici
dell’impianto interessate dall’attività, dalla movimentazione al deposito del materiale gestito, sono
pavimentate con materiale che, in considerazione della natura dell’attività svolta, garantisce adeguate
caratteristiche di resistenza e protezione escludendo la possibilità di contaminazione del suolo sottostante da
eventuali spandimenti o perdite accidentali che si possono verificare nelle aree in questione.
In impianto sono presenti sostanze adsorbenti per consentire la gestione di eventuali problematiche legate
allo sversamento accidentale di liquidi all’interno dell’area aziendale
                          Valutazione
In base a quanto rilevato in fase di sopralluogo si ritiene di richiedere le seguenti integrazioni:
    presentare un piano di monitoraggio e manutenzione delle pavimentazioni esterne e del sistema di
     raccolta delle acque meteoriche.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Il contesto in cui si colloca l’impianto è di tipo produttivo caratterizzato da una molteplicità di sorgenti
sonore legate alle perse attività insediate e dalla presenza di strade, in particolare la SR53 che influenza il
rumore di fondo presente presso i ricettori considerati.
L’area produttiva in cui ricade l’impianto oggetto del presente studio è collocata in classe V.
I primi ricettori a carattere abitativo-residenziale sono posti a nord (R1) e a sud dell’impianto (R2)
rispettivamente ad una distanza pari a 72 m e a 100 m. Il ricettore R1 ricade in classe III mentre R2 in classe
V, ma nel Comune di Quinto Vicentino.



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Le emissioni acustiche prodotte nell’impianto sono principalmente quelle generate dagli impianti fissi
presenti negli stabilimenti per la lavorazione del materiale, per l’alimentazione delle linee (gruppi elettrogeni
esterni) e per i sistemi di convogliamento e trattamento delle emissioni (Camini 1, 2, 3).
L’attività inoltre genera emissioni sonore per il traffico indotto per il trasporto del materiale (comunque
abbastanza limitato considerando che dagli attuali 5 mezzi/giorno si passerà a 12 mezzi/giorno in ingresso
all’impianto) e per la movimentazione del materiale all’interno dell’impianto.
Il progetto non prevede l’inserimento di nuove sorgenti ma solo l’incremento degli orari di funzionamento di
quelle attuali.
Lo studio previsionale di impatto acustico ha pertanto previsto la caratterizzazione degli attuali livelli sonori
e l’estensione dell’utilizzo delle macchine per la lavorazione dei rifiuti (linee macinazione e densificazione)
anche al periodo notturno; si evidenzia che nella configurazione di progetto è prevista anche l’eliminazione
di due gruppi elettrogeni ad oggi in uso e l’allacciamento ad una nuova cabina elettrica.
In base alle valutazioni effettuate allo stato attuale non risultano superati i limiti previsti dal Piano di
Classificazione Acustica Comunale presso i due ricettori critici R1 e R2.
                           Valutazioni
A titolo integrativo si chiede:
La corretta inpiduazione dei ricettori nella figura 5 e la verifica di eventuali aggiuntivi ricettori abitativi
nella sfera di influenza (ad es. verifica su edificio sul lato ovest di via dell’Industria a sud dell’impianto).
Valutare anche la presenza di uffici con permanenza di persone che possono risultare disturbate dalle
attività.
La verifica dei limiti di immissione effettuando lo scorporo del contributo del traffico stradale nella relativa
fascia di pertinenza ove applicabile, così da non dover riportare l’eccezione del rispetto del rumore notturno
presso R2 (vedi pag.37).
Approfondimento in merito al rumore residuo in periodo diurno ma soprattutto notturno ai ricettori. Le
misure effettuate nei punti P1 e P2 (che si ritengono essere le più importanti) hanno una durata dai 9 ai 15
minuti (durata presumibilmente non sufficiente considerata la variabilità delle emissioni delle sorgenti di
pertinenza e residuali) e sono state effettuate solo nel periodo diurno. Per il periodo notturno ci si affida ai
monitoraggi effettuati dal Comune che però sono del 2003 (quindi con dubbia validità) e si riferiscono solo al
traffico sulla SS 53. Si dà indicazione inoltre di considerare, in particolare per R2, la facciata in cui la
situazione è più critica in termini di valore differenziale (minor residuo e massima emissione). Importante è
valutare anche la situazione a portoni aperti se il caso è applicabile e con conseguenze significative.
Si ritiene che dette valutazioni siano essenziali per escludere problematiche situazioni di disturbo che
potranno rilevarsi in fase di avvio, soprattutto considerando che l’attività riguarderà anche i periodi dedicati
al riposo. In caso di valori prossimi al limite si chiede di inpiduare quali interventi di bonifica effettuare e
quali saranno i risultati attesi ai ricettori.
                       Valutazioni post integrazioni
La documentazione presentata, che sostituisce la precedente, conclude con il rispetto dei limiti di emissione e
con i limiti assoluti di immissione sia nel periodo diurno che notturno.
Si rileva, però, una potenziale criticità relativa ad un possibile superamento del limite differenziale al
ricettore R3, dovuto al gruppo elettrogeno e per il quale potrà essere possibile intervenire con specifici
interventi di mitigazione; per tale motivo dovrà essere effettuata una verifica post operam sia in periodo
notturno che diurno che verifichi il rispetto dei limiti differenziali.

                           VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; si ritiene tuttavia necessario prescrivere uno specifico monitoraggio, al fine dei determinare la necessità
di ulteriori interventi mitigativi.

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CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI ED EFFICIENZA ENERGETICA
L’intero territorio della regione Veneto risulta essere caratterizzato da elevati livelli di inquinamento
luminoso. I livelli di brillanza artificiale (rapporto tra la luminosità artificiale del cielo e quella naturale
media allo zenith) risultano generalmente superiori al 100% di quella naturale con l’esclusione di poche aree
montane e del delta del Po. Nel dettaglio il territorio del comune di Bolzano Vicentino risulta in una zona con
rapporto artificiale/naturale tra 3 e 9.
La zona dell’impianto ricade in un’area molto inquinata caratterizzata da una brillanza pari a circa 19
mag/arcsec2 ovvero un cielo molto luminoso.
Nella configurazione di progetto verranno mantenuti gli apparecchi attualmente presenti nell’impianto e la
stessa modalità di utilizzo. In generale si evidenzia che non emergono elementi della configurazione attuale e
di progetto dell’impianto in contrasto con la normativa vigente.
Per quanto riguarda il Radon, analizzando la cartografia del PTRC, l’area di intervento risulta caratterizzata
da possibili livelli eccedenti di concentrazione di radon.
In base alla carta tematica delle concentrazioni medie di radon realizzata con il contributo delle Agenzie
Regionali il territorio del Comune di Bolzano Vicentino risulta ricadere in un'area priva di sufficienti misure
per la caratterizzazione della concentrazione media di Radon. I comuni più vicini con misure sufficienti sono
Vicenza e Monticello Conte Otto rispettivamente con 20 e 5 abitazioni misurate, concentrazione media di
Radon (Bq/m3) pari a 87 e 94 (media stimata da un campione di abitazioni selezionato su persi piani).
Si evidenzia che il D. Lgs. 101/2020 prevede (Sezione II “Esposizione al radon nei luoghi di lavoro”) l’obbligo
da parte dell’esercente del monitoraggio della concentrazione media annua di attività di radon in aria (art.17)
nei seguenti casi (art. 16):
a) luoghi di lavoro sotterranei;
b) luoghi di lavoro in locali semisotterranei o situati al piano terra, localizzati nelle aree di cui all’articolo 11
(aree prioritarie);
c) specifiche tipologie di luoghi di lavoro identificate nel Piano nazionale d’azione per il radon di cui
all’articolo 10;
d) stabilimenti termali.
L’impianto in esame non risulta ricadere in alcuno dei casi di cui all’art. 16, pertanto non risulta obbligatorio
il monitoraggio delle concentrazioni.
Inoltre è presente una pavimentazione continua in cls in corrispondenza delle aree di lavoro che consente di
minimizzare la trasmissione di radiazioni dal suolo (la realizzazione di una pavimentazione impermeabile è
una delle misure di contenimento che possono essere adottate per la riduzione del radon).
Si evidenzia infine che il progetto non prevede alcun intervento strutturale che comporti scavi di roccia e
materiale tale da aumentare la concentrazione di radon negli ambienti lavorativi.
In conclusione il SIA non riscontra la presenza di potenziali criticità viste le caratteristiche dell’attività e
dell’impianto, e in particolare considerato che: i livelli di radon registrati nei comuni limitrofi sono molto
inferiori ai livelli massimi previsti per i luoghi di lavoro.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
La carta dei vincoli e della pianificazione territoriale del PTCP inpidua il centro di Bolzano Vicentino di
medio interesse, Crosara di grande interesse e infine Lisiera di notevole importanza, in quanto conserva in
larga parte il tessuto storico urbano ed architettonico, presentando all’interno emergenze storico - artistiche
di particolare rilevanza, da tutelare e valorizzare assieme a tutti gli spazi verdi di pregio storico.

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Lo strumento di livello superiore, inpidua e sottopone a vincolo monumentale una serie di complessi (Villa
Valmarana, Rossi, Guzan, Scagnolari, Zen., Villa Lombardo, Valmarana, Dal Lino, Roso, Giacomin, Soldà,
Michieli-Bonanno, detta “Palazzon”, Villa Chiericati, Scola, Patella, Ramina, Pettinà-Rizzetto, detta “Ca’
Matte) aventi interesse architettonico, artistico e storico ai sensi del D.Lgs 42/2004 e s.m.i. e della normativa
previgente.
L’atlante ricognitivo degli Ambiti di Paesaggio del nuovo PTRC riconosce il territorio di Bolzano Vicentino
all’interno dei seguenti Ambiti di Paesaggio:
•Alta Pianura Vicentina (n. 23)
•Pianura tra Padova e Vicenza (n. 29)
All’interno di tali ambiti vengono inpiduati gli elementi del Patrimonio architettonico (Ville Venete),
Patrimonio archeologico (Manufatti archeologia industriale) e vari manufatti di interesse storico, che sono
stati poi riportati nella cartografia di Piano.
Nello specifico dall’analisi dell’area di progetto non emergono elementi significativi né alberature
monumentali e/o di pregio.
Il sistema insediativo e infrastrutturale non denota particolari elementi di rilievo nell’area in esame; gli altri
elementi di interesse paesaggistico sopra riportati sono ad una distanza tale da non risultare interessati
dall’influenza del progetto.
In sintesi: l’area utilizzata per l’attività risulta già esistente e collocato in zona produttiva idonea e priva di
valenza paesaggistica e l’impianto non risulta visibile da alcun punto di interesse o elemento vincolato
presente nel contesto. L’impianto è inoltre ben connesso alla rete infrastrutturale, pertanto il traffico indotto
non comporta l’utilizzo di infrastrutture secondarie poste in prossimità a beni di interesse
paesaggistico/ambientale.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
Il Comune di Bolzano Vicentino è attualmente attraversato, oltre che dall’Autostrada A 31 “della
Valdastico”, con la presenza dell’importante casello “Vicenza Nord”, dalle seguenti arterie viarie di interesse
sovracomunale:
    al centro del territorio, con andamento nord-sud, con la S.P. 51 “Vicerè”;
    a Sud-Est con la S.P. 1 “Ex Postumia”;
    a Sud-Est con la S.R. 53 “Postumia”.
Tale viabilità nel tempo ha comportato scelte di sviluppo tendenti ad avvicinare alle infrastrutture segnalate
le destinazioni urbanistiche più opportune (zone industriali-artigianali-commerciali).
L’impianto risulta collocato in una posizione ottimale per la connessione con infrastrutture di valenza
interregionale/regionale e ricade nell’area produttiva direttamente collegata alla SR53 tramite via delle
Industrie. L’asse viario più importante risulta l’Autostrada A31 Valdastico. Il casello di accesso più vicino
(Vicenza Nord) si raggiunge tramite la SR53 ed è posto a meno di 5 km dall’impianto. L’autostrada consente
un agevole collegamento all’intero territorio della Pianura Padana anche grazie alla prossimità con
l’Autostrada A4, corridoio che garantisce il collegamento del Nord Italia da est a ovest.
IL SIA non riscontra alcuna problematica in merito all’accessibilità al sito; i mezzi, inoltre, non transitano
all’interno di aree a carattere residenziale prima di raggiungere la viabilità di collegamento principale.
La zona industriale è infatti collocata a lato della SR53 Postumia cui si accede da due punti:
• via delle industrie;
•strada provinciale SP30.

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Per valutare il livello di carico della SR 53 è stato effettuato un monitoraggio che ha evidenziato un livello di
traffico equivalente orario diurno pari a 1260 veicoli.
L’aumento della potenzialità di recupero R3 da 10 ton/giorno a 100 ton/giorno, motivo per il quale il progetto
risulta soggetto a screening VIA, e la prospettiva di un incremento complessivo del quantitativo di rifiuti
gestiti da 9.500 a 26.000 ton/anno comportano un incremento del traffico indotto così stimato:




Si passa quindi da poco più di 5 mezzi/giorno a 12 mezzi/giorno. Per quanto riguarda la viabilità interna, gli
automezzi in ingresso nell’impianto saranno sottoposti a verifica, pesatura ed accettazione del carico. Tali
fasi avvengono in prossimità del fabbricato nella zona in cui è posizionata la pesa. L’area è inoltre dotata di
spazi adeguati alla circolazione dei mezzi in ingresso e uscita dall’impianto e dei mezzi (muletti) per la
movimentazione del materiale. Si ritiene che l’incremento dei mezzi possa essere congruamente assorbito
dalla zona industriale nel suo complesso.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
L’area è caratterizzata dalle risorgive con polle e sorgenti distribuite sulla parte nord del comune di Bolzano
Vicentino: il territorio, percorso da numerosissimi canali e rivoli, è il risultato dell’evoluzione degli ambienti
molto umidi e palustri successivamente bonificati nei secoli per trarre terra fertile e coltivabile. La
vegetazione risente dell’ambiente umido delle risorgive caratterizzato dalle formazioni riparie, dai saliceti e
dalle piccole macchie di vegetazione planiziale ascrivibile agli ostrio-querceti. L’attività agricola ha ridotto
queste importanti strutture boschive a pochi e marginali lembi facendo posto a siepi e filari di un certo
interesse per l’attività agricola ed industriale, quali i salici da vimini e i filari di gelso per l’allevamento dei
bachi da seta.
Il carattere dominante della campagna tradizionale è la presenza di appezzamenti a prato stabile, mentre le
colture da seminativo non sono molto praticate e la loro presenza viene rilevata in alcuni appezzamenti della
parte sud-ovest del territorio Importante è anche la presenza di formazioni arboree lineari localizzati
prevalentemente lungo le carrarecce, un tempo utilizzate come delimitazione delle sistemazioni agrarie e
come limite di proprietà, per la produzione di legna da ardere e, nel caso del gelso, per l’allevamento del
baco da seta, tipico di queste zone del vicentino. Si tratta principalmente di filari di gelso, a volte ancora
“maritato” a vecchie viti, che solcano gli appezzamenti e fiancheggiano i confini di proprietà, e di siepi miste
che costeggiano soprattutto i canali, le scoline e le strade di campagna.
L’impianto, già esistente e funzionante, si inserisce in un ambito territoriale produttivo consolidato ben
connesso con infrastrutture di trasporto principali. Il contesto è pertanto di ridotta valenza ecologica. Non
sono presenti essenze arboree di pregio né specie faunistiche che possano essere disturbate dalle attività.
La matrice ambientale considerata risulta compromessa vista l’ubicazione dell’area all’interno di una zona
industriale quasi totalmente impermeabilizzata. Il territorio è caratterizzato prevalentemente da habitat
antropici costituiti principalmente dal paesaggio urbano-industriale e dalle aree destinate all’agricoltura
poste ai confini della zona industriale stessa. La forte perturbazione derivante dalle azioni antropiche ha
condizionato in modo irreversibile gli originali livelli di naturalità comportando l’assenza di cenosi naturali.

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Considerato quanto sopra, si ritiene che l’aumento dei rifiuti gestibili in impianto non comporti alcun
impatto aggiuntivo sulla presente matrice ambientale.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA E V.INC.A.
In generale, l’urbanizzazione estensiva di alcuni settori della pianura, come pure l’estrema semplificazione
degli ambienti coltivati, hanno drasticamente ridotto le potenzialità dell’area. Un esempio riguarda le specie
probabilmente simbolo della fauna d’interesse venatorio, come il Fagiano e la Starna, attualmente estinti
come popolazione selvatica e presenti unicamente in forza alle massicce immissioni effettuate a scopo
venatorio. Anche la popolazione di Lepre ha fortemente risentito dell’evoluzione subita dalle campagne.
Il sito più prossimo all’impianto è il SIC IT 3220040 “Bosco di Dueville e risorgive limitrofe”, le cui
caratteristiche, riportate nella scheda del sito, sono: “Ambito di risorgiva con boschetti, per lo più a sviluppo
lineare lungo i fossi ed i canali, e prati umidi (a giunchi e carici). Rogge e canali con vegetazione aquatica
delle sorgenti e delle acque lente, e vegetazione di bordura. Prati da sfalcio. Forte incidenza di seminativi ed
erbai. Area umida naturaliforme in contesto fortemente antropizzato (prevalentemente agrari). Importante
sito di alimentazione e riproduzione per l'avifauna acquatica (es. nitticora). Presenza di specie floristiche e
faunistiche rare legate a questo tipo di ambienti.”
Vista la distanza degli ambienti naturali dall’impianto, considerate le caratteristiche degli ecosistemi e dei siti
Natura 2000 più vicini e considerato il fatto che l’impianto è già esistente e dotato di opportuni sistemi di
mitigazione (in particolare i filtri a maniche per la riduzione delle emissioni in atmosfera), si ritiene che
l’attività svolta nonché le modifiche proposte in progetto, non arrechino impatti negativi sulla componente
natura.
Ai sensi dell’Allegato A, paragrafo 2.2 della D.G.R. n. 1400 del 29.08.2017 punto 23, gli interventi sono
riconducibili all’ipotesi di non necessità di valutazione di incidenza.
                          Valutazione
La Relazione Tecnica presentata ai sensi del paragrafo 2.2 della DGRV n.1400 del 29/08/2017) va integrata
con la seguente documentazione:
      connessione idraulica della Roggia Fontana Pasini, che riceve le acque di scarico dello
       stabilimento, con le limitrofe rogge della ZSC IT 3220040 ed analisi delle possibili interazioni dello
       scarico con gli habitat Natura 2000.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.

CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Relativamente alle condizioni prettamente igieniche, al termine di ogni giornata lavorativa è programmato lo
sgombero e la pulizia delle aree di lavoro con la motospazzatrice in dotazione sono inoltre previste periodi-
che campagne di derattizzazione e disinfestazione contro insetti e zanzare in tutto l’impianto.
Gli operatori addetti alle lavorazioni sono dotati di idonei dispositivi di protezione inpiduale (DPI) e perio-
dicamente sono sottoposti a protocollo sanitario opportunamente stilato dal Medico Competente (MC) nomi-
nato dal Datore di Lavoro.



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                       SERVIZIO VIA – VAS - RIFIUTI
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                         Valutazione
Si ritiene necessario che venga data evidenza, a titolo integrativo, della conformità alla normativa di
prevenzione incendi per la fase attuale di recupero ed alle comunicazioni previste dal DPCM 27 agosto 2021
e dal DM Interni 26 luglio 2022.
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.

                        VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.


              VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
                          CONCLUSIONI
Il progetto in esame non si pone in contrasto ovvero in condizioni di interferenze rispetto ad altri piani,
progetti o interventi in zone limitrofe, né questi ultimi possono interagire con l’intervento oggetto del parere.
Non si ravvedono condizioni di contrasto ovvero ostative circa i vincoli territoriali vigenti.
Il grado di approfondimento documentale, la tipologia degli elaborati e l’accuratezza degli elementi ivi
riportati possono essere considerati adeguati alle finalità che il proponente intende conseguire.
Non sussistono osservazioni contrarie alla prosecuzione dell’attività.
La considerazione degli impatti, riferibili alle specifiche attività oggetto dell’istanza, porta a ritenere come il
progetto non comporta pressioni o effetti/impatti significativi sull'ambiente determinati dall’esercizio
dell’impianto, salva la necessità di verifica/monitoraggio degli effetti dell’intervento.
Il progetto non determina, inoltre, alcun impatto aggiuntivo e/o significativo rispetto all’esercizio corrente.
Rispetto al territorio circostante l’iniziativa in esame va interpretata positivamente, sussistendo un’assenza di
rischi ambientali, sanitari ed ecologici.

                      Tutto ciò premesso si esprime
                            PARERE
          al non assoggettamento alla V.I.A. con le prescrizioni di seguito citate.
In sede di presentazione dell’istanza di autorizzazione ex art. 208 del D.Lgs. n. 152/2006 dovrà essere tra -
smesso:
1. Una procedura operativa che, in caso di fuoriuscite di oli lubrificanti dai mezzi di movimentazione dei
materiali, consenta di intervenire immediatamente sul contenimento di eventuali dispersioni nella rete delle
acque meteoriche utilizzando opportuni sistemi adsorbenti.
2. Inpiduare ed attuare un’idonea procedura di formazione del personale addetto al ricevimento-selezione-
trattamento dei rifiuti, tenendo conto degli aspetti ambientali e di sicurezza/rischio segnalati.
In sede di collaudo si dovrà procedere con i seguenti adempimenti/obblighi.
3. Impatto acustico
La compatibilità acustica mediante indagine di verifica del rispetto del limite ai ricettori critici da effettuarsi
in periodo diurno e notturno con massima attività in essere e nelle condizioni peggiorative relativamente a
portoni e finestre, da ripetersi poi con frequenza triennale:
a) le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei pun -
ti di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunica -
te con congruo preavviso ad Arpav;

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b) nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo, sa-
ranno stati comunicati i risultati delle analisi;
c) l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio Previ -
sionale di Impatto Acustico.
4. Emissioni in atmosfera
Dovrà essere svolta una verifica funzionale dello scrubber in relazione a:
a) sull’efficacia dello spurgo considerato, in cui l'acqua di ricircolo ricircolante viene sostituita in parte
(30%) solo ogni 6 mesi;
b) al consumo di acqua per lo scrubber, fino a 12,5 m 3/anno, che appare un valore modesto rispetto alle sue
dimensioni e alla portata di aria trattata.


Vicenza, 16 maggio 2024


  F.to Il Segretario                                      F.to Il Presidente
dott.ssa Silvia Chierchia                                    Andrea Baldisseri




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