Parere
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VERBALE DELLA COMITATO TECNICO PROVINCIALE VIA
DEL 14/11/2024
L'anno 2024, il giorno 14 del mese di NOVEMBRE alle ore 17:15 il Comitato Tecnico Provinciale di V.I.A si è
riunito nella sede provinciale, a seguito di regolare convocazione, per trattare il seguente argomento: Ditta
proponente - Faeda S.p.A.- Progetto di Aumento della potenzialità produttiva -Localizzazione comune di Arzignano,
via della Concia n. 95.
All'appello risultano:
SQUARCINA FILIPPO Presidente Assente
BALDISSERI ANDREA Responsabile del Servizio Presente con delega
BRADASCHIA MAURIZIO Commissario Presente
BUSATO FILIPPO Commissario Presente
CAMPAGNOLO MIRKO Commissario Presente
MENEGHINI ROBERTA Commissario Presente
MURARO TERESA Commissario Assente
PIVA MARCO Commissario Presente
SVEGLIADO GIULIA Commissario Presente
VALVASSORI RIMSKY Commissario Presente
VICENTIN ALBERTO Commissario Presente
FERRARI CARLO Commissario Presente
La Commissione viene presieduta da Andrea Baldisseri, giusta delega del Presidente prot. 52628 del
12/11/2024, che riconosciuta legale l’adunanza in conformità dell’art. 7 del Regolamento per il funzionamen-
to del Comitato Tecnico Provincia VIA, udita la relazione istruttoria, accertata la completezza delle informa-
zioni e preso atto della proposta progettuale contenuta nella documentazione tecnica presentata, esprime
congiuntamente al CTP VIA parere unanime, per la pratica in oggetto, nel parere sotto riportato.
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Faeda S.p.A.
PARERE N. 16/2024
Oggetto: Aumento della potenzialità produttiva.
PROPONENTE: Faeda S.p.A.
SEDE LEGALE: Via Pellizzari n.3 – Montorso Vicentino
SEDE INTERVENTO: Via della Concia n.95 - Arzignano
TIPOLOGIA ATTIVITÀ: Impianto per la concia delle pelli.
PROCEDIMENTO: Valutazione di impatto ambientale ex art.27-bis del D.Lgs. 152/2006.
MOTIVAZIONE V.I.A: ALLEGATO III alla Parte II del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. - Lettera i)
Impianti per la concia del cuoio e del pellame qualora la capacità superi le 12
tonnellate di prodotto finito al giorno
COMUNE INTERESSATO: \\\
DATA DOMANDA: 20, 22, 27 e 28 dicembre 2023
DATA PUBBLICAZIONE: 20 febbraio e 26 settembre 2024
DATA INTEGRAZIONI: 23 e 24 settembre 2024
DOCUMENTAZIONE TECNICA ED ELABORATI GRAFICI PRESENTATI
- 01 INQUADRAMENTO TERRITORIALE
- 02 PLANIMETRIA DELLO STATO DI FATTO
- 03 PIANO DI CONFERIMENTO
- 04 SEZIONI COMPARATE TRASVERSALI
- 05 SEZIONI COMPARATE LONGITUDINALI
- 06 PIANO DI SISTEMAZIONE FINALE
PREMESSE
Il sito di Arzignano di via della Concia n.95, dedicato alla concia per gli altri stabilimenti del gruppo Faeda e
conto terzi, è autorizzato con un’Autorizzazione Unica Ambientale, rilasciata dal Comune di Arzignano, n.
43 del 28/08/2014 e fa riferimento al provvedimento provinciale n. 239/2014 del 19/08/2014; tale provvedi -
mento contiene i seguenti titoli: autorizzazione agli scarichi, autorizzazione alle emissioni e compatibilità
acustica.
L’intenzione della proprietà è di ampliare la potenzialità produttiva della fase di riviera e concia, converten-
do alcuni degli impianti già presenti ed attualmente utilizzati per la fase di Post Concia; le modifiche impian-
tistiche, relative alla destinazione d’uso degli impianti già presenti, che si intendono attuare, porteranno il
complesso industriale a una capacità di produzione superiore alle 12 tonnellate al giorno di prodotto finito e
ciò comporta l’assoggettamento dell’attività alla Valutazione di Impatto Ambientale e la modifica di regime
autorizzativo, da Autorizzazione Unica Ambientale ad Autorizzazione Integrata Ambientale.
Non sono previste alterazioni derivanti da escavazioni, dragaggi o deposito materiali in quanto non sono
azioni previste dal progetto.
Non è prevista alterazione paesaggistica in quanto non sono previste modifiche alle strutture esterne.
La rete viaria esistente è costituita da strade regionali e provinciali, in particolare si evidenziano la SP 246, la
SP93 e la SP 31 che collegano il sito in studio all’Autostrada A4 Milano-Venezia tramite i caselli di Alte di
Montecchio Maggiore e Montebello Vicentino.
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Ortofoto del sito
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QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE REGIONALE, PROVINCIALE E COMUNALE
Gli strumenti di pianificazione presi in considerazione dallo studio riguardano:
• Piano Territoriale Regionale di Coordinamento (P.T.R.C.) della Regione Veneto;
• Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento (P.T.C.P.) della Provincia di Vicenza;
• Piano di Assetto del Territorio (P.A.T.) del Comune di Arzignano;
• Piano degli Interventi (P.I.) del Comune di Arzignano;
• Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.);
• Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera ;
• Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani e Speciali;
• Piano Energetico Regionale;
• Piano di Gestione dei Rischi Alluvioni;
• Rete Natura 2000.
Il Quadro Programmatico presenta un’adeguata inpiduazione ed analisi degli strumenti di pianificazione
territoriale che interessano l’area, ma si ritiene di chiedere specifici approfondimenti, considerata la necessità
di rapportare analiticamente il progetto con le sotto elencate sensibilità ambientali, coordinando le stesse,
eventualmente, con il Quadro Progettuale e/o le matrici di riferimento del Quadro Ambientale, anche al fine
di inpiduare possibili mitigazioni.
PIANO TERRITORIALE REGIONALE DI COORDINAMENTO (P.T.R.C.)
Nello S.I.A. - Quadro Programmatico viene evidenziato che:
Tavola 01b – Uso del suolo – Acqua
- l’area interessa “ … è classificata come tessuto urbanizzato … mentre il circondario è classificato come area
di primaria tutela quantitativa degli acquiferi (tematismo a riempimento blu scuro)”. In realtà tutta l’area di
progetto è sita all’interno dell’’”area di primaria tutela quantitativa degli acquiferi”. Nel Quadro Ambientale
(pag. 81 di 90) viene indicato il fatto che “Il sito ... si trova in area di primaria tutela degli acquiferi”.
Sulla necessità di richiede integrazioni ed approfondimenti riguardanti quanto sopra indicato si rimanda alle
risultanze del CTP VIA relativamente al Quadro Ambientale “Caratterizzazione dell’ambiente idrico” e
“Caratterizzazione del suolo e del sottosuolo”.
Tavola 03 – Energia e Ambiente
- l’area interessa “ … è classificata come area con possibili livelli eccedenti di radon (tematismo a pallini
bianchi) ed è circondata da un’area avente una media di inquinamento da NOx tra luglio 2004 e giugno 2005
di compresa tra 10 e 20 µg/m³. … “ ma queste vulnerabilità non vengono messe in relazione con l’impianto.
Nel Quadro Ambientale (pag. 73 di 90) si indica il fatto che si è in presenza di un “Area con possibili livelli
eccedenti di radon. PTRC 2020”.
Sulla necessità di richiede integrazioni ed approfondimenti riguardanti quanto sopra indicato si rimanda alle
risultanze del CTP VIA relativamente al Quadro Ambientale “Caratterizzazione dell'aria e del clima”,
“Caratterizzazione dell’impatto da agenti fisici ”.
PIANO TERRITORIALE PROVINCIALE DI COORDINAMENTO (P.T.C.P.)
Nello S.I.A. - Quadro Programmatico viene evidenziato che l’area interessata dal progetto ricade:
Tavola 2.1. b - Carta della Fragilità, … tra le aree degli acquiferi inquinati – art. 10 – art. 29 (tematismo a
riempimento retinato di colore oro scuro con contorno puntinato della medesima colorazione) … “;
Tavola 3.1.B - Sistema Ambientale, tra le aree carsiche – art. 14 (tematismo poligonale a contorno lineare con
triangoli di colore blu). “;
Tali aspetti non vengono messi in relazione con l’impianto e risulta necessario che lo S.P.A. venga integrato
mettendo in relazione l’impianto con quanto sopra indicato. L’integrazione che verrà trasmessa dovrà essere
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inserita all’interno del Quadro Ambientale “Caratterizzazione dell’ambiente idrico” e “Caratterizzazione del suolo e
del sottosuolo”.
Le integrazioni hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
DESCRIZIONE DELLO STABILIMENTO E CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL’IMPIANTO
Stato di fatto
Lo stabilimento è inserito nella Zona Industriale di Arzignano, in cui sono presenti prevalentemente aziende
che lavorano la pelle, e l’area dell’insediamento produttivo deriva dall’acquisizione e unione di due proprie -
tà adiacenti perse (ex Peroni a nord-ovest e ex New Castle a sud-est) e ha un’estensione di 9.595 m 2, di cui:
superficie coperta 5.535 m2;
superficie scoperta asfaltata 4.060 m2.
L’insediamento produttivo è dotato di recinzione, presenta su via della Concia tre accessi carrabili e un
accesso pedonale ed è costituito da un edificio, sudpisibile in due parti, delle quali la parte a nord-ovest è
adibita ad uso magazzino prodotti in uscita (pelli allo stato wet-blue) e magazzino prodotti chimici, mentre
la parte a sud-est è adibita a reparti produttivi e comprende la palazzina uffici.
La ditta proponente realizza il processo di concia di pelli bovine, partendo sia da pelli grezze salate che
operando su pelli già allo stato di wet blue; non vengono lavorate né prodotte pelli wet white.
L’attività lavorativa si svolge in ciclo continuo (24 h su 24 h), per circa 264 giorni lavorativi/anno.
L’area produttiva è caratterizzata dalla presenza di un totale di 21 bottali, di varia misura, dei quali allo stato
attuale:
n° 6 sono adibiti alle operazioni di riviera (dissalaggio, rinverdimento, calcinaio);
n° 6 sono adibiti alle operazioni di concia (decalcinazione, macerazione, pickle, concia);
n° 9 sono adibiti alle operazioni di post-concia (riconcia, tintura, ingrasso).
Inoltre, sono presenti macchinari per la scarnatura e la pressatura delle pelli.
All’interno dei reparti operativi la movimentazione dei materiali è effettuata in maniera manuale, con mezzi
meccanici (carelli elevatori), nastri trasportatori e giostre a cui sono appese le pelli.
Le attività lavorative effettuate in stabilimento, descritte anche nello schema a blocchi che segue, sono:
Dissalatura meccanica
Riviera
o Rinverdimento (in bottale)
o Calcinazione / Depilazione (in bottale)
o Scarnatura (macchina)
Concia
o Decalcinazione/Macerazione (in bottale)
o Pickel (in bottale)
o Concia (in bottale)
Lavorazioni meccaniche
o Pressatura (macchine)
Post Concia
o Riconcia (in bottale)
o Tintura (in bottale)
o Ingrasso (in bottale)
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La dissalatura meccanica delle pelli grezze salate è effettuata mediante il dissalatore installato sul lato
esterno dell’edificio prospiciente Via della Concia, costituito da un vaglio cilindrico a rete in cui le pelli
vengono caricate tramite carrelli elevatori, con separazione del sale che viene raccolto all’interno di cassoni
posti sotto al vaglio.
Le pelli raggiungono quindi la fase di riviera, che si svolge nei bottali a questo dedicati, tramite dei nastri
trasportatori.
Il sale separato è inviato come rifiuto (EER 04 01 99) a recupero da ditte specializzate.
La fase di riviera comprende tutti quei trattamenti che precedono la concia e che hanno la funzione di
preparare la pelle alle condizioni opportune per ricevere le sostanze concianti. La fase di riviera si pide in:
Rinverdimento (bottale). Il rinverdimento è effettuato sulle pelli grezze, appena dissalate, per asportare la
sporcizia presente in superficie, le albumine e le globuline solubili, unitamente al sale con cui le pelli sono
state conservate, e per riportare la pelle all’originale grado di umidità e rigonfiamento. Nell’operazione
di rinverdimento si utilizza risorsa idrica. L’acqua scaricata è carica di sostanze disciolte, che ne
influenzano la qualità.
Calcinazione/Depilazione (bottale). La calcinazione favorisce l’apertura delle fibre di collagene e la
parziale saponificazione dei grassi, mentre la depilazione serve per eliminare i peli e l’epidermide.
Nell’operazione è consumata risorsa idrica. Le acque reflue sono convogliate in una vasca da 100 m3.
Scarnatura (operazione meccanica eseguita con scarnatrice). La scarnatura è un’operazione meccanica e
consiste nell’asportazione dello strato sottocutaneo del derma, mediante un’apposita macchina detta
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scarnatrice. Da questa operazione si produce il carniccio, sottoprodotto di origine animale soggetto al
Regolamento n. 1069/09/CE, che, come gli altri scarti prodotti dalla rifilatura, deve essere trattato come un
residuo solido. Il deposito del carniccio è effettuato in vasche lungo il confine Nord. Le pelli raggiunto
questo stadio sono definite “pelli in trippa”.
La fase di concia è un insieme di operazioni chimiche e meccaniche che servono per rendere la pelle non
putrescibile e resistente all’attacco di svariate sostanze chimiche. Nel sito in oggetto viene effettuata concia al
cromo. La fase di concia si pide in:
Decalcinazione/Macerazione (bottale). Durante la fase di Decalcinazione/Macerazione si elimina la calce
utilizzata nel bagno di calcinaio, si riduce il gonfiamento, si aumenta il rilassamento del collagene e si
completa la pulizia della pelle dai resti dell’epidermide, peli e grassi che non siano stati ancora eliminati.
Le acque reflue provenienti dalla decalcinazione influenzano i parametri degli scarichi idrici quali il COD
(dovuto agli acidi organici ed ai solfuri disciolti) e l’azoto ammoniacale. A causa dell’abbassamento del
pH, si innescano reazioni chimiche che provocano la formazione di idrogeno solforato (H 2S) gassoso. I
prodotti enzimatici e chimici utilizzati in tale fase di macerazione influiscono sugli scarichi idrici
modificando i valori di COD e di azoto ammoniacale.
Piclaggio (o pickel) (bottale). La fase di Piclaggio o Pickel è preliminare alla concia e consiste
nell’acidificazione in soluzione salina, in modo da eliminare gli ultimi residui di calce e favorire la
successiva penetrazione nel derma dell’agente conciante. In questa operazione viene consumata risorsa
idrica. Gli scarichi idrici del piclaggio, oltre ad avere un pH molto acido, contengono elevati quantitativi
di cloruri e solfati.
Concia al cromo (bottale). La concia vera e propria consiste nella impregnazione della pelle con sostanze
chimiche che si fissano irreversibilmente alle fibre di collagene e ne impediscono la putrefazione, senza
alterarne la morbidezza, la flessibilità e la struttura fibrosa originaria. Nella concia al cromo avviene la
reticolazione del collagene del derma, tramite l’agente conciante Cr (III), che lega a sé i gruppi carbossilici
di perse catene peptidiche con legami coordinativi di grande stabilità. Nell’operazione di concia si ha
consumo di risorsa idrica. Gli scarichi idrici della fase di concia al cromo contengono cromo III, cloruri e
solfati e hanno pH moderatamente acido.
Dopo la concia, le pelli vengono sottoposte a pressatura (lavorazione meccanica), per rendere il contenuto di
umidità uniforme e adatto alle lavorazioni successive. Con la pressatura si ottengono volumi molto modesti
di reflui di qualità paragonabile a quella dei lavaggi della concia, con valori quindi modesti di Cromo III,
Cloruri e Solfati.
La fase di post-concia si pide in:
Riconcia (bottale): La Riconcia è un ulteriore trattamento con concianti, per dare pienezza ai cuoi e
migliorare la qualità del prodotto finale. Si effettua per ottenere cuoi speciali. Anche nell’operazione di
riconcia viene consumata risorsa idrica. Gli scarichi idrici dell’operazione di riconcia variano molto da
articolo ad articolo; tipicamente possono contenere cromo III, tannini naturali e sintetici o resine
sintetiche.
Tintura (bottale): La Tintura è l'operazione con cui si conferisce alla pelle il colore voluto. Viene
consumata risorsa idrica e gli scarichi idrici influenzano principalmente il parametro COD.
Ingrasso (bottale): L'ingrasso è una operazione che serve a introdurre tra le fibre della pelle un
lubrificante che tenga separate le fibre stesse e consenta a esse di scorrere le une sulle altre. Viene
consumata risorsa idrica Gli scarichi idrici dell’operazione ingrasso influenzano parametri quali COD,
sostanze grasse, tensioattivi.
Le materie prime ed ausiliarie, i rifiuti e i sottoprodotti di origine animale sono stoccati in aree definite,
riepilogate nella planimetria sottostante.
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Le acque reflue di processo e di lavaggio dei reparti sono raccolte da canalette dotate di griglie e convogliate
alle vasche di accumulo.
La planimetria sottostante riepiloga la rete fognaria di stabilimento e i punti di scarico.
Stato di progetto
La proponente intende ampliare la potenzialità produttiva delle fasi di Riviera e di Concia convertendo gli
impianti già presenti e utilizzati per la fase di Post-Concia, andando a ridurre la potenzialità per le
operazioni di Post-concia.
L’intervento proposto non prevede l’inserimento di nuove apparecchiature, ad eccezione della sostituzione
della centrale termica CT2, con incremento della potenza termica, che passerà da 1,140 MW a 2,683 MW.
La tabella seguente descrive e mette a confronto, per ogni fase, lo stato di fatto e lo stato di progetto,
precisando la destinazione d’uso dei bottali.
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Valutazione
Si ritiene necessario acquisire, a titolo di integrazione:
inviare il PMC in formato editabile;
le caldaie rientrano nei medi impianti di combustione e come tali dovranno essere sottoposti ad
autorizzazione e monitoraggio ai sensi della parte V del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.; a tal fine la ditta
dovrà chiarire la potenza termica nominale per gli impianti a combustione in quanto vi è una
differenza tra quanto riportato nella relazione a pag. 58/67 a quanto riportato nella scheda B.3.1
dell’Autorizzazione Integrata Ambientale e a pag. 54/67 della medesima relazione e fornire i dati
necessari all’autorizzazione dei punti di emissione (quali la portata, altezza e diametro del camino);
si evidenzia inoltre che non risulta chiara anche la potenza termica nominale del cogeneratore come
depotenziato;
per la gestione delle acque meteoriche viene indicato che in futuro non definito verranno convogliare
le acque dei piazzali dello stabilimento “ex Peroni” nello scarico SF1; si chiede di indicare il
cronoprogramma di realizzazione e il progetto, quindi un’adeguata planimetria futura con le linee,
le eventuali vasche di stoccaggio, gli eventuali trattamenti nonché i pozzetti di ispezione;
in relazione all’applicazione delle BAT Conclusions, di cui alla Decisione di esecuzione della
Commissione n. 84 dell’11 febbraio 2013 che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche
disponibili concernenti l’industria conciaria (allegato D16 alla domanda di Autorizzazione Integrata
Ambientale) si chiede di:
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◦ chiarire le modalità di applicazione delle BAT n. 15 ( processi di conservazione e deposito volti a prevenire
la decomposizione, e la rigorosa rotazione delle scorte per tutte le tipologie di pelli trattate nell’installazione ) e 23
(utilizzare la spaccatura in calce);
◦ dettagliare le modalità di gestione degli odori in relazione allo stoccaggio dei sottoprodotti di
origine animale (BAT n. 16);
◦ chiarire le motivazioni di non applicazione della BAT n. 17 “Al fine di ridurre l’emissione di
odori degli effluenti provenienti dalle operazioni di riviera, BAT consiste nel controllo del pH
seguito da trattamenti per eliminare il tenore di solfuro.”, in particolare con riferimento alla
previsione di aspirazione delle vasche interrate di accumulo dei reflui;
◦ In relazione alla BAT n. 26 dalla documentazione risulta non applicata in quanto non vengono
effettuate né operazione di messa a vento né di disidratazione meccanica, chiarirne le
motivazioni di non attuazione di tali tecniche, precisando le modalità di essiccazione attuate.
In relazione al Piano di Monitoraggio e controllo si chiedono le seguenti integrazioni:
◦ nella tabella 1.1.2 Additivi evidenziare i consumi di solfuro di sodio, di calce idrata e i prodotti
per abbattimento delle emissioni;
◦ nella tabella 1.1.6 Sottoprodotti (secondo art. 184-bis D.Lgs.152/2006 s.m.i.) e Materie Prime secondarie
e Sottoprodotti di Origine Animale cat.3 Reg.CE n. 1069/2009 chiarire le motivazioni per cui non
è elencata la trippa;
◦ nella tabella 1.2.1 Risorse idriche evidenziare un’ulteriore fase di utilizzo relativa ai bottali di
post-concia, tintura e ingrasso, chiarendo per tutte le fasi la modalità di misura e la fonte del
dato indicata (registro cartaceo/informatico); nel caso vi sia una misurazione per specifiche fasi
di utilizzo delle risorse idriche è opportuno che nella tabella venga previsto l’indicazione della
quantità totale approvvigionata per il pozzo e l’acquedotto industriale e le quantità di acqua
meteorica riutilizzata nel processo (compreso la fonte del dato); le indicazioni di questa tabella
non appaiono essere congruenti con quanto indicato nella tabella 3.1 Monitoraggio degli
indicatori di performance per gli indicatori legati ai consumi dell’acqua chiarire tali discrepanze;
◦ nella tabella 1.3.1 Energia indicare l’energia termica prodotta sia dal cogeneratore ( CG1) sia dalla
centrale termica (CT1 e CT2), chiarendo per tutte le fasi la modalità di misura e la fonte del dato
indicata (registro cartaceo/informatico), in ottemperanza a quanto previsto dalla BAT n. 3 lettera l;
◦ nella tabella 1.5.2 Inquinanti monitorati andranno aggiunti i parametri da monitorare ai camini
n. CT1 e CT2; si precisa che per il camino n. 9 il campionamento andrà eseguito sia a monte che a
valle del sistema di abbattimento;
◦ in relazione al regolamento di fognatura e alla concia green in progetto nella tabella 1.6.2
Inquinanti monitorati vanno aggiunti i parametri Azoto ammoniacale, Azoto nitroso, Azoto
nitrico, Idrocarburi totali, Grassi e olii animali / vegetali e Aldeidi allo scarico SF1;
◦ nella tabella 2.1.3 - Sistemi di trattamento fumi: controllo del processo indicare anche i parametri
gestionali controllati in continuo al camino n. 9, eventualmente specificando che non vi è alcun
sistema di registrazione delle misurazioni (vedasi BAT n. 3 lettera f);
◦ nella tabella 2.1.4 Sistemi di depurazione: controllo del processo chiarire il parametro
“otturazione del sistema filtrante” e quali sono le conseguenze a tale evento e se vi è collegato un
allarme visivo;
◦ in relazione alla tabella 2.1.5 Aree di stoccaggio ( vasche, serbatoi, bacini di contenimento etc .) chiarire la
presenza di due voci identiche relative a “serbatoi stoccaggio chimici”, a quale stoccaggio ci si
riferisce con la voce “cisternette”, aggiornare le voci con riferimento alla planimetria B22 allagata
alla domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale ovvero “stoccaggio prodotti chimici
calcinaio e concia C3” e così via considerando in tale voce sia cisternette, serbatoi e eventuali
altre modalità di stoccaggio, compresi gli eventuali bacini di contenimento; in relazione alla
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Vasche V1, V2, V3 interrate è necessario svuotarle, pulirle e proporre una modalità di verifica
dello stato delle vasche conforme alla norma UNI EN 1610 o equipollente ( a seguito di tale verifica
dovrà essere fatta un’apposita relazione annuale sullo stato di tenuta delle vasche );
◦ in relazione alla tabella 2.1.5 Aree di stoccaggio ( vasche, serbatoi, bacini di contenimento etc .) chiarire se
vi sono sistemi di allarme nelle vasche di accumulo dei reflui aziendali che ne segnalano il
riempimento;
◦ in relazione alla tabella 2.1.6 Emissioni diffuse” inpiduare delle modalità di contenimento delle
emissioni prodotte dalla fase di dissaldatura effettuata sotto tettoia esterna;
◦ ai fini delle BAT n. 4 indicare le modalità di stima per l’indicatore “consumo specifico acqua
lavorazioni da grezzo a pelle conciata” della tabella 3.1 - Monitoraggio degli indicatori di
performance;
◦ ai fini delle BAT n. 27 indicare le modalità di stima per l’indicatore “Consumo di energia da
trattamento di pelli di bovino da grezzo a pelle conciata complessivo anche di pelli lavorate solo
per fasi parziali” della tabella 3.1 - Monitoraggio degli indicatori di performance e chiarire cosa
si intende per pelli lavorate solo per fasi parziali;
◦ Si precisa infine che il Piano di Monitoraggio e Controllo dovrà essere integrato/aggiornato con
tutte le indicazioni contenute nella presente istruttoria ( monitoraggio acque di falda, aspirazione vasche
reflui, ecc).
In relazione al documento Adempimenti relativi alla relazione di riferimento - Procedura di Verifica
Relazione si chiede:
◦ chiarire se non è stata svolta alcuna analisi per la fase 2 e 3 sui rifiuti pericolosi di cui alla tabella
3;
◦ Dettagliare le modalità di gestione dell’area a cui ci si riferisce nella tabella 16 con l’indicazione
“Su pavimenti al coperto in aree collettate alla rete scarichi industriale” ( presumibilmente stoccaggio
nell’area ex-Peroni).
Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
111QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE NELLO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
CARATTERIZZAZIONE DELL'ARIA E DEL CLIMA
Il principale inquinante gassoso caratteristico delle operazioni concia è l’acido solfidrico ( idrogeno solforato). Il
territorio comunale di Arzignano rientra nel Progetto Giada, attraverso cui viene effettuato annualmente un
monitoraggio della qualità dell’aria, i cui risultati sono riportati nel presente S.I.A., con illustrazione dei dati
e gli andamenti storici.
Dalla medesima documentazione progettuale si ricava, per quanto concerne le emissioni prodotte dalle
lavorazioni di stabilimento, che, oltre a ridotte emissioni odorigene diffuse e caratteristiche localizzate
all’interno dei reparti lavorativi e dovute alla presenza di sottoprodotti di origine animale (pelli e
sottoprodotti della lavorazione), l’aspetto maggiormente caratterizzante le lavorazioni è lo sviluppo di
idrogeno solforato nei bottali in cui sono effettuate le operazioni di decalcinazione e pickel.
Infatti, per effetto dell’abbassamento del pH dei bagni in queste fasi, il solfuro/solfidrato utilizzato per la
depilazione delle pelli si converte ad idrogeno solforato, che si libera dalla fase liquida.
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I bottali in cui si eseguono queste operazioni sono posti sotto aspirazione e il flusso è convogliato ad un
abbattitore (scrubber a corpi di riempimento) operante con soluzione acquosa di sodio idrossido prima
dell’espulsione in atmosfera (camino n. 9).
I parametri analitici rilevati durante i controlli periodici delle emissioni dimostrano l’efficienza del
trattamento.
Lo stato di progetto del sistema di aspirazione, convogliamento e abbattimento di cui al Camino 9 è
schematicamente illustrato nell’estratto di planimetria che segue.
L’abbattitore dell’idrogeno solforato, gestito da un sistema di controllo automatico, si avvia nel momento in
cui almeno un bottale si trova nella fase di riduzione del pH, per poi arrestarsi nel momento in cui nessun
bottale si trovi in tale fase.
A seguito dell’ampliamento della capacità produttiva in progetto, l’abbattitore tratterà una portata di 2.000
Nm3/h di aria, rispetto ad un’attuale portata di 1.000 Nm3/h.
Nello stato di fatto l’impianto tratta le emissioni prodotte da una contemporaneità massima di due bottali,
tuttavia, essendo l’abbattitore dimensionato per il trattamento di una portata fino a 2.300 Nm 3/h di aria
(contemporaneità di aspirazione di quattro bottali), l’abbattitore viene dichiarato dal proponente come
compatibile con lo stato di progetto.
Il progetto presentato, inoltre, prevede il collettamento al sistema di abbattimento anche del flusso d’aria in
aspirazione dalle vasche di raccolta delle acque reflue.
L’insediamento presenta anche altri punti di emissione, costituiti dai camini dei due generatori di vapore
(camini nn. CT1/CT2), della caldaia civile (camino n. CT3) e dal cogeneratore (camino n. CG1), tutti operanti
con combustibile gas naturale.
Tra gli interventi previsti vi è anche la sostituzione del generatore di vapore CT2, con incremento della
potenza termica, che passerà da 1,140 MW a 2,683 MW.
La gestione delle emissioni in atmosfera è schematizzata nel diagramma che segue:
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Valutazione
Si ritiene necessario acquisire, a titolo di integrazione:
relazione di dimensionamento delle portate del sistema di aspirazione (comprensive di tutti i contributi
ovvero di eventuali punti oltre all‘aspirazione dei bottali), convogliamento e rilascio in atmosfera, sia nello
stato di fatto sia nello stato di progetto, con riferimento alle massime contemporaneità e alla velocità
di aspirazione dell’aria garantita all’apertura della bocca di carico;
descrizione tecnica dell’abbattitore e dei relativi parametri funzionali (con eventuale
documentazione a supporto) per la valutazione di congruità dimensionale e funzionale ai fini
dell’abbattimento dell’idrogeno solforato, comparativamente nello stato di fatto e nello stato di
progetto; alla luce dei valori riportati alla tabella 7 di pagina 54/67, la relazione dovrà esplicitare le
ipotesi di carico massimo inquinante in ingresso, la resa di abbattimento attesa sulla base della
superficie di scambio, le condizioni di assorbimento (temperatura e pressione) e la soluzione di
assorbimento ipotizzata ed infine il massimo carico di inquinante in uscita e per la valutazione della
futura resa di abbattimento del sistema si propone di partire da una valutazione delle stato attuale
mediante un campionamento a monte e a valle dell’attuale configurazione;
nell’ambito della descrizione tecnica di cui sopra si identifichino gli eventuali interventi di
modifica/potenziamento sul sistema di aspirazione e abbattimento tra stato di fatto e stato di
progetto, in considerazione di alcuni passaggi rinvenibili nella documentazione presentata (ad es. a
pag. 22 di 49 della sintesi non tecnica in cui si afferma che “Il progetto prevede il potenziamento
dell’abbattitore dell’idrogeno solforato”;
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nell’ambito della descrizione tecnica di cui sopra si chiariscano i parametri operativi controllati in
continuo sia del sistema di aspirazione che del sistema di abbattimento le modalità di sorveglianza
(sul posto e/o da remoto) per verificare che il sistema di abbattimento sia effettivamente attivo
quando i bottali si trovano nella fase di rilascio di idrogeno solforato e le modalità di rilevamento e
gestione di eventuali anomalie/avarie della pompa di ricircolo della soluzione di lavaggio, del
ventilatore o di altri componenti critici del sistema;
la stima della concentrazione di picco di idrogeno solforato che si può prevedere all’ingresso
dell’abbattitore nello stato di progetto, a seguito dell’ampliamento della capacità produttiva;
in attuazione della BAT n. 17, le modalità e le tempistiche di realizzazione del sistema di captazione
delle emissioni da vasche di accumulo delle acque reflue (con particolare attenzione ai punti dove si
può verificare la miscelazione di acque reflue basiche contenenti solfuro sodico con acque acide, con
conseguente sviluppo di idrogeno solforato) e del loro convogliamento all’abbattitore, dando
evidenza dell’idoneità di portata e di capacità di trattamento, anche nella configurazione che
prevede tale ulteriore apporto di flusso gassoso; per tale sistema dovranno essere fornite tutte le
informazione al fine dell’autorizzazione ovvero la portata di aspirazione, l’impianto previsto per
l’abbattimento delle emissioni, i dettagli costruttivi del camino ( aggiornamento della planimetria dei punti di
emissione ovvero Allegato C9 della domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale, altezza e diametro ), la qualità e
quantità di emissioni previste e le modalità di gestione dell’aspirazione;
si chiede inoltre di chiarire le modalità di gestione della soluzione esausta di abbattimento delle
emissioni degli scrubber (afferente ai bottali di concia), precisandone i quantitativi annuali previsti ( sulla
base degli attuali consumi);
descrizione delle modalità di controllo/bonifica delle potenziali emissioni di inquinanti nelle
operazioni di pesatura reagenti liquidi e polverulenti a servizio dei bottali;
risultati delle più recenti indagini ambientali eseguite per la determinazione delle concentrazioni di
inquinanti aerodispersi in ambiente di lavoro, estese a tutti i parametri ritenuti significativi per
ragioni di igiene industriale.
Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno parzialmente soddisfatto quanto richiesto.
In particolare, relativamente alla gestione della soluzione esausta di abbattimento delle emissioni degli
scrubber, è stato riportato che l’impiantistica contenente la soluzione basica esausta di abbattimento degli
scrubber è collegata alla rete degli scarichi industriali, che la convoglia direttamente alla vasca di accumulo
V3, dedicata alle acque basiche di lavorazione di calcinaio; non compare tuttavia alcun riscontro alla richiesta
di stimare i quantitativi annuali di soluzione esausta prodotta dall’impianto.
In relazione alla modifica del sistema di abbattimento a servizio del camino n. 9 che prevede il passaggio di
aspirazione da 4 a 8 bottali, con trattamento da 2 a 4 bottali in contemporanea, modifica che necessariamente
comporterà ad un funzionamento a massimo regime di aspirazione (2.000 m3/h), si ritiene necessario
prescrivere un collaudo dell’impianto di trattamento nella nuova configurazione, considerati gli esiti delle
analisi fornite allo stato di fatto e che sono risultati in taluni casi prossimi al limite di emissione; in attuazione
di quanto sopra, si dovrà:
- predisporre ed inviare una relazione tecnica contenente il piano di campionamento, che descriva le
modalità di campionamento delle emissioni in atmosfera nelle condizioni di massimo carico, una
valutazione della resa di abbattimento e dello stato di esercizio del sistema di abbattimento;
- a seguito delle suddette verifiche, presentare una relazione di collaudo comprendente i rapporti di
prova dei campionamenti effettuati ed una valutazione dell’adeguatezza del sistema di trattamento
ed eventuali proposte di miglioramento qualora il Gestore ne ravveda la necessità sulla base degli
esiti.
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Si ritiene, infine che, preliminarmente al rilascio dell’AIA venga definito dato, al fine di consentire al gestore
della fognatura di valutare la congruità ed accettabilità della miscelazione tra la soluzione esausta e le altre
acque di processo.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; rimane tuttavia una potenziale criticità che dovrà essere definita preliminarmente al rilascio del
provvedimento di A.I.A..
CARATTERIZZAZIONE DELL’AMBIENTE IDRICO
L’approvvigionamento idrico dello stabilimento deriva dall’acquedotto e da pozzo di approvvigionamento
autonomo (matricola del contatore P111740, profondità di emungimento 30 m), destinato ad uso civile che
industriale.
Gli utilizzi produttivi riguardano in particolare le operazioni di:
Riviera (Rinverdimento e Calcinazione);
Concia (Decalcinazione, Pickel e Concia);
Pressatura;
Post Concia (Riconcia, Tintura e Ingrasso).
Le quantità maggiori di reflui sono prodotte dalle operazioni di Riviera e Concia.
Le acque derivanti dalla fase di calcinaio (riviera) sono separate da quelle di concia per mezzo di una
ghigliottina, con convogliamento di tali acque ad una vasca di circa 100 m 3, quindi neutralizzate (il loro pH è
maggiore di 11,5) e avviate all’impianto di pretrattamento, denominato cono screen; nel corso della
neutralizzazione si può generare idrogeno solforato per acidificazione dello ione solfuro presente in
soluzione.
Le acque provenienti dalla concia, sono grigliate, convogliate in due vasche con volume totale di circa 1000
m3 e avviate all’impianto di pre-trattamento.
Le fasi di pretrattamento prevedono che tutte le acque reflue provenienti dalle varie lavorazioni dello
stabilimento (comprese acque civili) siano convogliate ad un sistema di dischi (cono screen), nel quale
avviene la separazione della parte solida grossolana.
Le acque pre-trattate vengono sottoposte a monitoraggio qualitativo e quantitativo, attraverso un misuratore,
ed inviate, tramite un unico punto di scarico, alla fognatura industriale consortile e convogliate verso
l’impianto di depurazione di Arzignano gestito da Acque del Chiampo S.p.A., titolare del servizio idrico
integrato della zona.
La gestione delle acque reflue industriali è schematizzata nel diagramma che segue:
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Dai dati resi disponibili risulta che negli ultimi tre anni i consumi di acqua da acquedotto sono aumentati,
mentre quelli da pozzo sono diminuiti.
Parte delle acque di pioggia provenienti dai tetti dello stabilimento industriale sono recuperate all’interno del
ciclo produttivo previa grigliatura.
Per gli usi civili si consumano circa 250 m3 di acqua annui.
La rete fognaria interna dello stabilimento si compone di una linea dedicata alle acque industriali, una linea
civile, recapitante a sua volta nella linea industriale, e una linea dedicata alle acque bianche (pise fra tetti e
piazzali).
La linea industriale raccoglie le acque provenienti dai processi produttivi e le acque meteoriche che dilavano
una parte di piazzale.
Lo stabilimento di Via della Concia possiede i seguenti punti di scarico:
SF1 - Scarico Finale 1, in fognatura industriale del gestore del Servizio Idrico Integrato, in cui
confluiscono
1. Acque industriali
2. Acque civili
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3. Acque meteoriche da una parte dei piazzali
SM1 – Scarico Meteoriche 1, in cui confluiscono le acque di dilavamento di una parte dei tetti
SM2 – Scarico Meteoriche 2, in cui confluiscono acque di dilavamento della parte restante dei tetti
Le acque meteoriche provenienti dai tetti (SM1 e SM2) sono scaricate nella rete municipale delle acque
meteoriche di Via della Concia, con recapito in corso d’acqua superficiale (Roggia di Arzignano).
Le acque meteoriche che dilavano la parte restante dei piazzali (area ex Peroni), che attualmente sono
allontanate come rifiuto, saranno anch’esse collettate al sistema di scarico delle acque industriali.
Le modifiche previste dal progetto comporteranno, in relazione all’ampliamento della capacità produttiva
delle fasi di concia e di riviera:
un maggior consumo della risorsa idrica: il gestore è comunque vincolato dal quantitativo massimo
di scarico giornaliero autorizzato, pari a 574 m3/giorno;
una persa composizione delle acque reflue industriali allo scarico: fatto salvo il rispetto dei limiti
allo scarico in fognatura industriale, disposti dal gestore del Servizio Idrico Integrato e tenuto conto
della previsione di porre in aspirazione e trattamento le emissioni dalle vasche dei reflui (previsione
su cui si attendono integrazioni), si ritiene che tale variazione non comporti significativi impatti per
l’ambiente.
Valutazione
Si ritiene necessario acquisire, a titolo di integrazione:
una stima di bilancio idrico degli usi industriali di stabilimento, nello stato di progetto, comprensivo
dell’aumento di potenzialità delle fasi di concia e di riviera, delle previsioni di recupero di una quota
di acque meteoriche e dell’apporto di acque meteoriche dei piazzali (sia quelle convogliate
nell’assetto attuale sia quelle aggiuntive nell’assetto futuro, integrato con il piazzale ex Peroni);
una valutazione sulla qualità dell’acqua da pozzo, tal quale, e dell’eventuale necessità di un
trattamento per la riduzione di parametri inquinanti presenti in concentrazioni significative;
una proposta per la realizzazione di un sistema di monitoraggio della qualità dell’acqua di falda,
mediante pozzi a monte e a valle del sito, corredata di valutazione di fattibilità tecnico economica e
di tempistiche di allestimento in ottemperanza a quanto previsto dall’art. 29-sexies comma 6bis del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.;
una pianta della rete fognaria nello stato di progetto, comprensiva di modifiche relative alle acque
meteoriche del piazzale ex Peroni con indicazione dei pozzetti d’ispezione;
chiarire al riempimento dei serbatoi per le acque meteoriche dove viene scaricata l’ulteriore acqua
meteorica raccolta e colletta nei piazzali impermeabilizzati;
qualificare le acque provenienti dai tetti, che sono convogliate nella fognatura meteoriche, con
successive valutazioni sui risultati delle caratterizzazioni.
Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEL SUOLO E DEL SOTTOSUOLO
Fatto salvo quanto riportato nella soprastante sezione relativa all’ambiente idrico, in particolare riguardo la
qualità dell’acqua di falda e la relativa richiesta di integrazione progettuale, si ritiene che l’intervento
proposto non comporti significativi impatti aggiuntivi sulla matrice in esame.
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VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO ACUSTICO
Lo stabilimento Faeda S.p.A. lavora 24 h su 24 h e l’area dove sorge l’azienda è situata in Classe V, definita
come “area prevalentemente industriale”.
A febbraio 2022 è stata eseguita una valutazione di impatto acustico, di seguito la tabella ripeilogativa dei
risultati, da cui emerge il rispetto dei limiti di zona e dalla relazione risulta che:
Nel raggio di influenza della rumorosità dell’azienda, non vi sono ricettori;
L’azienda lavora a ciclo continuo;
La rete stradale è composta da Via Della Concia, definita come Strada locale F, con fasce di 30 m (li-
miti della Classe V)
L‘intervento proposto consiste principalmente in un perso utilizzo delle apparecchiature già esistenti,
senza l’installazione di nuove apparecchiature e impianti, in particolare all’esterno dell’edificio industriale.
L’unico intervento previsto in ambiente esterno è, qualora attuato, l’implementazione di un sistema di
aspirazione dalle vasche delle acque reflue industriali.
Nel dimensionare la tubazione di captazione sarà necessario dimensionarla adeguatamente per limitare la
velocità dell’aria a valori dell’ordine dei 10-12 m/s, per minimizzare la rumorosità prodotta dallo scorrimento
dell’aria stessa.
Valutazione
La relazione è stata predisposta senza fornire le informazioni minime per poter valutare la taratura delle
sorgenti di emissione e sorgenti residue. Non risultano - da quanto si è potuto accertare - le schede di misura
con dettagli e scorpori dei contributi.
Non viene inoltre inpiduato alcun ricettore per cui di fatto non vi è alcuna valutazione puntuale ma la
dichiarazione che, non essendoci ricettori nelle vicinanze, i limiti sono da considerarsi rispettati.
Si ritiene necessario dunque:
Verificare la presenza di ricettori, siano essi uffici o abitazioni di custodi all’interno della sfera di
influenza. Ai ricettori più critici dovranno essere effettuate le valutazioni in merito al rispetto dei
limiti, compresi i limiti differenziali.
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Fornire dettagli sull’impatto acustico causato dall’impianto di aspirazione / abbattimento di cui al
Camino 9 sia nello stato di fatto che nello stato di progetto (raddoppio della portata); la
progettazione dovrà essere finalizzata anche al contenimento dell’aggravio delle emissioni sonore.
Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
Si ritiene comunque di prescrivere l’effettuazione di misure di verifica post operam (limiti assoluti e
differenziali) ai 3 ricettori inpiduati nel periodo diurno e notturno (nel caso i ricettori siano frequentati
anche di notte); la valutazione degli esiti potrà comportare l’inserimento anche di tale monitoraggio
all’interno del PMC.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; rimane tuttavia una potenziale criticità che dovrà essere definita in fase di collaudo.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO DA AGENTI FISICI ED EFFICIENZA ENERGETICA
Si ritiene che l’intervento proposto non comporti significativi impatti aggiuntivi sulla matrice in esame.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO PAESAGGISTICO
Lo stabilimento è inserito all'interno della zona industriale di Arzignano, in via della Concia 95. Si tratta di
un’area intensamente urbanizzata in cui, secondo la documentazione di Studio Impatto Ambientale, non
sussistono correlazioni visuali con aree di pregio/vincolo paesaggistico.
Non si prevede l’esecuzione di opere edili di modifica dell’edificio industriale, né l’installazione di nuove
apparecchiature e impianti all’esterno dell’edificio industriale.
L‘intervento proposto consiste essenzialmente in un perso utilizzo delle apparecchiature già esistenti.
Si ritiene pertanto che l’intervento proposto non comporti significativi impatti aggiuntivi sulla matrice in
esame.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELL’IMPATTO VIABILISTICO
L'intervento non prevede interventi sulla rete stradale e gli aspetti trasportistici sono stati approfonditi
all’interno dell’apposito studio di impatto viabilistico, che include anche la componente traffico e di cui si ri -
portano di seguito le conclusioni.
L’area in cui sorge il complesso produttivo di via della Concia, si trova all’interno della Zona Artigianale del
Comune di Arzignano (VI) e la rete viaria esistente è costituita da strade comunali e provinciali, in
particolare si evidenziano la S.P. 246 “Recoaro” e la S.P. 31 “Valdichiampo” che collegano il sito in studio
all’Autostrada A4 Milano-Venezia, rispettivamente tramite il casello di Montecchio Maggiore (VI) e di
Montebello Vicentino (VI). Di tali arterie sono stati reperiti i risultati di alcune campagne di rilievo condotte,
per conto di altre attività produttive della zona, tramite radar conta veicoli, in tempi il più possibile recenti. I
dati di traffico della S.P. 31 “Valdichiampo” sono stati estrapolati da uno studio di impatto viabilistico datato
giugno 2022, mentre quelli riferiti alla S.P. 246 “Recoaro”, sono stati inpiduati all’interno di un elaborato,
della medesima tipologia, datato novembre 2016.
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La variazione impiantistica proposta, secondo quanto riportato nella documentazione progettuale, non
comporterà un aumento significativo dei mezzi atti al trasporto delle perse tipologie di materiali, prodotti e
rifiuti. L’aumento dell’indotto previsto corrisponde a 1 mezzo pesante in più nel corso della singola giornata,
equivalente a 2 v.eq./g, i quali, considerati i movimenti d’ingresso e di uscita alla/dalla sede operativa,
comporteranno 4 movv.eq. in più al giorno. Tali movimenti seguiranno la distribuzione attuale dei flussi che
può essere considerata pisa equamente tra le due arterie principali della rete viaria di afferenza (50 % sulla
S.P. 31 “Valdichiampo” e 50 % sulla S.P. 246 “Recoaro”).
L’incidenza dei veicoli attratti/generati dalla Ditta, così allo scenario attuale, come allo scenario futuro,
valutata sia sul totale del traffico che sul solo traffico pesante circolante, è risultata essere poco significativa e
non suscettibile di alterare gli equilibri della rete viabilistica del contesto circostante.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLE RISORSE NATURALI ED AGRONOMICHE
L’area in cui si inserisce la richiesta è caratterizzata prevalentemente da insediamenti industriali in zone
quasi totalmente impermeabilizzate dove non si rinvengono più gli originali connotati tipici delle aree
naturali e dove il grado di antropizzazione è elevato.
Considerato quanto sopra, si ritiene che l’ampliamento della potenzialità produttiva non comporti alcun
impatto aggiuntivo sulla presente matrice ambientale.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DELLA FLORA E FAUNA E V.INC.A
In relazione al contesto territoriale in cui si trova il sito ed alla tipologia dell’intervento proposto non
comporti significativi impatti aggiuntivi sulla matrice in esame.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento.
CARATTERIZZAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA SALUTE DEI LAVORATORI E DELLE PERSONE
Fatto salvo quanto riportato nella soprastante sezione Caratterizzazione dell’Aria e del Clima, in particolare
riguardo i requisiti di igiene industriale ed il controllo degli inquinanti aerodispersi in ambiente di lavoro, si
ritiene che l’intervento proposto non comporti significativi impatti aggiuntivi sulla matrice in esame.
Valutazione
Riprendendo quanto già accennato in precedenza nel Quadro Progettuale e nella Caratterizzazione
dell’impatto sull’aria, la proposta progettuale prevede un incremento di potenza della centrale termica, con
sostituzione di una caldaia a metano da 1,140 MW (CT2) con una da 2,683 MW.
Riguardo allo stato di fatto la documentazione presentata fornisce indicazioni non sempre coerenti sulla
potenza termica della CT2 (a volte 1,140 MW e altre volte 1,480 MW), ed è necessario che sia fornito, a titolo
integrativo, un riepilogo definitivo degli impianti termici di stabilimento, nello stato di fatto e nello stato di
progetto, e che sulla base di tale riepilogo sia illustrata la conformità attuale e futura alla normativa di
prevenzione incendi, tenendo conto dell’esigenza di una nuova istanza al Comando VVF in merito
all’aggravio di rischio derivante dal previsto incremento di potenza termica.
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Contestualmente deve essere fornita una nota di valutazione sulla situazione autorizzativa complessiva di
prevenzione incendi per l’intero stabilimento, evidenziando la necessità meno di ulteriori istanze al
Comando VVF (oltre all’incremento degli impianti termici).
Valutazione post integrazioni
Le integrazioni fornite hanno soddisfatto quanto richiesto.
Alla luce delle indagini ambientali svolte in passato negli ambienti di lavoro, si ritiene opportuno prevedere
il monitoraggio periodico, con cadenza triennale, di tali indagini, sulla scorta di un set di postazioni e
parametri da inserire nel PMC.
Si prende altresì atto delle dichiarazioni riportate nella relazione “Integrazioni al P.A.U.R.” ove, alle pagine
nn.30/32, si da atto che:
“L’azienda presenterà opportuna istanza per le modifiche richieste (sostituzione impianto termico CT2 di potenzialità
2,683 MW) all’ottenimento del provvedimento autorizzativo.”;
“L’azienda sta procedendo alla presentazione di opportuna istanza di rinnovo della scia per la prevenzione incendi
previsto entro 17/10/2024, a cui seguirà opportuna istanza per le modifiche richieste (sostituzione impianto termico n.2
di potenzialità 2,683 MW) all’ottenimento del provvedimento autorizzativo.”.
VALUTAZIONE
Non si ravvisano particolari elementi che evidenzino impatti aggiuntivi e significativi sull'ambiente determinati
dall’intervento; rimangono tuttavia potenziali criticità con conseguenti prescrizioni in merito.
VALUTAZIONE FINALE D’IMPATTO
CONCLUSIONI
Il progetto non presenta interferenze rispetto ad altri piani, progetti o interventi in zone limitrofe, ad
eccezione della potenziale estensione del vincolo territoriale a seguito del potenziamento dell’attività.
Il progetto risulta adeguato rispetto al fine che ci si propone di conseguire e non contrasta con i vincoli
territoriali vigenti.
L’analisi degli impatti ha portato a ritenere come il progetto presentasse potenzialmente taluni impatti
significativi per l’ambiente, con conseguente necessità di prevedere specifiche prescrizioni mitigative e
particolari modalità di monitoraggio.
Gli elaborati esaminati, sia per quanto riguarda la V.I.A. che per ciò che concerne l’A.I.A., sono stati oggetto
di richiesta di integrazioni, con documentazione pervenuta considerata sufficiente per poter esprimere il
giudizio conclusivo sul progetto.
Considerazioni specifiche sono state svolte sugli impatti ritenuti maggiormente significativi e non sono
pervenute osservazioni ostative alla realizzazione del progetto
Quanto rilevato e prodotto è stato puntualmente valutato in relazione alle specifiche matrici ambientali,
anche ai fini del monitoraggio successivo in tema di impatti sull’aria, l’ambiente idrico, acustico e tutlea dei
lavoratori.
Il parere espresso dalla Commissione è relativo sia alla procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale che
a quella di Autorizzazione Integrata Ambientale, ivi compresa la validazione del Piano di Monitoraggio e
Controllo da parte dell’ARPAV.
Tutto ciò premesso si esprime
PARERE FAVOREVOLE
all’intervento, subordinandolo alle prescrizioni di seguito citate
1) Preliminarmente al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale:
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PROVINCIA DI VICENZA
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SETTORE AMBIENTE - SERVIZIO VIA
Partita IVA e Codice Fiscale: 00496080243
Domicilio fiscale e Uffici: Palazzo Godi - Nievo, Contra’ Gazzolle 1 – 36100 VICENZA
si dovrà dare evidenza
a) del dato sui quantitativi annuali di soluzione esausta prodotta dall’impianto (scrubber), al fine di stabili -
re al gestore della fognatura di valutare la congruità ed accettabilità della miscelazione tra la soluzione esau -
sta e le altre acque di processo;
b) dell’implementazione del PMC con l’effettuazione periodica (triennale) delle indagini ambientali svolte in
negli ambienti di lavoro, con proposta di un set di postazioni e parametri;
c) della predisposizione ed invio di una relazione tecnica contenente il piano di campionamento, che descriva
le modalità di campionamento delle emissioni in atmosfera nelle condizioni di massimo carico, una valuta-
zione della resa di abbattimento e dello stato di esercizio del sistema di abbattimento;
d) della legittimazione delle procedure connesse alla prevenzione incendi e relative alla presentazione delle
istanze relative:
- alle modifiche per la sostituzione impianto termico CT2 di potenzialità 2,683 MW;
- al rinnovo della scia per la prevenzione incendi.
e) dell’ottemperanza a quanto richiesto da Acque del Chiampo spa nel proprio parere relativamente all’
“invio da parte della ditta proponente, entro 30 giorni dal ricevimento della presente, di una planimetria
dell'insediamento produttivo in scala opportuna, preferibilmente 1:200 e/o 1:100, che indichi, anche per i
piazzali dell’area “ex Peroni”, la rete di raccolta e le vasche utilizzando i seguenti i riferimenti cromatici:
rete idrica in azzurro; rete di processo in rosso; rete civile nera in arancione e rete meteorica in blu.
L’elaborato grafico dovrà essere firmato e timbrato da un professionista abilitato.
L’intestazione dell’elaborato deve contenere le seguenti indicazioni minime: ragione sociale ed indirizzo com -
pleto dell’attività produttiva, data emissione, oggetto dell’elaborato”;
f) del riscontro a quanto richiesto da Acque del Chiampo spa nel proprio parere relativamente “all’abbatti -
mento di acido solfidrico generatosi nelle vasche di accumulo finali V1-V2-V3-FT, come descritto
nell’All.4.2_Progetto Fluicom_emissione 10, di valutare di estendere per quanto tecnicamente possibile
l’aspirazione anche ai “locali” dei sistemi filtranti al fine di garantire l'assenza di emissioni di idrogeno sol -
forato (H2S) nell'area e nelle pertinenze del manufatto di scarico, per evitare guasti della strumentazione di
controllo quali-quantitativa e tutelare la salute e sicurezza degli operatori del Gestore addetti al controllo”.
2) In sede di attivazione dell’impianto post operam dovrà essere effettuata una mirata ed accurata indagine
acustica di verifica del rispetto dei limiti assoluti e differenziali, da ripetersi poi con frequenza triennale, e
mirata ai ricettori sensibili presenti in prossimità dell’impianto; si sottolinea la necessità di verificare la
presenza di fattori correttivi e di porsi in condizione cautelative di minimo residuo e di massima emissione.
- le modalità di effettuazione delle misurazioni, sia con riguardo al campionamento spaziale (scelta dei punti
di misura), sia con riguardo al campionamento temporale (scelta dei tempi di misura), saranno comunicate
con congruo preavviso ad Arpav;
- gli esiti del monitoraggio verranno poi valutati da ARPAV in relazione allo specifico contenuto del PMC;
- l’indagine dovrà essere condotta da un soggetto qualificato terzo, rispetto all’estensore dello Studio
Previsionale di Impatto Acustico;
- nel caso i valori non siano rispettati, dovranno essere messi in opera i correttivi necessari, mediante una
specifica progettazione da presentarsi all’Amministrazione comunale ed ARPAV, a cui, nel frattempo,
saranno stati comunicati i risultati delle analisi.
3) In sede di attivazione dell’impianto post operam a seguito delle suddette verifiche di cui alla lettera c),
presentare una relazione di collaudo comprendente i rapporti di prova dei campionamenti effettuati ed una
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valutazione dell’adeguatezza del sistema di trattamento ed eventuali proposte di miglioramento qualora il
Gestore ne ravveda la necessità sulla base degli esiti.
Vicenza, 14 novembre 2024
F.to Il Segretario F.to Il Presidente
dott.ssa Silvia Chierchia Andrea Baldisseri
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